Cima de Val Loga (3005 m)
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Escursione nell’alta Valle Spluga con partenza da Montespluga, per tentare la salita ad un tremila frequentato soprattutto nella stagione scialpinistica.
La Cima de Val Loga si erge sul crinale che funge da confine italo-svizzero, tra i comuni di Madesimo e Mesocco.
Inizio dell’escursione: ore 6.40
Fine dell’escursione: ore 14.20
Pressione atmosferica, ore 6.00: 1021 hPa
Isoterma di 0°C, ore 6.00: 3100 m
Temperatura alla partenza: 3°C
Temperatura all’interno del bivacco a mezzogiorno: 4°C
Temperatura al rientro: 18°C
Alba: 6.11
Tramonto: 20.44
Velocità media del vento: 5 km/h
Numero di passi: 15289
Soccorso REGA: 1414
Emergenza sanitaria in Italia: 118
Numero unico di emergenza europeo: 112
Sveglia alle 3:20, partenza da casa alle 4:20, arrivo a Montespluga alle 6:16 dopo 124,3 km d’auto.
Dalla parte bassa del villaggio imbocco la Via Ferrè in direzione ovest. Dopo circa 400 m arrivo ad uno spiazzo adibito a posteggio. Riesco a trovare ancora un posticino fra le auto e i camper parcheggiati. Al mio arrivo albeggia; il cielo è velato e la temperatura è di soli 3°C.
Alle 6:40 mi incammino sulla sterrata delimitata a nord da un lungo muretto a secco.
Superato un ponte di pietre a vista, mi avvio sul sentiero pianeggiante alla sinistra del Torrente Loga, chiamato dalle persone del posto Liro. I frequenti bolli bianco-rossi, accompagnati da quelli gialli, agevolano la scelta della direzione da prendere.
Dopo circa due chilometri di dolce saliscendi su pascoli umidi, il sentiero si inerpica sui fianchi di dossi che si fanno vieppiù ripidi. Il pascolo lascia spazio a sfasciumi di rocce multicolori. Alcune pietre rosso-scuro sembrano dei pezzi di ferro arrugginito.
Il Bivacco Val Loga (2773 m), già visibile dal paese, è come un miraggio: sembra vicino, ma così non è. Il Pizzo Tambo (3279 m) è coperto da una spolverata di neve fresca. Dalla parte opposta noto che dal Ghiacciaio del Pizzo Ferrè (3103 m) emergono degli isolotti di roccia che ne accelerano la fusione. Solo fino a dieci anni fa la calotta di ghiaccio era compatta.
Il toponimo Pizzo Ferrè deriva probabilmente dal colore rossastro e ferrigno delle sue rocce.
Eccomi al crinale sul quale sorge il Bivacco Val Loga (2773 m). Ci sono volute due ore e mezzo di cammino per raggiungerlo. Tre ragazzi vi hanno pernottato ed ora preparano la prima colazione. Mi dicono che la notte è stata molto fredda. Non fatico a crederci, visto che la temperatura all’interno è ancora di 4°C.
La struttura, inaugurata nell’agosto del 2009, appartiene al CAI sezione Vallespluga. Ha nove posti letto con coperte, cucina con bombola del gas e cassetta di pronto soccorso. L’acqua si prende nella valletta a SW, poco sotto. L’illuminazione è garantita da un pannello fotovoltaico.
Non ci sono segnavia per la mia meta né altre indicazioni che informino gli escursionisti sulla destinazione del sentierino che prende avvio alla sinistra del rifugio.
La visibilità è molto buona, per cui proseguo a naso, anzi a vista, puntando alla cima centrale, già visibile da qui. Superato il torrente che scende nella Valle Schisarolo continuo in direzione sud-est, sulla traccia di sentiero, quindi, a circa 2800 m di quota, la abbandono e svolto a destra, in forte salita, su un’immensa pietraia frammista a sfasciumi e a cespi d’erba magra. Raggiunto un terrazzo continuo in direzione sud-est, ai piedi di placconate di roccia, fino ad un’ottantina di metri dal crinale. La cima meridionale è ora distinguibile: decido di visitarla prima di quella principale, che la supera in altezza di un solo metro. Alle 10:25 pervengo all’omino di vetta. La vista è spettacolare, in particolare sul Pizzo Ferrè, sul Piz di Pian e sul Piz Bianch. Anche lo sguardo sulla cima principale è accattivante. Appare come una piramide protesa verso la Val Curciusa. Confesso che nutro qualche dubbio sulle mie capacità di risalirla; in ogni caso ci proverò. Ridisceso sul crinale percorro la pianeggiante cresta per circa 150 m, quindi mi abbasso leggermente sul versante orientale per risalire più facilmente fino alla base della piramide. Da qui, depositati i bastoncini, scalo gli ultimi metri, che tutti, riprendendo le parole del Brenna, definiscono “facile”. Per la verità, c’è un passaggio esposto di II grado, che non è da prendere sottogamba: bisogna affrontarlo con concentrazione.

Cima de Val Loga (3005 m)
Il modesto omino di pietre non contiene il libro di vetta.
Tornato alla base del promontorio mi ritrovo su un sentierino, segnalato da sporadici ometti di pietra e bolli rossi, che seguo sull’interminabile pietraia fino al bivacco. Ho la fortuna di osservare una coppia di aquile in volo, che compiendo dei cerchi si spostano dalla cima settentrionale verso quella centrale. Più in basso ho un incontro ravvicinato con un ermellino. Come sempre questo mustelide si dimostra molto schivo: mi osserva per un paio di secondi e scappa.
La gita si conclude dopo 7 h e 40 min dalla partenza, in prossimità del Lago di Montespluga.
Cima molto panoramica, sulla cresta che congiunge due colossi: il Pizzo Ferrè e il Pizzo Tambo. Ha preso il nome dalla Val Loga, ma in realtà fa parte del comprensorio della Valle Schisarolo. La carta nazionale svizzera le attribuisce una quota di 3005 m, mentre le altre carte topografiche le assegnano 3004 m.
Fino al 1950 il suo versante ovest era coperto dal Ghiacciaio di Curciusa, quello est dal Ghiacciaio di Val Loga.
Tempo totale: 7.40 h
Salita: 3.50 h
Tempi parziali
Montespluga (1904 m) – Bivacco Val Loga (2773 m): 2 h 30 min
Bivacco Val Loga (2773 m) – Cima meridionale de Val Loga (3004 m): 1 h 05 min
Cima meridionale de Val Loga (3004 m) – Cima centrale de Val Loga (3005 m): 27 min
Cima centrale de Val Loga (3005 m) – Bivacco Val Loga (2773 m): 30 min
Bivacco Val Loga (2773 m) – Montespluga (1904 m): 2 h 20 min
Dislivello in salita: 1147 m
Sviluppo complessivo: 12,71 km
Difficoltà: T3+ (con un passaggio di II grado)
Coordinate Bivacco Val Loga: 741.750 / 148.860
Coordinate Cima de Val Loga: 741.107 / 148.698
Copertura della rete cellulare: swisscom, discreta (2/4)
Libro di vetta: no
Soccorso REGA: 1414
Emergenza sanitaria in Italia: 118
Numero unico di emergenza europeo: 112
Fauna selvatica osservata: una coppia di aquila reale, un ermellino, un’arvicola delle nevi, diverse marmotte, un rondone.

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