Il Mostro P.
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Il Pizzo Piènsgia è una montagna selvaggia e poco frequentata, probabilmente a causa del lungo avvicinamento, della non semplice via normale e dal fatto che viene in parte sovrastata dalla mole del vicino
Pizzo Solögna.
La sua ENTUSIASMANTE via normale è gradata PD(alpinistico) dalla Guida C.A.S e inizia alla Bocchetta di Nassa(2305m) raggiungibile facilmente ma faticosamente, con due itinerari da Foroglio(Val Calnegia e Corti di Nassa) e uno da Roseto(Corti di Solögna). Il Brenna qui, anche se sintetico risulta molto preciso nella descrizione di una via che lascia davvero poco all'improvvisazione.
Dalla Bocchetta si traversa verso N(lato Laghi) e si comincia a salire in tale direzione l'imbuto erboso sino alla base delle "placconate" che degradano dal pizzo, si individua l'unico "punto debole" della parete di placche, ossia un canalino roccioso che si scala per una ventina di metri con facili passi di I° sino a portarsi su di un terrazzino che da accesso verso sinistra(W) ad un'inclinata cengia di placche e erba molto esposta(cengia appena percepibile se guardata dal basso), la si traversa con molta attenzione cercando i passaggi migliori sino ad una evidente selletta, che risulta essere il fondamentale riferimento per "rientrare" nella cengia al ritorno. Dalla selletta ci trova davanti tutto il versante S del pizzo con due evidenti escavazioni di erba e placche, si comincia a salire in quella di destra, mantenendosi al centro di essa o più facilmente al margine sinistro della stessa, ovvero la costa rocciosa che separa le due escavazioni. Giunti al termine dell'escavazione vi sono tre canaletti che portano a raggiungere la parte finale della cresta E , la guida suggerisce di prendere quello di sinistra che diviene molto ripido e costringe a un passaggio molto delicato e verticale su erba e rocette, ma se si segue quello centrale che dal basso sembra più ostico, in realtà ci si ricongiunge con quello di sinistra e si giunge nel medesimo punto di accesso alla cresta finale in modo più semplice. Qui non ci si può sbagliare, il riferimento di accesso alla cresta lo danno un paio di cordini abbandonati utilizzati per una eventuale calata nell'escavazione o per far sicura sulla cresta. Il primo passaggio sulla cresta è il più "impegnativo" ed esposto, ma si supera senza troppi patemi, nel caso c'è comunque ampia possibilità di assicurazione sui diversi spuntoni successivi, da quì in poi la cresta si allarga e diviene più facile ma non va comunque sottovalutata, giunti ad un'altra selletta si scalano le ultime facile rocce rotte e si giunge sull'aspra vetta del Pizzo Piènsgia (2569 m) dove purtroppo attualmente l'ometto di sassi è crollato su se stesso.
La visuale sui Laghi della Crosa dalla vetta, a picco su di essi è qualcosa di strepitoso.
Il ritorno sino alla Bocchetta di Nassa avviene dalla stessa via di salita.
Ho valutato la gita con un T6 al posto di un PD in quanto la via di salita ha caratteristiche più simili all'escursionismo difficile. La breve cresta finale non risulta particolarmente difficile ma va affrontata come il resto della salita con molta attenzione, qui può valere la valutazione alpinistica PD.
l'esposizione è sempre presente.
Pizzo Solögna.
La sua ENTUSIASMANTE via normale è gradata PD(alpinistico) dalla Guida C.A.S e inizia alla Bocchetta di Nassa(2305m) raggiungibile facilmente ma faticosamente, con due itinerari da Foroglio(Val Calnegia e Corti di Nassa) e uno da Roseto(Corti di Solögna). Il Brenna qui, anche se sintetico risulta molto preciso nella descrizione di una via che lascia davvero poco all'improvvisazione.
Dalla Bocchetta si traversa verso N(lato Laghi) e si comincia a salire in tale direzione l'imbuto erboso sino alla base delle "placconate" che degradano dal pizzo, si individua l'unico "punto debole" della parete di placche, ossia un canalino roccioso che si scala per una ventina di metri con facili passi di I° sino a portarsi su di un terrazzino che da accesso verso sinistra(W) ad un'inclinata cengia di placche e erba molto esposta(cengia appena percepibile se guardata dal basso), la si traversa con molta attenzione cercando i passaggi migliori sino ad una evidente selletta, che risulta essere il fondamentale riferimento per "rientrare" nella cengia al ritorno. Dalla selletta ci trova davanti tutto il versante S del pizzo con due evidenti escavazioni di erba e placche, si comincia a salire in quella di destra, mantenendosi al centro di essa o più facilmente al margine sinistro della stessa, ovvero la costa rocciosa che separa le due escavazioni. Giunti al termine dell'escavazione vi sono tre canaletti che portano a raggiungere la parte finale della cresta E , la guida suggerisce di prendere quello di sinistra che diviene molto ripido e costringe a un passaggio molto delicato e verticale su erba e rocette, ma se si segue quello centrale che dal basso sembra più ostico, in realtà ci si ricongiunge con quello di sinistra e si giunge nel medesimo punto di accesso alla cresta finale in modo più semplice. Qui non ci si può sbagliare, il riferimento di accesso alla cresta lo danno un paio di cordini abbandonati utilizzati per una eventuale calata nell'escavazione o per far sicura sulla cresta. Il primo passaggio sulla cresta è il più "impegnativo" ed esposto, ma si supera senza troppi patemi, nel caso c'è comunque ampia possibilità di assicurazione sui diversi spuntoni successivi, da quì in poi la cresta si allarga e diviene più facile ma non va comunque sottovalutata, giunti ad un'altra selletta si scalano le ultime facile rocce rotte e si giunge sull'aspra vetta del Pizzo Piènsgia (2569 m) dove purtroppo attualmente l'ometto di sassi è crollato su se stesso.
La visuale sui Laghi della Crosa dalla vetta, a picco su di essi è qualcosa di strepitoso.
Il ritorno sino alla Bocchetta di Nassa avviene dalla stessa via di salita.
Ho valutato la gita con un T6 al posto di un PD in quanto la via di salita ha caratteristiche più simili all'escursionismo difficile. La breve cresta finale non risulta particolarmente difficile ma va affrontata come il resto della salita con molta attenzione, qui può valere la valutazione alpinistica PD.
l'esposizione è sempre presente.
Tourengänger:
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