Pizzo Torrenzuolo 2376mt e Bivacco Gusmeroli


Publiziert von giorgio59m (Girovagando) , 29. Oktober 2022 um 20:43. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:27 Oktober 2022
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:00
Aufstieg: 1100 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Colico si prosegue verso Sondrio sulla superstrada, senza passare da Morbegno, si attraversano le gallerie e si esce alla rotonda dopo Talamona, qui si trova l'indicazione per la Val Tartano, si prende la deviazione direttamente alla rotonda, si prosegue dopo un paio di chilometri si prende a destra sempre ben indicato, Inizia una lunga salita piena di tornanti che porta in quota per poi entrare in Val Tartano, si passa da Campo (dove a destra si vede il famoso ponte nel cielo), e si prosegue fino a Tartano, A Tartano prima della chiesa si vede a sinistra il cimitero, si svolta a sinistra e poi si segue una stretta stradina asfaltata che sale in direzione delle baite di Caneva, Al termine della strada c'è un piccolo parcheggio per 4-5 auto.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Gusmeroli

   
 

Bel rifugio, bella cima e ancora un pò di ravano 

           Vista da Giorgio     -    (giorgio59m)     

relazione

Proseguiamo l'esplorazione delle Orobie Valtellinesi,  questa volta saltiamo valle, passiamo in Val Tartano.
A parte il Barba, per gli altri è la prima volta.
Oltre che scoprire una nuova valle, e ricavarne altri spunti, uno dei target principali è scoprire il Rifugio Gusmeroli, visto tante volte nelle relazioni di Max, Beppe, Ivan, Alberto, ecc 
Sperando in un inverno con la neve, ben diverso dallo scorso anno, sembra un posto ideale per una bella ciaspolata per poi pranzare e cucinare in rifugio.
Il percorso per il rifugio è breve, le giornate ancora belle e soleggiate, bisogna abbinare una cima, ed il Pizzo Torrenzuolo è la cigliegina sulla torta.
Raggiunto Tartano proviamo a salire al parcheggio di Caneva, raggiungibile senza problemi, ma è piccolo e tutto occupato, non volendo essere di intralcio a nessuno scendiamo verso Tartano e parcheggiamo in un piccolo slargo a Q1300.
A piedi risaliamo la strada, passando da una fattoria che si trova ad un tornante, poi ritorniamo a Càneva ed imbocchiamo la sterrata verso valle.
Percorso un breve tratto su sterrata, poco prima di una baita prendiamo un bel sentiero che sale a destra.
Si potrebbe proseguire sulla sterrata, probabilmente è più comodo, ma ci sono lavori di disboscamento meglio aggirare l'ostacolo.
Apro una piccola parentesi sulla cartografia del luogo ed i sentieri.
La cartografia elettronica di questa zona è piuttosto confusa, ci sono sentieri su alcuni siti e non esistono su altri.
Le indicazioni sul posto ci sarebbero anche, il vero problema che ho constatato di persona è che ci sono molti forse troppi sentieri che salgono, si incrociano, la prima volta è davvero confusione.
Più tardi, quando scendi, capisci che questa ragnatela di sentieri porta più o meno nello stesso posto, e spesso si incrociano fra loro, probabilmente tagliando parte del sentiero ufficiale, che esiste ed è parzialmente marcato bianco-rosso, diciamo meglio marcato da Q1600 in su, tra alpeggi e prati e dove il bosco si dirada.
Torniamo all'escursione, partiamo dal parcheggio Q1300 alle 8:45, in 10min siamo a Caneva e alle 9:40 arriviamo ad un alpeggio con il tetto in ristrutturazione a Q1677.
Proseguiamo su buona traccia arriviamo ad un altro pratone con una grande vasca abbeveratorio, ancora un risalto da superare ed alle 10:15 siamo al bel Rifugio Gusmeroli.





Il rifugio è occupato da tre ragazze che hanno pernottato, noi ci fermiamo per una sosta di 10min alla croce di legno con tavolo e panche.
Giornata spettacolare, visibilità veramente infinita, con la presenza dominante del Disgrazia, ma anche del Badile, del Cengalo e del gruppo del Bernina.
La nostra cima è sopra le nostre teste, 490 di dislivello ci separano.
Dalle relazioni, soprattutto quella di cai56 sappiamo che non è una passeggiata.

Il primo step è raggiungere degli omoni di vetta che si trovano attorno Q2200, ce ne sono ben tre, uno già visibile dal rifugio e due più spostati verso la cima e molto vicini fra loro.
Non ci sono sentieri ufficiali e marcati, ci sono due modi di arrivare alla cresta con gli omoni di sasso.
In entrambe i casi bisogna proseguire dietro il rifugio risalendo i prati su tracce di sentiero, si arriva ad una baita di sasso in buono stato con bollatura sulla destra, si prosegue ancora risalendo il prato sopra la baita dove a ridosso della cresta si trovano i ruderi di una baita.
Qui bisogna prendere una decisione, ben descritta dalla relazione  di cai56, grande conoscitore ed esploratore delle zone.
La prima possibilità e di deviare verso sinistra, su deboli racce di sentiero, vi si alza un pò e si entra in Val Castìi, senza raggiungere due baite si devia verso destra e si sale verso la cresta usando gli omoni come riferimento.
La secondo opzione, è la più ripida e scomoda, raggiunti ruderi della baita alta sopra il rifugio (ometto sul muro sinistro) ci sono tracce di sentiero che salgono piuttosto verticali tra i ginepri.
Noi pensiamo di utilizzare la prima opzione per salire e la seconda per scendere, ma ...
Iniziamo la salita e traverso verso la Val Castìi, e la raggiungiamo, ma vicino a dei muretti troviamo tracce di sentiero sia verso destra che verso sinistra.
Siamo ancora tra boschi di larice e gli omoni non si vedono, pensando di essere più o meno già nel punto giusto per deviare, prendiamo a destra.
Le tracce di sentiero continuano per un pò tra larici, rododendri e ginepro, poi si perdono.
Guardando il gps, capiamo di aver sbagliato ma ormai abbiamo guadagnato quota quindi proseguiamo nel wild continuando a salire.
Quasi sotto il primo ometto troviamo buona traccia di sentiero ed iniziamo a seguirla.
Arriviamo al primo ometto Q2200 (11:10), poco avanti gli altri due omettoni.



La cresta si fa più affilata ed in parte rocciosa, a destra paglione ripido-ripido, a sinistra strapiombo in Val Castìi.
In condizioni di asciutto si percorre comunque con molta attenzione, la vedo male con ghiaccio o viscido.
Nel nostro caso c'è umidità a terra e sul lato N anche delle tracce di neve, le radici sono viscide come sapone.
Dopo il tratto di cresta stretto, il terrono si allarga per un ultimo tiro super-ripido sotto la cima.
Arriviamo in cima alle 11:45, la vetta è piatta e prativa, con un ometto che guarda verso il rifugio e la cima vera e propria spostata di qualche decina di metri con un secondo ometto.
Da questa seconda cima si può vedere bene il sentiero che porta al Passo Vicima, purtroppo non si vede il Lago Bernasca ed il rifugio omonimo, ma questo è quello che diventa subito lo spunto per una prossima esplorazione.
In vetta la vista è spaziale, oltre alle cime visitate del Monte Lago, del Mellasc e del Pizzo Rotondo, si vede bene il Legnone, le cime della Valle Albano e dell'alto lago, poi ovviamente i giganti della Val Masino, il Disgrazia, lo Scalino e sù fino al Bernina.
Più vicine le belle cime del Monte Gerlo, sulla cresta del Terrazzuolo,  il Monte Seleron entrambi in Val Lunga (altra valle da esplorare).
Dopo ben 45min di sosta, la fame si fa sentire ed alle 12:30 iniziamo la discesa con molta cautela, a parte qualche scivolone sulle radici bagnate, tutto bene.
Abbiamo anche la fortuna di ammirare 10-12 camosci che scendono una cresta ripidissima del Torrenzuolo, è sempre emozionante come incontro.
Alle 13:25 siamo di nuovo al Gusmeroli, le ragazze sono già scese, ora c'è una coppia di escursionisti.
L'ottima esposizione ed il sole caldo ci invita a pranzare al tavolo e panca sotto la croce vicina al rifugio, si sta benissimo anche senza maglietta.
Ci diamo un'ora e mezza di pausa, si sta troppo bene, appena il rifugio è libero entriamo per una ispezione, l'interno piccolo ma ben attrezzato con la stufa, tanta legna all'esterno, e padellame vario, caffè e zucchero a disposizione, direi ottimo per una ciaspolata e pranzo con cucina fino a 7-8 persone.
Completato il giro all'interno del Gusmeroli, iniziamo la discesa, questa volta cerchiamo di seguire i bolli senza tagli.
Tutto facile fino al pratone con il grande abbeveratorio in pietra e cemento, da qui la ragnatela di sentieri confonde un pò.
Procediamo sulla traccia più larga, bolli non se ne vedono più. Sbuchiamo all'alpeggio Q1677 di stamattina, e proseguiamo, di nuovo tanti sentieri a scendere tutti senza bolli, seguiamo quello che sembra più battuto che ci porta a delle baite sopra Caneva, da qui si scende vicino al parcheggio di Caneva a lato di una funivia per materiali.
In quindici minuti siamo all'auto, soddisfatti della bella giornata e dei panorami che il luogo ed il meteo ci ha regalato.


 

 
 
   
 

           Vista da Roberto   -    (roberto59)         
     

Sempre piacevoli queste uscite infrasettimanali, giornatona calda, fin troppo, bella meta, una cima piacevole in una valle dove non ero mai stato.
Unica nota spiacevole, una coppia presente all'esterno del rifugio, al nostro arrivo la donna, sdraiata sul tavolo, non ha fatto una piega per scendere e condividere con tutti noi gli spazi come il buon senso e l'educazione insegnano, quando le è stato fatto notare, il compagno ha risposto in modo scontroso e maleducato.
Ci sono tanti spazi, altro tavolo leggermente distante dal rifugio, abbiamo pranzato lì, anche in montagna purtroppo ormai sono arrivate l'arroganza e la maleducazione, vedi Madonnina rotta sul Bolettone e tanto altro...beh che dire: viva la montagna, viva l'amicizia e il senso civico.

 

 
 
   
 

            Vista da Gimmy     -    (gimmy)



Un altra giornata dal meteo spaziale, una bella escursione in val Tartano  visitata per la prima volta.
Il percorso si divide sicuramente in due parti fino al rifugio Gusmeroli decisamente tranquillo, dal rifugio in su fino alla cima (e sopratutto il tratto di cresta ) più  impegnativo.
Una bella pausa pranzo nelle vicinanze del rifugio, su un bel tavolo di legno con questo bel sole caldo, direi  momento perfetto, dopodiché  abbiamo cominciato il percorso di ritorno fino all'auto.
Soddisfatti  per la  bella  giornata
Ciao alla prossima

 

 
 
   
 

            Vista da Luciano   -    (barba43)



Che dire, spesso suggerivo a Giorgio di andare in val Tartano, là ci sono belle gite da visitare sia d'estate che d'inverno, si fanno ciaspolate strabilianti,vette spettacolari, a portata di tutti gli appassionati.
L'importante è aver costanza di camminare, poi viene il riposo, il panino un bicchier di vino, per me Bonarda mosso.
Quattro chiacchere ed il ritorno a casa felici e contenti.
Comunque oggi è stata come sempre nei nostri piani, una ravanata sempre più in alto come diceva un grande uomo, infatti dai due omettoni in sù, la cresta si doveva essere concentrati, solo guardando sempre dritto, ed occhi puntati sul terreno per non cadere, da entrambi i lati.
Arrivati in cima un sospirone di sollievo, grandi panorami a tresessanta, piccola sosta, per poi ritornare al Rifugio Gusmeroli a pranzare.
Scendendo a lumaca per non incorrere a spiacevoli scivoloni pericolosissimi fino ai due omettoni, altro sospirone di sollievo, poi allegria.
                         
       ciao a tutti



 

 
 
     
 
RIASSUNTO del PERCORSO
Percorso Totale :  8.4 Km totali, 7h:00m totali, 4:55 di cammino
Andata :  4.4 Km, 3:00 lorde, 20m soste alla cima
 5.8 Km, 4:40 lorde, 50m soste al pranzo
Ritorno :  2.6 Km, 1:15 lorde, 10m soste
Dislivello :  1070 mt di assoluto , 1100mt di relativo
Libro di vetta:  NO
Copertura cellulare:  Buona sul percorso, anche in vetta
Partecipanti :

 Giorgio, Roberto, Gimmy, Barba, Angelo

 
 
   
   

Altre foto, diario, tracce sul nostro sito         (ESC 438)

www.girovagando.net       

  

 

 
 



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Kommentare (2)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 31. Oktober 2022 um 10:26
ravano forever!!!
Menek

numbers hat gesagt: Una classica
Gesendet am 31. Oktober 2022 um 18:04
Confermo Giorgio,
ideale x una bella ciaspo-mangiata !
Ci siam stati anche in 10/12 stretti

Ciao
Mario


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