Pizzo Torrenzuolo
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La gita è ben nota con la meta parziale e riduttiva della Baita Gusmeroli, piccolo bivacco ricavato nella baita alta dell'Alpe Torrenzuolo. L'escursione può, in modo molto più interessante dal punto di vista panoramico, lungo tracce di sentiero non segnalate, proseguire fino alla cima erbosa del Pizzo Torrenzuolo (localmente noto come "La Zardina"). Più impegnativa l'esposta cresta ovest per una veloce discesa al bivacco.
Dal piccolo parcheggio presso la contrada Càneva 1404m si prosegue per la ben segnalata mulattiera che si addentra - spesso gradinata - con un lungo traverso ascendente nella Val dal Castìi; alcuni ripidi tornanti portano all'aperto sui primi pascoli dell'Alpe Torrenzuolo. Sempre seguendo i segnali a vernice si sale , fra i prati, sull'ampia spalla dell'alpe e si raggiunge in breve il dosso dove si trova la Baita Gusmeroli, in località Munt Coch 1881m. Da qui si volge a monte verso i ruderi della baita di cima, e quindi nettamente a sinistra entrando nel rado bosco di conifere; una vaga traccia di sentiero taglia il versante fino al fondo della Val dal Castìi: senza raggiungere le due evidenti baite, si prosegue su lievissime tracce intermittenti sul pendio di destra, dominati da una cresta caratterizzata da tre alti ometti di pietre. Si punta al tratto erboso della cresta ovest del pizzo (la cui non rilevata cima non è ancora visibile) incontrando - solo per un tratto - un buon sentierino. Raggiunta la cresta si procede comodamente a sinistra nel folto prato sommitale fino alla lunga e piana vetta del Pizzo Torrenzuolo 2380m. Buona vista sulle sottostanti convalli: ottima occasione per studiare nuove mete integrando con l'osservazione diretta la carentissima cartografia disponibile. Per la discesa, dopo essere tornati al punto di accesso alla cresta, si può proseguire - in modo un po' più vario e interessante - seguendola nel tratto inferiore dove sono stati costruiti gli ometti notati in salita. Il filo di cresta ha sempre una traccia di sentiero di pecore, ma per brevi tratti è sottile roccioso ed esposto, anche se sempre ben camminabile; il crinale improvvisamente si allarga in un ripido ed arido versante coperto da un tappeto di pungenti ginepri striscianti: in fondo è già visibile la Baita Gusmeroli. Raggiuntala, si torna lungo il percorso di andata.
Dal piccolo parcheggio presso la contrada Càneva 1404m si prosegue per la ben segnalata mulattiera che si addentra - spesso gradinata - con un lungo traverso ascendente nella Val dal Castìi; alcuni ripidi tornanti portano all'aperto sui primi pascoli dell'Alpe Torrenzuolo. Sempre seguendo i segnali a vernice si sale , fra i prati, sull'ampia spalla dell'alpe e si raggiunge in breve il dosso dove si trova la Baita Gusmeroli, in località Munt Coch 1881m. Da qui si volge a monte verso i ruderi della baita di cima, e quindi nettamente a sinistra entrando nel rado bosco di conifere; una vaga traccia di sentiero taglia il versante fino al fondo della Val dal Castìi: senza raggiungere le due evidenti baite, si prosegue su lievissime tracce intermittenti sul pendio di destra, dominati da una cresta caratterizzata da tre alti ometti di pietre. Si punta al tratto erboso della cresta ovest del pizzo (la cui non rilevata cima non è ancora visibile) incontrando - solo per un tratto - un buon sentierino. Raggiunta la cresta si procede comodamente a sinistra nel folto prato sommitale fino alla lunga e piana vetta del Pizzo Torrenzuolo 2380m. Buona vista sulle sottostanti convalli: ottima occasione per studiare nuove mete integrando con l'osservazione diretta la carentissima cartografia disponibile. Per la discesa, dopo essere tornati al punto di accesso alla cresta, si può proseguire - in modo un po' più vario e interessante - seguendola nel tratto inferiore dove sono stati costruiti gli ometti notati in salita. Il filo di cresta ha sempre una traccia di sentiero di pecore, ma per brevi tratti è sottile roccioso ed esposto, anche se sempre ben camminabile; il crinale improvvisamente si allarga in un ripido ed arido versante coperto da un tappeto di pungenti ginepri striscianti: in fondo è già visibile la Baita Gusmeroli. Raggiuntala, si torna lungo il percorso di andata.
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