Pizzo d'Alben
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Dopo diversi mesi ritorno a Premana per un’escursione tutt’altro che impegnativa e, anzi, molto piacevole.
L’obiettivo è raggiungere il Pizzo d’Alben, la prima elevazione posta sulla dorsale che separa la Val Marcia dalla Valle dei Forni.
Parto relativamente presto dalla zona industriale di Premana, inerpicandomi subito sul bel sentiero che risale in direzione del Rifugio Ariaal, fresco di un recente cambio gestione. Volendo è possibile salire anche tramite la strada agro-silvo-pastorale che il sentiero incrocia in più punti, ma terrò questa opzione per il ritorno.
Si tratta di un giorno festivo infrasettimanale e infatti c’è una miscela di frequentazione abbastanza variegata, tra abitanti del posto intenti a lavorare e qualche escursionista qui e lì, per la verità a quest’ora del mattino neppure molti.
Raggiungo l’Alpe Ariaal e, senza fermarmi, punto diretto a risalire il sentiero che in breve tempo mi porta a Chiarino.
Poco prima di entrare nel nucleo di baite, splendidamente tenuto, come tutto il resto dell’entroterra premanese, punto direttamente al fianco del Pizzo risalendo tramite un sentiero a zig zag che si mantiene interamente nel bosco fino a poco prima della vetta, a cui giungo attorno alle ore 10.00.
I cartelli alla partenza indicavano una percorrenza di 2h 15’ e così è stato.
Dalla vetta il panorama si apre su tutto l’arco alpino lecchese, con in bella vista l’enorme mole del Legnone, il Pizzo Alto, il Monte Rotondo, il Mellasc e il Pizzo Tre Signori, ancora bello carico di neve.
La cresta si allunga in direzione sud-est e sembrerebbe essere percorribile per un bel tratto, ma avendo altri impegni il pomeriggio non ho approfondito.
Dopo una bella sosta in cima e dopo aver scambiato quattro chiacchiere con un gruppetto arrivato poco dopo di me, riprendo la discesa raggiungendo nuovamente l’Alpe Chiarino e utilizzando la strada a-s-p come defaticante per tornare a fondovalle.
La strada è monotona ma ha pendenze blande che permettono di mantenere un buon passo e scendere abbastanza rapidamente, sebbene sia notevolmente più lunga del sentiero.
Al mio ritorno al parcheggio, trovo auto infilate in ogni dove: complice la bella giornata, centinaia di persone si sono riversate nella zona. Ne avrò conferma lungo la strada della Valsassina, che in senso opposto al mio è un infinito serpentone di macchine che arriva fino oltre Lecco.

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