Punta di Pietrarossa 3283 m

La Punta di Pietrarossa è la cima più alta della catena montuosa che va dal Passo Gavia al passo Aprica, che comprende verso nord anche il Sobretta : ossia forse l'unica area delle Alpi non analizzata dai libri dei Monti d'Italia del Cai-Tci. Insomma l'unico "Buco Nero" delle nostre montagne. Ma ha pur sempre una prominenza di 656 metri. Una montagna pochissimo visitata. 

Si potrebbe partire dal Passo Gavia o da poco sotto e passare dal Lago Nero, in questo caso ci sono notevoli saliscendi che abbasserebbero il vantaggio iniziale di una partenza in quota.

Noi invece partiamo da santa Apollonia sopra Ponte di Legno, dove una stradina porta a Case Silizzi e al suo grande parcheggio ( 5 € ) 1590 m.
La prima parte si svolge su una strada sterrata che passando dai alcuni nuclei di baite  ( Case degli Orti e Case Pradazzo ) termina al rifugio Valmalza 1998 m. Da qui il sentiero sale ora più deciso al pianoro dove è situato il Bivacco Linge 2275 m. Ora procediamo sul sentiero dell'Alta Via Camuna (segnavia 2) in direzione del Passo di Pietrarossa. A quota 2550 circa nei pressi di una pianura paludosa incominciamo a deviare a sinistra, dapprima su rocce montonate dal ghiacciaio, poi sul dorso delle morene a sinistra, per arrivare al grande conoide alla base dell'unico canalone che sembra arrivare in cresta 2700 metri circa. Si comincia a risalire il conoide sulle pietre di destra che sembrano più grosse e stabili, ma dopo un pò ci accorgiamo che ci sono dei "nuovi" segni bianchi, felici del ritrovamento, li seguiamo, si è formata una labile traccia lungo i segni, la parte alta del canale è più stretta e molto ripida ma alla fine arriviamo al suo culmine, per non creare confusione lo chiamerò " Bocchetta del Canalone di Pietrarossa " , siamo a 2970 m circa e mancano da salire ancora almeno 300 m+. I più rognosi.
Fortunatamente i segni bianchi ci sono ancora. Visto le nuvole che tolgono a volte visibilità.
Scendiamo un canalino franosissimo sul versante opposto ( lato Valgrande ), dopo circa 30 metri di discesa si incomincia la traversata ascendente verso sud.
Uno stambecco fà finta di pascolare sull'altopiano pietroso al margine del precipizio.
Dopo una traversata sul fianco, si arriva nei pressi della cresta nord, ometti e segni ci guidano per fortuna senza problemi. Ancora si va sul versante destro ( Valgrande ) fino a che si sbuca su un pianoro dove le rocce cambiano colore 3200 m. Qui sembra che si sia appena estinto un ghiacciaio ( infatti si parla su una relazione di ghiaccio ). Le rocce diventano bianche ( prima erano più rosse ), sembra quasi Tonalite ( Granito del Tonale ). La roccia è bella ma i segni spariscono. Sembrano dire ora potete arrangiarvi.
Perdiamo del tempo nella ricerca dei segni, sottocosta, ma niente, dobbiamo proprio fare da soli.
Allora saliamo in cresta sulla roccia granitica molto ruvida. Arriviamo contro un grande monolito che sembra sbarrarci la strada. Siamo nella nuvola e non si capisce neanche dove sia la vetta.Aggirare a sinistra sembra proibitivo, ma a destra scendendo qualche metro si riesce a passare, e traversando un pò sottocosta si ritorna in cresta a monte di un anticima di rocce rosse. Proseguendo ora di cresta verso sud si vede una cima con grande ometto e in breve siamo sulla vetta del Pietrarossa. Il Gps mi dà la quota giusta della cima. Urrah.
Ma la nebbia si dirada e appare a sud un altra vetta con grande ometto, cavolo, è la cima sud. Non si capisce quale sia la più alta.  Boh, facciamo un piccolo tentativo, anche se sembra laborioso scendere alla sella. Provo a scendere a destra, ma torno indietro. Provo a sinistra stando alto, anche da qui sembra arduo. Allora provo a sinistra stando basso su una placca esposta, per poi traversare penso. Ma non abbiamo con noi una corda e soprattutto sono già le 16 del pomeriggio, è tardi e il ritorno è lungo, basta, ci accontentiamo della Cima Nord.
Che poi una volta a casa, controllando sulla carta tecnica regionale online risulterà di 2 metri e 40 centimetri più bassa della Sud.
Comunque l'ometto di vetta è storico, la base perfettamente quadrata sembra fatta da "muratori" del 1800, non come quelli che mi diverto a costruire sulla mia via.
 La discesa per stessa via, sull'altopiano sassoso pascola indifferente ancora il grande maschio di stambecco, la risalita dei 30 metri franosissimi alla Bocchetta sarà abbastanza penosa. Nel canalone stavolta seguiamo i segni bianchi fino alla fine. Terminano su un grande 2Masso Rosso " a quota 2750. E quindi quando si arriva dal basso è a questo masso che bisogna puntare, i segni bianchi si vedono anche da lontano. Per il resto la discesa non ha storia. Alle 21 siamo nei pressi del Rifugio Valmalza, già che siamo una pasta al ragù di capriolo e una birra ci stà.
 La sterrata a valle poi sarà col buio pesto.

Il T6 è riferito al solo tratto di cresta finale. Dai 2500 ai 3200 il canalone e il tratto di sfasciumi esposto al massimo T5  e il tratto basso su bel sentiero T2 e T3