Cima Mergozzoni 1384 Corte Buè 888 da Candoglia 210

Da Candoglia 210, prendiamo la Via Santr'Andrea in direzione dell'omonima chiesa, quando essa diventa sterrata, su un sasso compare un bollo rosso : è l'inizio del sentiero ( poco usato ) che sale ripido nel bosco, ed è visibile solo grazie ai segni rossi. Si arriva alla baita della "Cuvetta" e dopo un tratto incerto si arriva alla grande radura con una bel baitone, è l'Alpe La Piana 322 m. Fin qui si potrebbe arrivare più facilmente da Candoglia con una stradina sterrata che parte da Via alle Ville.
Il sentiero sale ora lungo il bordo della valle del Rio Candoglia, fino ad arrivare nella parte alta dell'alpe Vercio 847 m. 
Esattamente dove c'è un area pic-nic con tavoli e panche.
Qui svoltando a sinistra, saliamo con il sentiero A52, che passa dall'Alpe Fontana e dopo un tratto panoramico arriva alla Colma di Vercio 1255.
Ora svoltiamo a sinistra in direzione della Cima di Corte Lorenzo, c'è un tratto di neve trasformata e molto dura.
Passiamo dalla grande trincea della teleferica, e quando arriviamo sotto il castello sommitale della Cima Mergozzoni, la risaliamo aggirandola verso sinistra, nel versante solatio con poca neve. Arrivati in vetta 1384, scendiamo  nel versante valgrandino, per pochi metri nella neve dura, che poi si smolla e rende più sicura la progressione nella faggeta senza sentiero ( verso Nord-Est ). Dopo 200 metri di dislivello in discesa selvaggia ( tanto che la poca neve ha inghiottito mezzo bastoncino, senza più restituirlo, scomparso ), ritroviamo il sentiero ufficiale Colma di Vercio-Corte Buè. Di cui seguiamo in discesa gli stretti tornanti, per poi abbandonarlo, e seguire un vecchio sentiero che punto a nord, quando esso diventa incerto, scendiamo ad un paio di baite diroccate ( dove passa il sentiero per Orfalecchio ) sotto le baite c'è la traccia che scende dapprima a un piccolo nucleo di baite e poi a Corte Buè e al Bivacco Serena 888 m.
Qui spaghettata di rito.
La "tranquilla" risalita alla Colma di Vercio ( sono 370 m+ ) sarà a passo di lumaca, dopo l'abbondante pasto.
Dalla Colma come all'andata, giù a Vercio e al suo eremo. All'estremità sud dell'alpe arriviamo al panoramicissimo alpetto di La Colina, e da qui scendiamo sulla stradina sterrata che scende a Bracchio.
Ma dopo un breve tratto i compagni di avventura già si lamentano del "comodo" percorso su strada, a sentire loro, noioso.
Cerchiamo subito di accontentarli.


Intorno ai 560 m di quota la Carta Nazionale Svizzera riporta un sentiero che scende a Candoglia, già un anno fà ne proposi a Sam la discesa, ma il buio imminente mi fece dar retta al saggio amico e rinunciammo all'incognito. Molto saggia decisione.


Si sa che in territorio italiano la Carta Nazionale Svizzera non è per niente precisa, rifacendosi per lo più alla nostra IGM, aggiornata solo fino al tempo del crollo dell'Impero Romano.


Dopo pochi metri fiduciosi, iniziano i problemi, alberi morti per terra in grande quantità, vegetazione invadente, salti di roccia, con ricerca di passaggi chiave obbligati e quasi assenza di ogni traccia, ha fatto rimpiangere a tutti di avere abbandonato la stradina sterrata. Arrivati a un castagneto abbandonato dove c'è un enorme masso, in breve scendiamo al sentiero vicinale, siamo salvi :-))
Seguiamo il sentiero in discesa verso nord e arrivati sul fondovalle, facciamo una breve risalita alla chiesetta di campagna di sant'Andrea, per poi tornare in breve a Candoglia.