Fibbia (2739 m) – Racchette da neve
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Frequento il Passo del San Gottardo da tanti anni, ma non ricordo di aver visto così poca neve alla riapertura del valico (venerdì 20.5.2022, alle ore 16:00).
Inizio dell’escursione: ore 5:45
Fine dell’escursione: ore 10:25
Velocità media del vento: 10 km/h
Pressione atmosferica, ore 6.00: 1022 hPa
Temperatura alla partenza: 9°C
Isoterma di 0°C, ore 6.00: 3900 m
Temperatura al rientro: 15,5°C
Sorgere del sole al Pizzo Lucendro: 5:46
Tramonto del sole al Pizzo Lucendro: 21:00
Sveglia alle 2:50, partenza da casa alle 3:50, arrivo al Passo del San Gottardo alle 5:22, dopo 116,5 km d’auto.
Sono il secondo automobilista a parcheggiare nei pressi del Lago di San Carlo. Quest’anno non ci sono le fiumane di auto con centinaia di scialpinisti desiderosi di raggiungere il Pizzo Lucendro. La voce corre in fretta; i perlustratori ieri sera avranno informato tempestivamente i conoscenti.
Come sempre, nell'auto ho sia gli sci sia le racchette da neve. Devo decidere quali attrezzi scegliere e soprattutto l’itinerario. Escludo immediatamente il Pizzo Lucendro; rimangono il Pizzo Fortünéi, la Fibbia o eventualmente il Pizzo d’Orsirora. I tre alpinisti che mi precedono partono con gli sci fissati allo zaino in direzione della Fibbia. Li seguo, ma opto per le ciaspole. Dopo 20 minuti di portage le calzo e risalgo i ripidi canaloni, circondato da fringuelli alpini e da qualche pernice bianca.
In poco più di un’ora arrivo ai Laghi della Valletta (2386 m); quest’anno sono già in avanzato stato di disgelo e il ruscello che formano rumoreggia fragorosamente.
Lo sguardo sul versante di salita al Passo della Valletta mi conferma che la neve scarseggia. Molti sassi affiorano, senza impedire comunque a qualche irriducibile scialpinista di risalirlo, benché lo spazio utile sia sempre più ristretto.
Io svolto ovviamente a sinistra, tenendomi a distanza dai macigni, per evitare di cadere nelle profonde buche che solitamente si formano attorno ai blocchi di roccia.
Rimpiango di non aver preso gli sci; poco male mi divertirò anche con le racchette, malgrado i rischi di precipitare in profonde buche. A partire dall’altopiano la situazione nivologica migliora; la neve porta meglio e il cielo si rasserena ulteriormente. I tre sciatori che mi hanno preceduto sono quasi in vetta. Devo camminare ancora per una mezz’oretta fino a 50 m dalla cima, dove i macigni, completamente privi di neve, mi obbligano a togliere gli attrezzi. Alle otto in punto raggiungo la Fibbia (2739 m): geschafft!

Il Pizzo Lucendro (2963 m) visto dalla Fibbia
Dedico questa conquista a Beppe, che ci ha lasciati tre giorni fa a causa di una tragica caduta in montagna: buon viaggio amico!
Ad est, noto che il Pizzo Fortünéi è completamente privo di neve; bene ho fatto a salire in questa direzione.
Dopo mezz’ora di permanenza in vetta inizio la discesa, che, come previsto, sarà più problematica che con gli sci: improvvisi sprofondamenti e energica forza di braccia sui bastoncini per evitare le scivolate sui tratti più ripidi.
Forzata rinuncia quest’anno alla classicissima ticinese dello scialpinismo, per carenza di neve. Qualche irriducibile sci alpinista ha comunque compiuto l’impresa, tuttavia è completamente mancata l’aria di festa che solitamente caratterizza questa giornata di celebrazione del Lucendro. La soluzione di ripiego sulla Fibbia mi ha comunque ripagato per la levataccia a cui in questo periodo gli sciescursionisti devono sottoporsi.
Tempo totale: 4 h 40 min
Tempo di salita: 2 h 15 min
Tempi parziali
Lago di San Carlo – Laghetti della Valletta: 1 h 05 min
Laghetti della Valletta – Fibbia: 1 h 10 min
Fibbia – Lago di San Carlo: 1 h 50
Dislivello in salita: 684 m
Sviluppo complessivo: 6,26 km
Difficoltà: WT3
Pericolo di valanghe (valutazione personale): 1 (debole)
Coordinate Fibbia: 685.055 / 155.750
Libro di vetta: sì
Copertura della rete cellulare: Swisscom da sufficiente a buona.
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