Monte Coleazzo 3030 m
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Trasferta Camuna in giornata, ma se a piedi raramente ci sbagliamo, in auto stavolta, impegnati in conversazioni impegnative, prima saltiamo la nostra uscita autostradale a Seriate, andando fino a Brescia, poi imbocchiamo allegramente la Val Trompia. Insomma quando arriviamo a Canè, decidiamo per auto-punizione di partire dal paese, invece che salire a Cortebona in auto e risparmiare un ora di cammino.
Tra l'altro gratis in questa stagione il parcheggio e la salita a Cortebona, visto che la baracca di legno con l'ometto che incassa, è chiusa.
A Canè parcheggiamo nella parte alta del paese 1500 m, evitiamo la larga ma dispersiva strada segnalata per Cortebona, per salire subito verso l'alto per le strade del villaggio. Arriviamo fuori dal centro abitato a una cappelletta ( santella in Valcamonica ) con altare in pietra: luogo molto panoramico sulla Val d'Avio e sulla parete nord dell'Adamello. Salendo verso l'alto si arriva a un bivio dove occorre tenere la destra ( mentre a sinistra il sentiero marcato va verso il Corno di Bles ). Passiamo vari nuclei di baite e sempre tenendo il versante sinistro della Val di Canè ( destro orografico ) arriviamo alle Case Vialazzo 1668 e alle vicine Case del Ponte. Appena oltre il ponte sul torrente Fiumecolo, un piccolo viottolo sale ( non la sterrata ) a incrociare la stradina. E di fronte, oltre la strada sale un altro "sentierone" con un cartello in legno che indica "Bercursu". Seguiamo questo bel sentiero che sale poi ad aggirare in senso anti-orario una bella baita nel bosco : magari è la baita Bercursu del cartello. Poi il sentiero cambia orientamento e svolta a sinistra: Nord-Ovest e va a incrociare un sentiero segnalato ( è il Cortebona- Baite Coleazzo ), noi proseguiamo per la stessa direzione e poco oltre confluisce da sinistra anche il sentiero che viene dal parcheggio di Cortebona che fanno le persone sagge ( è il bivio di quota 1950 circa ). Dopo aver attraversato una valletta erbosa, finalmente arriviamo in un altra valle più ampia che risaliamo fino al Masso di Stol 1 citato da
Menek con segnale in pietra che indica la vetta. Qui finisce il sentiero ben visibile, ma la via è intuitiva e gli ometti non mancano, la cima con croce è sempre visibile d'altronde. Il Vallone di Stòl ( anche detto localmente Aleta de la Cùna ) erboso nella parte bassa, con la traccia ci porta ad arrivare a un secondo masso ( di crollo e non erratico, in quanto si vede chiaramente le pareti da cui si è staccato ), questo masso è ancora più grosso, alto circa 10 metri con un larice sulla sommità, citato come Stol 2 e localmente chiamato "Balù de la Scurpiana" 2405 m. Più sopra la labile traccia diventa per lo più pietrosa e si infila infine nel canale a destra della nostra vetta, l'ultimo tratto è un pò franoso ma comunque privo di difficoltà. Fino a pervenire al passo che divide le 2 cime del Coleazzo 2980 m. Qui ci si affaccia sulla Valle delle Messi e si vede chiaramente anche la strada per il Passo Gavia, nel canalino opposto c'è anche la neve. Dalla bocchetta si sale a sinistra alla cima nord ( la più alta ) tra placche intervallate da piccole cengie, e senza problemi si arriva alla croce di vetta della Cima Coleazzo 3030 m. La croce è opera dell'artista Guglielmo Bertarelli e sostituisce quella precipitata a valle, e che ora costituisce due paletti segnaletici in alluminio.
La vista dalla cima è notevole, sulla nord dell'Adamello e della Presanella, sul Corno dei Tre Signori sul San Matteo e sul Bernina.
Il vento molto fresco quassù ci costringe a una pausa pranzo nella nicchia rocciosa vicino alla bocchetta.
Discesa per stessa via, con variante finale al bivio 1950 m, prendiamo il sentiero a destra, variante
Menek, che passa da 2 baitelli, di cui uno in uso come mangiatoia e l'altro sembra deposito attrezzi. In breve siamo alla " Calchera " e a Cortebona . Ormai al buio, scortati da una mezza luna crescente, attraversiamo il ponte e andiamo a prendere la stradina che passa dall'agriturismo Val Canè, e più avanti arriva alle Case Vialazzo, dove decidiamo di scendere alla sottostante stradina fatta al mattino, che ci riporta con brevi varianti alla cappelletta di San Francesco e a Canè.
E dulcis in fundo riusciamo a scroccare anche la cena, in baita da Simon e Martina.
Risotto come primo e fagiolata.
Annegati nella birra :))
Tra l'altro gratis in questa stagione il parcheggio e la salita a Cortebona, visto che la baracca di legno con l'ometto che incassa, è chiusa.
A Canè parcheggiamo nella parte alta del paese 1500 m, evitiamo la larga ma dispersiva strada segnalata per Cortebona, per salire subito verso l'alto per le strade del villaggio. Arriviamo fuori dal centro abitato a una cappelletta ( santella in Valcamonica ) con altare in pietra: luogo molto panoramico sulla Val d'Avio e sulla parete nord dell'Adamello. Salendo verso l'alto si arriva a un bivio dove occorre tenere la destra ( mentre a sinistra il sentiero marcato va verso il Corno di Bles ). Passiamo vari nuclei di baite e sempre tenendo il versante sinistro della Val di Canè ( destro orografico ) arriviamo alle Case Vialazzo 1668 e alle vicine Case del Ponte. Appena oltre il ponte sul torrente Fiumecolo, un piccolo viottolo sale ( non la sterrata ) a incrociare la stradina. E di fronte, oltre la strada sale un altro "sentierone" con un cartello in legno che indica "Bercursu". Seguiamo questo bel sentiero che sale poi ad aggirare in senso anti-orario una bella baita nel bosco : magari è la baita Bercursu del cartello. Poi il sentiero cambia orientamento e svolta a sinistra: Nord-Ovest e va a incrociare un sentiero segnalato ( è il Cortebona- Baite Coleazzo ), noi proseguiamo per la stessa direzione e poco oltre confluisce da sinistra anche il sentiero che viene dal parcheggio di Cortebona che fanno le persone sagge ( è il bivio di quota 1950 circa ). Dopo aver attraversato una valletta erbosa, finalmente arriviamo in un altra valle più ampia che risaliamo fino al Masso di Stol 1 citato da

La vista dalla cima è notevole, sulla nord dell'Adamello e della Presanella, sul Corno dei Tre Signori sul San Matteo e sul Bernina.
Il vento molto fresco quassù ci costringe a una pausa pranzo nella nicchia rocciosa vicino alla bocchetta.
Discesa per stessa via, con variante finale al bivio 1950 m, prendiamo il sentiero a destra, variante

E dulcis in fundo riusciamo a scroccare anche la cena, in baita da Simon e Martina.
Risotto come primo e fagiolata.
Annegati nella birra :))
Tourengänger:
Antonio59 !,
Sam61


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Kommentare (7)