Da Lavena Ponte Tresa a Gavirate, ossia dal Ceresio al Lago di Varese
Dopo il recente giro del Lago di Varese, lunga passeggiata perlopiù pianeggiante, era nata sommessamente l'idea di tentare una traversata che partisse dalle sue rive fino alla Valganna, ma quel pizzico di follia che ormai mi attanaglia spinge diabolicamente tal progetto all'estremo e allungare il tutto sino al Ceresio. Giunto il giorno predestinato, non sapendo bene quante ore potrebbero volerci e soprattutto consapevole che quest'anno non ho senz'altro dislivelli ne chilometraggi esagerati nelle gambe, decido che partirò dal Ceresio per iniziare più presto ed avere più ore possibili a disposizione per il rientro coi mezzi pubblici, e che Dio la mandi buona...
La traversata, a dire il vero, non inizia da Lavena ma da Ponte Tresa: una ventina di minuti di "riscaldamento" (data la temperatura decisamente fresca, 4 gradi) nella splendida cornice del lungolago, prima d'iniziare la lunga serie di tappe che toccherà nell'ordine l'ampio piattone del Monte Marzio (m.880), il panoramico Piambello (m.1129) e il meno panoramico - quantomeno la cima - Val de Corni (m.996), per poi abbandonare la costiera porfirica e buttarsi in quella calcarea. Poncione di Ganna (m.993), Minisfreddo (m.1042), San Bernardo (m.1020), Rho d'Arcisate (m.938) e, tramite il Passo del Vescovo (m.620), Monarco (m.858) sono le tappe che riportano in piena Valganna, nella laterale Valvassera e i suoi affioranti porfidi culminanti nella cresta SE del Monte Martica, il Passo del Diavolo ed infine la cima (m.1032), con visita sulla più occidentale e panoramica Punta Rossotti (m.1028) prima dell'avvicinamento al cupolone erboso del Chiusarella (m.913), in cui per incanto riappare il calcare.
La ripida discesa per il fianco SW della panoramica cima, da cui il Lago di Varese comincia (quantomeno a occhio) a farsi più vicino, conduce alla ex-Cava Donati e al Villaggio Cagnola, ove parte l'assalto finale a Sua Maestà il Campo dei Fiori, ultimo ostacolo da superare, a partire dal piccolo ma rocciosetto Monte Legnone (m.867), prima di raggiungere il sospirato Valico Pizzelle (m.932), evitando l'omonima cresta per risparmiare le (poche) energie residue. Poco prima di raggiungere l'ex-funicolare (m.1032) incrocio
Antonio59 !, anche lui a scarpinare da queste parti, per poi ripartire e puntare direttamente all'Osteria Irma (anche qui evito ulteriori salite al Monte Tre Croci e al Piazzale della Batteria), fortunatamente aperta per "ricaricarmi" con una poco etica ma efficace Coca Cola in vista del "gran finale".
Già... perchè la "scusa" del fare il giro in senso inverso è stata anche fortemente condizionata dal fatto che le sommità principali del Campo dei Fiori rappresentano indubbiamente i panorami più ampi e belli delle prealpi varesine e permettono la visione totale del Lago di Varese, pur visto o intravisto già dal Poncione, il Monarco e il Chiusarella; goderne con le morbide luci pre-serali non ha prezzo, e risalirle una ad una (Punta Paradiso m.1226, Punta di Mezzo m.1227 e Punta di Orino m.1139, quest'ultima con accresciuta e magnifica vista anche sul medio/basso Verbano, oltrechè unica delle tre da cui si scorge lontanissimo un pizzico di Ceresio) dopo ore e ore di cammino rappresenta una piccola gioia per gli occhi e l'animo ritemprato. La bellezza suprema era giusta tenerla alla fine, prima di buttarsi giù verso Gavirate tramite un sentiero (n.13 del Parco) fantastico e redditizio sino all'incrocio col 10, dove la pendenza diminuisce in una mulattiera bella ma abbastanza massacrante dopo tante ore, e poi asfalto da Cà di Monte (m.335). L'arrivo alla stazione di Gavirate (m.283) è di quelli beffardi, in quanto il treno per Varese è in passaggio e partenza proprio in quel momento, impedendomi così il ritorno in Valganna in "autonomia". Mi rimane un'ora di attesa, che sfrutto "filosoficamente" per completare la traversata e raggiungere il non vicinissimo Lido di Gavirate (m.238), e toccare il Lago, ammantato da minacciose nubi serali e forse per questo particolarmente affascinante.
Pace. Fine.
Avanti così... ma non lo consiglierei a nessuno. ;)
La traversata, a dire il vero, non inizia da Lavena ma da Ponte Tresa: una ventina di minuti di "riscaldamento" (data la temperatura decisamente fresca, 4 gradi) nella splendida cornice del lungolago, prima d'iniziare la lunga serie di tappe che toccherà nell'ordine l'ampio piattone del Monte Marzio (m.880), il panoramico Piambello (m.1129) e il meno panoramico - quantomeno la cima - Val de Corni (m.996), per poi abbandonare la costiera porfirica e buttarsi in quella calcarea. Poncione di Ganna (m.993), Minisfreddo (m.1042), San Bernardo (m.1020), Rho d'Arcisate (m.938) e, tramite il Passo del Vescovo (m.620), Monarco (m.858) sono le tappe che riportano in piena Valganna, nella laterale Valvassera e i suoi affioranti porfidi culminanti nella cresta SE del Monte Martica, il Passo del Diavolo ed infine la cima (m.1032), con visita sulla più occidentale e panoramica Punta Rossotti (m.1028) prima dell'avvicinamento al cupolone erboso del Chiusarella (m.913), in cui per incanto riappare il calcare.
La ripida discesa per il fianco SW della panoramica cima, da cui il Lago di Varese comincia (quantomeno a occhio) a farsi più vicino, conduce alla ex-Cava Donati e al Villaggio Cagnola, ove parte l'assalto finale a Sua Maestà il Campo dei Fiori, ultimo ostacolo da superare, a partire dal piccolo ma rocciosetto Monte Legnone (m.867), prima di raggiungere il sospirato Valico Pizzelle (m.932), evitando l'omonima cresta per risparmiare le (poche) energie residue. Poco prima di raggiungere l'ex-funicolare (m.1032) incrocio

Già... perchè la "scusa" del fare il giro in senso inverso è stata anche fortemente condizionata dal fatto che le sommità principali del Campo dei Fiori rappresentano indubbiamente i panorami più ampi e belli delle prealpi varesine e permettono la visione totale del Lago di Varese, pur visto o intravisto già dal Poncione, il Monarco e il Chiusarella; goderne con le morbide luci pre-serali non ha prezzo, e risalirle una ad una (Punta Paradiso m.1226, Punta di Mezzo m.1227 e Punta di Orino m.1139, quest'ultima con accresciuta e magnifica vista anche sul medio/basso Verbano, oltrechè unica delle tre da cui si scorge lontanissimo un pizzico di Ceresio) dopo ore e ore di cammino rappresenta una piccola gioia per gli occhi e l'animo ritemprato. La bellezza suprema era giusta tenerla alla fine, prima di buttarsi giù verso Gavirate tramite un sentiero (n.13 del Parco) fantastico e redditizio sino all'incrocio col 10, dove la pendenza diminuisce in una mulattiera bella ma abbastanza massacrante dopo tante ore, e poi asfalto da Cà di Monte (m.335). L'arrivo alla stazione di Gavirate (m.283) è di quelli beffardi, in quanto il treno per Varese è in passaggio e partenza proprio in quel momento, impedendomi così il ritorno in Valganna in "autonomia". Mi rimane un'ora di attesa, che sfrutto "filosoficamente" per completare la traversata e raggiungere il non vicinissimo Lido di Gavirate (m.238), e toccare il Lago, ammantato da minacciose nubi serali e forse per questo particolarmente affascinante.
Pace. Fine.
Avanti così... ma non lo consiglierei a nessuno. ;)
Tourengänger:
Poncione

Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (16)