Etna: Crateri Sartorius, Osservatorio, pizzi Deneri, Valle del Leone, Cratere Monte Frumento


Publiziert von NrcSlv , 1. Dezember 2022 um 08:32.

Region: Welt » Italien » Sizilien
Tour Datum:10 September 2022
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1300 m
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Da Linguaglossa strada per l'Etna, prima di Piano Provenzano deviazione per il Rifugio Citelli, parcheggio sulla strada prima di raggiungere il rifugio in corrispondenza dell'inizio del sentiero per i Crateri Sartorius

Abbiamo iniziato la nostra escursione, sul versante Nord-est dell’Etna,  lungo il sentiero verso i crateri dei Monti Sartorius che risalgono all’eruzione 1865 e presero proprio il nome da uno studioso tedesco Sartorius von Waltershausen che fu tra i primi a riportare cartograficamente le più importanti eruzioni dell’Etna .
 
I Monti Sartorius si trovano a 1667 metri di altitudine e sono sette allineati a bottoniera.
Per arrivare sul bordo del promo cratere bisogna seguire un tratto pianeggiante in mezzo al bosco e poi proseguire in salita su un deserto lavico
Una volta arrivati in cima si gode di una bella vista su tutta la frattura che si è formata in questa grande eruzione.
Si prosegue contornando i vari crateri per poi intercettare il sentiero dei pizzi Denieri, lo si segue contornando sulla destra il cratere di Monte Zappinazzo e il monte Frumento delle Concazze, uno dei più grandi coni avventizi dell’Etna.
Questo tratto è caratterizzato dal bosco di betulle più alto d’Europa, dominato dalla presenza delle betulle Aetnensis, che con la particolarità di essere quasi bianche e molto lisce spiccano tra il nero delle rocce creando un ambiente tipico nordico, ma con la particolarità di essere all’estremo sud e su un vulcano attivo.
Si arriva a una grande distesa costituita da sabbia e lapilli in buona parte ricoperti da tantissime varietà di specie vegetative come la camomilla dell’Etna e la saponaria sicula, ma in particolare dallo Spino Santo (Aastragalus) che vegeta con enormi cuscini stesi lungo il percorso.
Da qui ci si dirige sulla schiena portante della Serra delle Concazze fino al bordo del piano delle Concazze.
Il percorso in salita è ripido e poco segnalato, alcuni pali di legno, il sentiero è prevalentemente sommerso dai detriti e poco individuabile, in alcuni tratti il forte vento ci ha costretto a proseguire carponi.
A Portella della Giumenta si raggiungono i pianori sommitali e poco dopo l’Osservatorio Etneo, in strato di apparente abbandono a quota 2830, si prosegue lungo un sentiero e in breve si è in cima  ai Pizzi Deneri (vista spettacolare verso il cratere centrale e di Nord Est).
Il dislivello coperto in salita supera il mille e cento metri di altezza, e prevede l’attraversamento di pendii ripidissimi, con percorsi su terreni sabbiosi sciolti e affatto stabili.
 
Il costone di Pizzi Deneri è frutto di eruzioni del periodo dell’Ellittico (da circa 50.000 a circa 30.000 anni fa) che raggiunge la quota di 2847 m.s.l.m). Il nome “Pizzi Deneri” deriva dalla parola dialettale siciliana “rina”, con cui si indica la sabbia vulcanica. Questo costone in passato veniva chiamato “Pizzi di Rineri”.
Pizzi Deneri sovrasta la distesa di Piano delle Concazze è in buona parte costituita da sabbia e lapilli, sulla sua cima si trovano sei punte (“pizzi”, appunto) e verso valle si allungano enormi canaloni ricoperti da sabbia e lapilli (detti “rineri”). Con il tempo, e probabilmente a causa di errori di trascrizione tra il dialetto e l’italiano, si è passati da “Pizzi di Rineri” a “Pizzi Deneri”.
Tornati all’Osservatorio abbiamo seguito un sentiero che costeggia a nord i pizzi per poi scendere senza tracce per la valle del Leone, qui nelle radure e nei pendii, sui letti di sabbia e tra le colate si inseriscono coloratissimi cuscini vellutati di macchia vulcanica, dalle tinte dorate e calde.
Scendendo verso destra si arriva alla base del Monte Frumento delle Concazze, cono vulcanico secondario imponente e suggustivo, a 2.151 metri sul livello del mare, che risulta edificato da un'eruzione esplosiva ed effusiva prodotta da un magma speciale, molto basico e ricco di gas, datato intorno al 1500 circa.
Si tratta di coni vulcanici secondari e di importanza minore, attivatisi in passato in seguito a eruzioni esterne all’asse principale del condotto vulcanico centrale, ma non per questo di minore importanza o di bassa pericolosità.
Nonostante tali bocche, dopo la fine della loro attività non si siano riattivare più, non significa che esse non abbiano prodotto conseguenze meno gravi e pericolose di quelle connesse all’attività delle bocche sommitali.
In pochi minuti si sale in cima a questo cono vulcanico.
Per la discesa si punta verso il Rifugio Citelli, visibile in lontananza, prima lungo  per poi  detriti vulcanici e poi seguendo le colate eruttive del 1929, si raggiunge la strada che porta al rifugio e seguendola verso sinistra si torna al punto di partenza.

Accessibilità
Non abbiamo capito molto, quasi certamente la salita al cratere centrale è permessa solo se accompagnati da un guida del parco, in varie è indicato il limite dei 2400 metri di quota, per il custode del rifugio Citelli sembra non si possa uscire soli dalle strade asfaltate.
Risultato abbiamo improvvisato: pensavamo di travate cartelli o posti di blocco, non abbiamo trovato nessuno e le zone frequentate, in periodi normali, sono molto ma molto lontane dai punti di attività del vulcano     

Tourengänger: NrcSlv
Communities: Hikr in italiano


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