Val Bavona | Corona dei Legni

A Fontana si attraversa il fiume Bavona e si raggiunge lo Splugo del Chiall. Dallo splugo si prosegue verso ONO su discreta traccia, evidente fino all'attraversamento di un piccolo riale. Proseguo nel sottobosco muschiato fino ad una piccola gronda; non so dove passano i sentieri, dove si trova il rudere né la sua quota, e questo mi sembra un buon punto per iniziare l'esplorazione; da questo punto pertanto risalgo il versante a destra di una evidente giavina fino a quando termina contro una bancata rocciosa. Un canaletto nel punto in cui una placca si appoggia alla bastionata sembra una promessa di passaggio, e paiono intravedersi delle possibili tacche scavate un poco piu' in alto; per raggiungerle bisogna pero' superare un gradino di circa 1.5 m bagnato e non banale (mi espongo, almeno III) e quindi ripiego per continuare l'esplorazione verso ovest.
Ridiscendo e verso quota 680 m trovo una flebile e discontinua traccia che prosegue nel versante franoso; all'altezza di un altro riparo sotto gronda riprendo quota fino ad arrivare a una evidente placca che sbarra il percorso. La soluzione è sul bordo della placca contornando a dx un dosso roccioso. Ma io ancora non lo so.
Salgo a sx del dosso e sul bordo di piccole placche lisce si riesce a salire abbastanza agevolmente; tendendo verso destra ritrovo un po' a sorpresa un manufatto in sasso. A monte di questo una cengia porta ad un canaletto, e fatti alcuni metri la cengia si rivela una bellissima scalinata, alla cui base alcune tacche permettono di scendere sul ripido versante adiacente.
Usciti dalla scalinata si risale una dorsale boscosa con sassi, che termina a quota 820 m circa alla base di una grande bastionata. E' la Corona dei Legni, e la conferma me la danno i ruderi della costruzione che ritrovo a una cinquantina di metri verso SE.
Il rudere di q. 817 si trova praticamente sulla verticale della prima via esplorata, che probabilmente era proprio la "difficile via su tacche".
In discesa alla base della scalinata invece che percorrere la via dell'andata scendo verso sx in un ripido pendio che porta obbligatoriamente in un ripido canaletto incassato; sotto terra e foglie ritrovo diversi gradini scavati, e buoni appigli per le mani aiutano nella discesa altrimenti veramente disagevole.
Dal basso il canaletto sembra un percorso obbligato, ma riconoscerlo subito come la "giusta via" mi sembra un bel esercizio di immaginazione, anche perché il terreno soprastante è molto ripido e la scalinata non visibile dal basso.
Ritorno per la medesima via (piu' o meno).