FINALMENTE SPITZHORLI

Tempo non molto stabile, rinunciamo al fine settimana al Rifugio Marinelli Bombardieri e optiamo per una gita in giornata al Passo del Sempione per salire una delle cime che più ci hanno riempito i pensieri in questi anni post lockdown anche se ci stava una bella ciaspolata! Partenza all'alba, lasciamo i quasi quaranta gradi di questi ultimi giorni in pianura per arrivare al Simplon Pass alle 8.30 dove il termometro segna circa 10 gradi. Il cielo è nuvoloso con nebbia di risalita e auspichiamo che volga al meglio in fretta, come da previsioni! L'imbocco del sentiero non è molto ben segnalato, bisogna scendere dietro una costruzione dove, a lato di un piccolo laghetto, partono varie stradine: una vale l'altra! Risaliamo inizialmente un risalto erboso e proseguiamo in un ampio vallone; il cielo sembra rischiararsi ma il vento è molto freddo tanto che Riccardo si infila i guanti! Arrivati nei pressi del bivio che porta alla visibile vetta del Tochuhorn, si intravede il piccolo Undre Rossusee, un laghetto alpino circondato da una bellissima fioritura di sassifraghe e altri fiori. Proseguiamo diritti superando uno strappetto e giungiamo al passo Usserl Nanzlicke a quota 2.601: la vetta ormai è in vista!  Inizia la parte più ripida della salita ma è veramente breve ed in poco tempo raggiungiamo la vetta segnalata da un sottile crocifisso e da un cippo. In realtà il gps ci segnala che la vetta vera e propria non è quella ma un'altra cima che si vede più avanti, verso nord e segnalata da un grosso ometto di pietre. Solo una persona fra quelle in vetta con noi (in realtà abbiamo incrociato circa  cinque persone durante tutta l'escursione) prosegue avanti e così procediamo anche noi arrivando effettivamente a quota 2.736. Sulla vetta il vento sembra cessato, il sole ora fa capolino tra le nuvole e ci riscalda bene. Così pranziamo in solitudine e silenzio, ammirando il paesaggio che via via emerge dalle nuvole veloci nel vento; intravediamo le alpi svizzere con i loro tremila di cui non conosciamo i nomi ed a ovest uno sprazzo di un ghiacciaio che pensiamo sia il versante del Massiccio del Rosa che guarda verso Zermatt. LA discesa per la stessa strada viene interrotta appena sotto la vetta, in una bella terrazza erbosa protetta dal vento dove ci concediamo una mezz'oretta di meditazione nel silenzio più assoluto. A parte il mio mal di piedi (che ormai mi affligge da qualche mese) che mi ha accompagnato per tutta la discesa è stata una giornata bellissima, rilassante e appagante. Doverosa sulla via del ritorno una visita a Domodossola che ci ha stupito con il suo bellissimo centro molto curato e vivace.