Cima de Val Loga Meridionale (3003 m) e Settentrionale (2967 m)
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Weekend molto lungo, da sabato a martedì. Decido di dedicare due giorni alla montagna, che ho un po’ di tempo da recuperare, eh!
Non amo “copiare” quello che fanno gli altri, ma di recente ho letto un rapporto di Alpingio su un tremila da Monte Spluga che ha fatto con gli sci ed ha quotato PD. Dalla mia cartina non riesco a capire bene quanto sia ripido il pendio finale, ma nella relazione si parla di “facili roccette”. Vado a provare.
Guardando le previsioni vedo in Val Chiavenna il tempo è migliore che altrove, la mia meta è decisa.
È piovuto stanotte e viene ancora giù qualcosa. Per tutto il viaggio da Milano è un continuo accendere e spegnere i tergicristalli. Eppure resto fiducioso. Ed infatti, arrivato a Chiavenna, smette di piovere ed il cielo, che ora incomincia ad essere visibile, mostra di aprirsi proprio dove sto andando io! Sembra impossibile, ma giunto a Monte Spluga, con il sole ormai sorto da un po’, il cielo è tersissimo. Parcheggio e mi incammino con le ciaspole sullo zaino.
La Val Loga è lunga e piatta. Per un bel po’ non guadagno dislivello, poi incomincio a salire, sempre seguendo il sentiero estivo. C’è neve da 2200 in su, ma si riesce ancora ad evitare, poi più in alto calzo le ciaspole e proseguo verso il Bivacco, sempre visibile sopra di me. Sta su uno sperone roccioso e, per non dover togliere le ciaspole, ci passo sotto e proseguo verso la cresta. A mano a mano che mi avvicino, mi rendo conto che la Cima Centrale non è per nulla facile, o almeno così sembra: il castello sommitale non mi piace, e per arrivarci sembra che ci sia da fare un pezzo di cresta nevosa con sotto una placca. Per fortuna, cosa che non avevo messo in conto, la Cima Meridionale sembra al contrario fattibile, ed infatti le tracce degli sci sembrano tutte puntare a lei. Giunto sotto la cresta, tolgo le ciaspole e metto i ramponi e, piccozza alla mano, incomincio a salire. La neve diventa via via più inconsistente, primaverile, specie nei punti in cui, evidentemente, sotto ci sono dei massi. Cerco di compattarla, spingendo dentro gli scarponi, e a portare il mio peso verso il pendio. Sotto di me, ad ogni modo, ho solo neve ed il pendio che spiana, una scivolata non avrebbe alcuna conseguenza. In breve tempo, comunque, sono in cresta e la vetta è lì. Nonostante sia solo un metro più bassa della Cima Centrale, sembra molto più bassa! Ma non importa, l’importante è essere arrivato ed avere tutto attorno un bellissimo panorama. Anche se le nubi incominciano a farsi avanti (e naturalmente il primo ad essere coperto, anche se solo a momenti, è il Tambò) si vedono un sacco di cime, e la Val Curciusa sotto di me.
È prestissimo, così, scartata ovviamente l’ipotesi della Cima Centrale, vedo in lontananza, dietro di lei, un panettone con una cupola nevosa, che immagino sia il P2967 e che scoprirò una volta tornato a casa essere battezzato Cima de Val Loga Settentrionale, anche se in realtà è oltre il Pass de Val Loga. Scendo fino a 2900 e proseguo in traverso, con su i ramponi, verso il Pass de Val Loga, dove incontro due scialpinisti, e proseguo per la larghissima cresta fino alla cima (e anche oltre, raggiungendo il Pass Zoccone). Penso un attimo se scendere di qui, ma poi decido di ripercorrere la via di salita. Al bivacco scambio due parole con una cordata che torna sconsolata dal Pizzo Ferrè che non sono riusciti a fare perché erano troppo lenti, per via della neve non abbastanza portante (e della forma fisica, evidentemente non al top, dopo due mesi di fermo!). La mia condizione, invece, sta migliorando, rispetto a settimana scorsa, ne sono felice!
Arrivo alla macchina prestissimo, ottimo per evitare il traffico al rientro!

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