Monte Rosa - Il mio primo tour tra alcune grandi cime del massiccio


Publiziert von Michea82 , 15. Juni 2022 um 00:58.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:11 Juni 2022
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-VS   I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 2550 m
Abstieg: 2550 m
Strecke:20 km su due giornate
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Punta Indren si raggiunge da Alagna Valsesia (Piemonte) o dalla Val d'Aosta presso Gressoney Saint-Jean. In entrambi i casi esistono i sentieri. Oppure gli impianti di risalita. Nel caso di Alagna ci sono 3 step di impianti, ci vuole almeno 1 ora.
Unterkunftmöglichkeiten: Rifugio Città di Mantova  Capanna Gnifetti  Rifugio Margherita  Bivacco Felice Giordano

Esiste il Mal di Rosa?
Se nessuno ne ha mai sentito parlare allora sarò io a creare questo stato dell'anima.
Tuttavia penso che molti abbiano provato quella forte nostalgia per le autentiche emozioni provate lassù.

Fin da piccolo lo vedevo stagliarsi imponente e distinto all'orizzonte del mio mondo. Per me che amo la montagna il Monte Rosa è sempre stato un sogno, un'utopia. 
Non potevo più aspettare che qualcuno mi ci portasse e allora mi ci sono portato io, con il sostegno e la totale complicità di un motivatissimo compagno di avventura - Gabriele Drappa. 
Il Rosa è il massiccio più esteso delle Alpi. Non basta un'unica visita per conoscerlo e, forse, mai si potrà conoscerlo completamente (sarà questo il principale attributo del suo fascino?). Ma poter dire di esserci stati anche soltanto una volta nella vita è già una gran fortuna che non a tutti capita. 
Io gli ho portato il rispetto che merita senza voler strafare su di lui. L'ho inoltre ringraziato per avermi lasciato andare via vivo, anzi riempito di vita, nel momento in cui ho appoggiato i piedi ad Alagna. 
Il richiamo ora è intenso.



Così appare il grande massiccio dal Ticino (scatto presso il Madéi del 18 aprile 2022)



In breve

No non siamo partiti a piedi da Alagna, mi dispiace deludervi. Stavolta niente imprese strane.
Sebbene il progetto iniziale fosse proprio quello. Abbiamo deciso di concentrarci sui 4000 e sfruttare tutto quello che è stato messo a disposizione degli alpinisti. Rifugi e impianti. 
(Poncione sarà con te che salirò a piedi dal fondo).


Abbiamo trascorso due giornate al Monte Rosa. Nella prima siamo saliti alla Punta Giordani, alla Vincent dal canale e al Balmenhorn. Quindi abbiamo provato a raggiungere il Corno Nero senza tuttavia toccarne la vetta. Abbiamo trascorso la notte al confortevole Rifugio Città di Mantova. Il secondo giorno abbiamo puntato direttamente alla Zumsteinspitze per poi toccare la Punta Gnifetti e la Parrotspitze.
Ci siamo portati a casa cinque 4000 ufficiali, il Cristo delle Vette e un'esperienza impegnativa sul Corno Nero. Per Gabriele è stata la prima escursione al di sopra dell'Adula, il "primo 4000". Io in due anni ne avevo già conquistati 2. Lui in 2 giorni quasi 6. Insomma direi una grande soddisfazione per entrambi.


Descrizione primo giorno


Punta Giordani 4046

Ci troviamo alle 04.00 nel Mendrisiotto e ci fermiamo in autogrill per la colazione.
Giunti ad Alagna prendiamo subito l'ovovia appena si avviano gli impianti. Incontriamo un paio di ticinesi in fila con noi.
Siamo curiosi e pieni di aspettative. Durante il viaggio in macchina il massiccio é già ben visibile dalla pianura. Poco prima di Alagna lo vediamo sovrastare il villaggio con la sua impressionante presenza.
Scattiamo delle foto. Ma le migliori sono quelle scattate dagli occhi e impresse nei ricordi. 

Ci vuole almeno un'ora a raggiungere Indren. Cosicché non si parte prima delle 08.40. Il vantaggio é quello di trovarsi già a quasi 3300 m.

Ci incordiamo e ci ramponiamo. Con entusiasmo iniziamo la salita sul ghiacciaio di Indren verso la Punta Giordani. Al nostro fianco ci sono una moltitudine di cordate. Sembra una festa. La mia sensazione è quella. 
La salita è facile, mai troppo ripida. Si raggiunge una sella oltre i 3600 m da cui ci si affaccia sul ghiacciaio di Bors e sulla Cresta del Soldato. Da qui la pendenza aumenta leggermente. In breve si raggiunge la vetta rocciosa che si arrampica facilmente. Bisogna prestare attenzione a non esporsi sull'altro versante che precipita. 
Piuttosto affollata la vetta ci impone tuttavia una pausa. È il primo 4000 del mio amico. C'è il libro da scrivere. C'è un panorama spettacolare da contemplare. 
Fin qui 2 ore e mezza (inclusa la preparazione per il ghiacciaio).


Punta Giordani 4046m (vista dal versante SW della Piramide Vincent)



Piramide Vincent 4215 m

Sono le 11 passate da poco. Ci incamminiamo sul filo della cresta nevosa per dirigerci alla vicina base della piramide. La nostra idea è di provare la cresta. Inizialmente si arrampica agevolmente sebbene la roccia sia piuttosto marcia. Dopo pochi passaggi però ci ritroviamo esposti sulla parete est. Siamo legati e dobbiamo affrontare un passaggio delicato. Non ci piace. Se uno cade sono due vite certamente sacrificate. Non abbiamo friends per assicurarci. La scelta è logica. Torniamo alla base, traversiamo verso W evitando un crepaccio e perdendo un po' di quota. Imbocchiamo un canale sul versante SW facile e divertente da arrampicare con la piccozza che ci conduce direttamente in vetta. 
La vetta è ampia e apre la vista alle vette successive. 
Ci diamo il pugno e procediamo lungo la cresta sommitale attenti a non affacciarci troppo verso est. 
Sono le 13.30 abbiamo ancora del tempo. 

Canale per la Piramide Vincent 4215 m



Balmenhorn 4167 m

Non è nel nostro programma tuttavia non possiamo ignorarlo. Rapidamente scolliniamo dalla Vincent riprendendo al contempo fiato. Sulla via per il Corno Nero ritroviamo alla nostra sinistra un'autentica cima di roccia, il Balmenhorn appunto, o il Cristo delle Vette. Alla sua base c'è un bel crepaccio. Saliamo tramite la scaletta metallica affiancata da una fune. 
Sopra c'è un bivacco e una grande statua. Incontriamo un uomo simpatico e gentile reduce da una protesi al ginocchio. Lui salirà l'indomani alla Margherita e sta spezzando la salita. Lo incontreremo di nuovo. 
Breve pausa per le foto di rito e procediamo per il Corno Nero.


Corno Nero 4321 m (tentativo)

"Saliamo prima al Ludwigshöhe che sembra più semplice e sicuramente lo facciamo?"
"No, occupiamoci prima del Corno Nero che, essendo più difficile, richiede di essere meno stanchi"

Quale idea sarebbe stata la migliore e la più sensata?
Forse la mia. Cioè la prima delle due. O forse no. In questi casi non si sa.
Sappiamo che non abbiamo raggiunto nessuna delle due vette e va bene così. Bisogna pur avere un pretesto per ritornare al Monte Rosa.
Dal Balmenhorn brevemente risaliamo fino alla conca tra Ludwigs e Corno Nero. Quest'ultimo presenta sul suo fianco W/NW un'enorme frattura glaciale. Dalla sella ci dirigiamo alla base della parete nord, gradata 45 gradi. Sappiamo che va arrampicata preferibilmente con due piccozze e noi  ce le abbiamo appresso. 
Fin da lontano il Corno Nero ci appare come una calotta glaciale. Difatti la cupola è puro ghiaccio. Il ghiaccio vivo ricopre l'intera parete e l'assenza di neve la rende a noi inaccessibile. Studiamo le 2 alternative: salire da destra lungo il costone NW, apparentemente facile oppure dalla cresta NE di roccia più verticale. 
Eseguiamo un traverso per raggiungere il fianco destro e ci abbassiamo per aggirare una lingua di ghiaccio. Dobbiamo allungarci in un singolo passaggio nel quale non abbiamo un valido appoggio per la piccozza. Essendoci a valle l'imponente crepaccio non possiamo rischiare una scivolata quindi retrocediamo e proviamo la cresta. 
Inizialmente si arrampica bene con passaggi di secondo grado. Quindi ci sono due bei passaggi di terzo che ci impegnano e ci impongono molta concentrazione. Infine ci si presenta un diedro da arrampicare, un terzo o addirittura quarto grado appena sotto la madonnina di vetta. Studiamo e proviamo ad aggirarlo ma anche da destra c'è una placca esposta. Questa via è al di sopra delle nostre capacità del momento. 
Rinunciamo molto volentieri considerando quello che abbiamo fatto finora. 
Sono quasi le 16.30, dobbiamo toglierci da quella cresta e raggiungere la Mantova in tempo per berci della birra fresca prima di cena!
Inoltre ci imponiamo di non indugiare troppo in quota e di evitare di stancarci eccessivamente in previsione dell'indomani. 


Corno Nero 4321 m (parete N)



Notte alla Mantova 3498 m

La capanna è affollata. Ci saranno duecento persone se non di più. Il personale però é allo stesso tempo efficiente e cordiale e la cena tutto sommato apprezzabile considerando di trovarsi a quella quota. 
La permanenza in quota associata alla stanchezza ci scatena uno stato di euforia: abbiamo la ridarella. Salire 2 rampe di scale inoltre mi arreca dispnea. Il sonno è agitato e pieno di sogni. Inoltre ho i brividi di freddo ma il corpo é bollente, probabilmente ho fatto un po' di febbre. 
Non importa. Alle 03.30 ci svegliamo. Una grande giornata ci aspetta. È la giornata dei 4500 m. 


Descrizione secondo giorno


Zumsteinspitze 4563 m

Invece di riprendere dal Ludwigshöhe puntiamo diretti alla massima elevazione dell'intero tour, nonchè a quella più distante. Da lì poi toccheremo le cime a ritroso con le ore 13.30 come limite massimo per abbandonare e iniziare il rientro ad Indren. Questa è la nostra idea e la nostra regola. 

Alle 05.00 attacchiamo la traccia per la Punta Gnifetti lungo il Ghiacciaio del Lys.
Con noi parte un battaglione intero di alpinisti. Lo spirito anche stamattina è elevatissimo. La giornata è perfetta, l'alba è prossima e siamo tutti sul Monte Rosa in procinto di svolgere ognuno la propria avventura. 

Risaliamo il ghiacciaio superando diversi importanti seracchi e la Piramide Vincent alla nostra destra. C'è un crepaccio rilevante all'altezza del Balmenhorn. Si aggira da destra. Alle 07.30 raggiungiamo la linea con il  Liskmann e il Lisjoch. Un passo che collega due ghiacciai diversi (Lys e Grenz) e due stati (Italia e Svizzera).
Davanti a noi appaiono le grandi vette (Dufour, Nordend, Zumstein, Gnifetti e Parrot), alla nostra sinistra il Cervino. 
Fino a qui siamo stati relativamente veloci. Ma abbiamo freddo e io non mi sento bene. Mi serve una piccola pausa per acclimatarmi. 
Ripartiamo con rinnovata energia e ci abbassiamo nel nuovo ghiacciaio in un ambiente di alto impatto visivo. 
Risaliamo facilmente il Colle Gnifetti presso il quale dobbiamo superare il crepaccio più grande visto finora. C'è un ponte di neve oppure si deve andare tutto a destra. Scegliamo il ponte sebbene ci chiediamo fin quando terrà. 
Ora puntiamo alla base della cresta della Zumstein, la percorriamo sul filo, piccozza in mano, ci portiamo fino allo strappo finale piuttosto esposto ma ben gradinato. 
È vetta! 
Siamo nel luogo più alto da noi mai raggiunto. Siamo di fronte alla Punta Dufour!
Anche qui non ci fermiamo. Dobbiamo attendere un paio di cordate che discendano prima di noi. Intanto facciamo i nostri scatti e ammiriamo quello che la grande conquista ci offre. 
Qualcuno si assicura per disarrampicare il tratto finale.

Zumsteinspitze 4563 m - cresta SE



Punta Gnifetti 4554 m

La Signalkuppe mi ha affascinato in modo particolare. Da lì ci sporge sulla vertiginosa parete est/sud-est del Rosa, ha il Rifugio più alto d' Europa incastonato sulla sua vetta, si affaccia sui vicini giganti del massiccio. 
Credo che il punto corrisponda ad uno di quei luoghi "energetici" del pianeta. La visita della parte esterna della Capanna Margherita è stato un rituale contemplativo, abbiamo percorso la balconata esterna senza togliere i ramponi né scordarci per non perdere tempo ma assaporando ogni secondo di quel momento particolare. Protetti dal vento ci siamo riscaldati quanto basta per riprendere il nostro cammino rigenerati. 
La salita a questa vetta è facile ma nel tratto finale un po' di ghiaccio vivo impone prudenza. La cresta sommitale va percorsa con attenzione per via delle possibili cornici di neve. 

Vista dalla Capanna Margherita - vedere questo con i propri occhi capita molto raramente 



Parrotspitze 4432 m

Alle 10.00 eravamo alla Zumstein, alle 11.00 alla Punta Gnifetti. Sono le 11.30 e abbiamo ben 90 minuti per aggiungere un altro bel 4000 al nostro percorso. 
Discendiamo presso il Colle Gnifetti, superiamo il grande crepaccio e ci abbassiamo nella valle per avvicinarci alla Parrot. Scendiamo fino a quota 4280 m circa quindi deviamo a sinistra puntando alla base della cresta NE. Ci appare un pendio ripido e gelato. Un'evidente traccia si stacca di traverso a monte di una piccola frattura. La seguiamo con prudenza e raggiungiamo il filo della cresta che seguiamo fino alla lunga e aerea cresta sommitale. 
La Parrot è una vetta molto elegante a mio avviso, con una privilegiata posizione che consente di ammirare il Cervino, il Liskmann e tutte le altre vette da noi toccate o tentate. 
Sono le 13.00. Ci starebbe anche il Ludwigshöhe. 
Ma noi abbiamo la nostra regola. Alle 13.00 si stacca. Ci serve un ampio margine. 
Abbandoniamo la cresta da un ripido ma breve pendio che ci porta alla sella che separa Parrot e Ludwigs. 
Ci spostiamo nei pressi del Lisjoch e ci prendiamo una pausa prima di salutare le nostre conquiste. 


L'elegante vetta - Parrotspitze 4432 m



Discesa ad Indren

Per fortuna che ci siamo dati un margine di tempo. Giunti alla Capanna Gnifetti scendiamo verso la Mantova convinti di proseguire fluidamente per altri 200 m fino alla nostra teleferica. 
Non è così semplice. Una lunga parete rocciosa ci separa dal sottostante ghiacciaio Indren. 
Sappiamo che c'è un canale ma non abbiamo idea della pendenza.
In effetti non ho studiato questa parte del percorso. Ci sembra di essere in basso ma non dobbiamo dimenticarci di essere ancora a 3500 m. Il terreno è complesso. 
La mappa ci indica una traccia che scende poco prima della Mantova. La cerchiamo ma non troviamo nulla di sicuro e nessuna indicazione. Soltanto nei pressi del Rifugio Mantova individuiamo un sentiero che si abbassa sotto la parete di roccia e ne percorre la base fino al ghiacciaio. Non è nè breve nè banale questa parte di escursione. Qui il margine di tempo ci è valso sicuramente. Alle 16.00 siamo agli impianti. 
Al Passo dei Salati ci faranno attendere 40 min per raggruppare quelli dell'ultima discesa da Indren (3 gatti) alla nostra. Pazienza. 
Ci sediamo a riposare e ad elaborare quello che per noi è stato un tour di proporzioni senza precedenti. 









Tourengänger: Michea82


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Geodaten
 56661.gpx Giorno 1 (Giordani - Vincent - Balmenhorn)
 56662.gpx Giorno 2 (Zumstein - Signalkuppe - Punta Parrot)

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Kommentare (14)


Kommentar hinzufügen

karll hat gesagt:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 11:08
Grandissimi complimenti Michea! Con i tuoi report ci fai vivere una parte di ciò che hai vissuto in prima persona.

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 13:48
Ed è proprio quello che vorrei che avvenisse. Sopratutto per itinerari già descritti in modo diffuso
Il vissuto in prima persona nelle guide non è contemplato. Ma per me rimane un aspetto importante senza trascurare ovviamente la descrizione più tecnica.
Un caro saluto e grazie

Antonio59 ! hat gesagt:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 14:34
Bravi.
Qualcosa di simile l'avevo fatto penso 12 anni fà con mio figlio Peter. Primo giorno solo Giordani. E secondo giorno Zum-Gniff-Ludwig - Corno Nero e Balmenh.
Quindi avete fatto in più la Vincent e la Parrot.
Bravi soprattutto per la salita alla Vincent da quella parte.
Ciao
Antonio

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 17:52
La Parrot è tra le più belle e non è difficile.
Piacerebbe anche a me portarci i figli ma prima devo imparare bene a garantire loro sicurezza.
Ciao Antonio!

siso hat gesagt:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 15:59
Complimenti, che invidia!
ciao,
siso.

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 17:54
Ti capisco mi invidierei anch'io. Comunque il Rosa è lì da sempre e per sempre lo sarà. O per lo meno per il tempo che ti basterebbe a visitarlo anche tu. Per te che ami la neve è un parco giochi.
Io sono sicuro che ci ritornerò

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 18:21
Leggendo la tua relazione, e sapendo in che modo avrei idea di salire lassù presto o tardi, ne traggo sensazioni davvero contrastanti... Non mi resta che fare i complimenti a te e al tuo bravissimo socio per la gran bella impresa!

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 15. Juni 2022 um 19:22
Il tuo modo funziona perché è quello che si è sempre adottato prima che aprissero gli impianti. Certo ti servirebbero 2 notti.
Io ho già preparato due tracce diverse per salire da Alagna al Passo dei Salati. E da lì su fino alla Margherita. Non ci resta che attendere l'ispirazione e il tempo giusto

Gabrio hat gesagt:
Gesendet am 16. Juni 2022 um 10:55
Non saranno belle come le cime ticinesi, ma anche queste non sono male!!! :-)))))

Grandi!!!
Ciao!!!

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. Juni 2022 um 21:54
Eh....ogni tanto ci si deve accontentare:))))

Gesendet am 16. Juni 2022 um 15:41
Sempre più in alto, diceva qualcuno.
Gradissimi

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. Juni 2022 um 21:55
Con gli impianti di risalita si possono fare cose che tanti umani non possono nemmeno immaginare :))

Grazie ciao Giorgio

gbal hat gesagt:
Gesendet am 20. Juni 2022 um 14:45
Non so se c'è ancora spazio per i commenti :):) ma ci provo!
Complimenti, siete stati grandi e al tempo stesso accorti e sensati. Bravi davvero.
Quanto alle tante foto sul Corno Nero....si capisce che brucia ma, come hai detto, non hai scampo: dovrai tornare lassù.
Ciao

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 21. Juni 2022 um 07:07
Ogni tanto è bello aver la possibilità di misurarsi con qualcosa di più grande. Abbiamo tentato più possibilità prendendoci il tempo necessario e rinunciato solo alla fine senza rimorsi. Per me essere già soltanto al Monte Rosa era una condizione ben oltre la mia zona comfort, rinunciare al Corno Nero è stato liberatorio. E come dici tu una possibilità anche per ritornare.
Grazie Giulio


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