Lagginhorn (4010 m) - via normale


Publiziert von Winterland , 11. Juli 2023 um 21:01.

Region: Welt » Schweiz » Wallis » Oberwallis
Tour Datum: 7 Juli 2023
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-VS 
Zeitbedarf: 10:00
Aufstieg: 1280 m
Abstieg: 1600 m
Unterkunftmöglichkeiten:Weissmieshütte CAS

Il Lagginhorn era in programma da parecchio tempo. Finalmente abbiamo trovato una finestra in cui condizioni, meteo e logistica ci avrebbero permesso di affrontarlo al meglio.



Avvicinamento

Il team è tutto di famiglia, composto da mio fratello, mio figlio e il sottoscritto.
Raggiungiamo il parcheggio degli impianti di risalita di Saas Grund verso le 15. Come da previsioni la meteo è variabile con una leggera pioggerellina che si alterna a schiarite locali.

Con più tempo a disposizione e una meteo più cooperativa i 900m di dislivello fino alla stazione di Kreuzboden si potrebbero coprire a piedi, ma anche in vista della discesa del giorno dopo ci giochiamo la carta degli impianti.

Da Kreuzboden in meno di un'ora di mulattiera e facile sentiero siamo alla Weissmieshütte, sempre sotto una leggera pioggerellina intermittente. La meta del giorno dopo è davanti a noi, parzialmente avvolta dalle nuvole. Il Lagginhorn si presenta come un imponente prisma di granito e neve che domina la visuale.





La capanna è ben organizzata, pulita e accogliente. Si tratta di un rifugio prettamente alpinistico. Lo si intuisce subito dalla quantità di materiale tecnico presente nel locale scarponi e dagli orari richiesti per la colazione dai vari gruppi.

I modelli meteo per il giorno dopo sono ormai tutti concordi: sereno con passaggio a temporali verso le 15. Non volendo rischiare di farci sorprendere in cresta da un temporale e non del tutto certi sul passo che riusciremo a tenere, decidiamo di anticipare la colazione alle 3, circa un'ora prima dello standard di chi percorre la via normale. Il capannaro è molto disponibile e non ha alcun problema al riguardo.

Rinunciamo alla ricognizione e ci limitiamo a studiare l'attacco della cresta da lontano. Durante la cena inizia a nevischiare intensamente, ma dopo pochi minuti smette e il bel tempo prende rapidamente il sopravvento.



Salita

Abbiamo deciso di percorrere la cresta Ovest integralmente evitando di attraversare il facile ghiacciaio. Quest'ultimo non presenta grosse difficoltà ma è a rischio di caduta sassi. Per noi non aveva senso rischiare inutilmente vista la presenza di un'alternativa nettamente più sicura. Vedremo più tardi che nonostante ciò la vecchia via è comunque ancora piuttosto frequentata, forse perchè arrivando da Hohsaas permette di risparmiare dislivello.

La notte è breve. Non dobbiamo neppure attendere la sveglia perchè la coppia al nostro fianco si alza 5 minuti prima di noi, alle 2:45. Loro affronteranno l'impegnativa cresta Sud.
Mentre terminiamo la colazione la capanna si anima e la maggior parte degli ospiti si attiva.


Ore 3:45, 2726m:
Siamo il primo gruppo a mettersi in marcia. Il cielo è sereno, temperatura attorno ai 3 gradi, vento assente e luna quasi piena.

Lasciata la capanna attraversiamo il ponticello sul torrente e saliamo lungo la sua destra orografica, per poi proseguire lungo la morena. Ad un certo punto, poco prima degli speroni rocciosi, sulla destra si separa il sentiero in direzione del ghiacciaio. Non bisogna imboccarlo, ma continuare per altri 100m circa. Quello è il punto (indicato da un omino) in cui bisogna deviare di 90°, scendendo per qualche metro dalla morena per poi risalire.

La visibilità è ottima, abbiamo le frontali accese ma grazie alla luna sono quasi superflue. Conviene in ogni caso consultare il gps di tanto in tanto per evitare di perdere tempo in inutili ravanage.
Una traccia si alterna a progressione su sassi. Numerosi piccoli omini di pietra indicano egregiamente la via, in ogni caso il percorso è logico e non obbligato. Basta fare attenzione a non spostarsi troppo sulla destra.

Si distinguono i puntini luminosi delle cordate che lasciano la Weissmiesshütte e la Mischabelhütte, dall'altra parte della valle, come piccole formiche.

Per non bruciarci subito teniamo un passo non eccessivamente veloce ma regolare.

Ore 5:00, 3231m - 1h15:
Si passa un cerchio di sassi e delle bandierine tibetane e si sbuca in cresta. Facciamo una prima pausetta, non troppo lunga perchè l'aria è fredda. Ci obblighiamo a bere e mangiare qualcosa per non andare in crisi più tardi.

Da qui il terreno si fa gradualmente più difficile, restando comunque divertente e completamente godibile. Di tanto in tanto è necessario l'uso delle mani. Ci si tiene sempre leggermente a destra del filo di cresta, con alcuni passaggi obbligati e altri a scelta.
Il casco è raccomandato, l'esposizione mai eccessiva. Serve comunque una certa concentrazione. Alcune rocce coperte di ghiaccio ci ricordano che in condizioni non ottimali questa montagna può essere insidiosa.

Mentre ci godiamo lo spettacolo del massiccio del Mischabel illuminato di rosso dai primi raggi del sole,  alcuni gruppi più veloci ci raggiungono e procedono poco davanti a noi.

Ore 6:45, 3500m - 3h00:
Siamo di fronte a quello che la letteratura descrive come il passaggio chiave. Si tratta di una placca inclinata di grado II senza grande esposizione e con buoni appigli. In realtà è semplice. Durante la discesa ci renderemo conto che può essere in parte aggirata sulla destra (visto dal basso).
Più delicato è invece il traverso innevato che lo precede, sia perchè avrebbe poco senso ramponarsi già qui, sia perchè è in leggera salita.

Per precauzione leghiamo il membro più giovane e leggero del gruppo. Proseguiremo con questo assetto fino alla vetta e per gran parte della discesa: un adulto con il ragazzo in conserva, il secondo adulto a corta distanza, slegato.

Ore 7:15, 3635m - 3h30:
La cresta si restringe per confluire nella piramide sommitale (che in realtà è una mezza piramide). Qui la copertura nevosa diventa costante, con rocce che affiorano qua e là. È il punto logico in cui indossare i ramponi. Infatti anche le cordate che seguono ci imiteranno.



La traccia è ben definita e prosegue a zig zag sempre puntando decisamente verso l'alto. In alcuni passaggi ci si può aiutare con le mani afferrando le rocce ai lati.
La neve è un ottimo firn, duro al punto giusto. Data la pendenza il passo è piuttosto lento, ma essendo la traccia ripida si guadagna altitudine velocemente.
Da qui alla vetta la concentrazione resta massima. Il pendio è ripido, a occhio oltre i 40 gradi. Arrestare una scivolata qui è più un'ipotesi teorica che una vera possibilità, dunque ogni passo va fatto con cura.

Avanziamo comunque tutti con passo sicuro trovando subito un buon ritmo. Senza quasi accorgerci siamo allo spiazzo che precede la vetta, dove siamo raggiunti per la prima volta dal sole.

Più avanti nella stagione la piramide sommitale è in genere sgombra da neve tranne per questo nevaio a sinistra della vetta, che però rischia di presentare ghiaccio vivo. In quel caso si raccomanda di evitarlo, tenendosi sulle rocce a destra. Al momento questo non è possibile ma la neve è in condizioni perfette e non lo richiederebbero comunque.

Ore 8:45, 4010m - 5h00:
I pochi metri che mancano per raggiungere la vetta sono i più difficili, psicologicamente. A mio avviso, in queste condizioni, è senza dubbio questo il vero passaggio chiave. Il terreno in sé è facile, ma la traccia sul ripido pendio è molto stretta e passa a pochi centimetri dal versante Nord che scende in vertiginosa picchiata. Dopo qualche manovra di equilibrismo per incrociare una cordata di tre persone siamo comunque alla croce.

Vetta raggiunta alle 8:45, grande emozione!

Ciònonostante non ci si può rilassare troppo: la vetta è poco spaziosa, in parte occupata e parecchio aerea. Dopo pochi minuti e qualche altra acrobazia torniamo allo spiazzo dove possiamo finalmente distenderci e scattare qualche foto con più tranquillità.
Data la prominenza di questa cima e la giornata magnifica, il panorama è incredibile. Un vento gelido ci invita a iniziare la discesa senza indugiare troppo.



Discesa

Come per la salita, la concentrazione resta massima. Non so se per una certa abitudine ormai acquisita o per una questione di prospettive, ma la discesa incute meno timore della salita. 
Questo pendio è stato purtroppo teatro di vari incidenti nel corso degli anni e non va comunque preso alla leggera. Anche qui le condizioni perfette ci aiutano alla grande.

Alle 10:00 abbiamo riguadagnato la cresta, togliamo i ramponi e facciamo una pausa. La consistenza della neve a questo punto comincia a deteriorarsi. Incontriamo ancora varie cordate che raggiungeranno la cima non prima delle 11:30, con condizioni nettamente peggiori. Una di queste composta da 4 elementi procede in assetto quasi da ghiacciaio, con vari metri di corda tra ogni membro.
Ognuno è libero di fare le proprie considerazioni e adottare le soluzioni che meglio crede, ma la visione mi inquieta un poco.

Da qui non resta che ricalcare il percorso della salita, sempre a lato della cresta. Come spesso mi succede, subentra una specie di pilota automatico che guida la progressione sasso dopo sasso. Alla luce del giorno è anche più facile seguire gli omini e i graffi dei ramponi.
La discesa resta comunque piuttosto lunga. Il terreno non consente una grande velocità. Impieghiamo circa 4 ore a tornare alla Weissmieshütte, più una buona oretta di pausa panino grazie alla meteo che resta perfetta.

Alle 13:45 siamo alla Weismiesshütte, recuperiamo il materiale lasciato e in mezz'ora siamo a Kreuzboden. Non ci sentiamo per niente in colpa nel fare la discesa a valle in cabina gustandoci un gelato.
Puntuale come previsto verso le 15 il tempo inizia a guastarsi, ma siamo ormai al parcheggio.



Considerazioni finali

Concordo pienamente con chi ha scritto in altri rapporti che le condizioni su questa montagna più che mai sono il fattore determinante. Se è vero che il Lagginhorn può essere considerato uno dei quattromila facili perchè non presenta i tipici ostacoli dati dall'attraversamento di un ghiacciaio, è anche vero che si tratta di un'ascesa relativamente lunga su terreno non escursionistico. Ad es. in presenza di ghiaccio e/o neve bagnata, visibilità ridotta, ecc. le cose possono velocemente complicarsi.

L'attenta scelta del momento sotto questo punto di vista è stata pagante. Oltre a questo bisogna mettere in conto un certo 
impegno fisico e mentale. Si viene ripagati da uno scenario eccezionale lungo tutto il percorso.



Materiale

Casco, piccozza, ramponi, imbrago, mezza corda 30m, moschettoni e qualche fettuccia (non utilizzata). Bastoni secondo le preferenze, ne abbiamo portato uno a testa ma è stata zavorra inutile.

Tourengänger: Winterland


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Kommentare (1)


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Michea82 hat gesagt:
Gesendet am 11. Juli 2023 um 22:26
Bellissima relazione ben descritta. Bravi! Ottima ascesa. Bello leggere
Ciao
Michea


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