Cima Cioltro (Cima Sud, m.1803)
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Precedentemente saltata per il tempo incerto,
Gabrio mi ripropone la salita alla Cima Cioltro, selvaggia tra le selvagge, posta all'inizio della severa scogliera che divide la Valle di Cresciano dalla Valle Osogna, spingendosi su su ai confini della Calanca culminando nell'ampia piramide del Pizzo di Campedell. Poche ma meritorie le descrizioni anche su Hikr, rimando a quelle di Giuseppe Brenna e delle sue guide CAS delle Alpi Ticinesi, tuttora valide a chi voglia affrontare l'ardua salita, possibile da ambedue le valli.
Da Osogna (m.274) si segue la mulattiera toccando Gaggio (m.504) e Pont (m.753), ove si lascia a sinistra il percorso ufficiale che si addentra nella spettacolare Valle Osogna, all'altezza di un bacino che un evidente sentiero con gradini in legno risale a destra. Sentiero abbastanza evidente, seppur non marcato, che risale un pendio boscoso per poi affrontare qualche zigzag con tratti a gradoni sostenuti da muri a secco: si perviene così al piccolo ripiano panoramico di Monte Alto (m.1145), da cui ha inizio la parte indubbiamente più complicata del percorso.
Si sale immediatamente il bosco nei pressi di un serbatoio dell'acqua seguendo qualche traccia di sentiero che permane dapprima al centro per poi spostarsi a destra, seguendo un'ingannevole mezzacosta che in realtà condurrebbe con percorso tutt'altro che scontato in Val di Cresciano. Consci di esser fuori portata, all'altezza di un solitario bollo blu risaliamo per roccette e cenge sul ripidissimo dorso centrale, sempre abbastanza ampio, trovando qualche ometto e alcuni bolli e frecce arancioni, perlopiù visibili in senso di salita. La salita s'impenna e non conosce soste, diventando particolarmente impegnativa poco prima di raggiungere il fatidico punto chiave che permette di entrare e oltrepassare la parete, affrontando scivoli e misere cengette terrose, rese oltremodo scivolose dagli aghi di pino e dal terreno particolarmente secco. Si perviene così (ca. m.1530) all'inquietante e sottile cordino metallico, il quale con qualche passaggio studiato facilita un breve traversino su esile cengia rocciosa, dopo che la salita riprende imperterrita con rari e disagevoli zigzag, giungendo al ripidissimo canale erboso posto tra due speroni rocciosi, pure da affrontare con notevole riguardo. Si perviene a una selletta intaglio (ca. m.1830) presso l'ultimo canalino che in breve porterebbe sulla cima principale (m.1847) e alla gobba successiva (m.1867), ma ci accontentiamo della Cima Sud (m.1803), che rimane comunque la più panoramica delle tre, le quali avrebbero aggiunto poco all'ascesa. Lo sguardo a picco sulla Riviera, il Pizzo di Claro e gli innevati versanti nord verzaschesi è effettivamente d'impatto nonostante una certa foschia.
Ci fermiamo per un breve spuntino in vista di una discesa che sarà ancor più delicata della salita, e che non a torto
Blepori nel complesso sconsigliava in quanto occorre assolutamente ripassare con precisione millimetrica nei medesimi punti onde evitare di perdere il passaggio chiave: la pendenza è al limite e a tratti, nonostante le piante, l'esposizione davvero fortissima. Diciamo che avendolo fatto in salita e messo qualche ometto ci siamo potuti raccapezzare, ma se non si hanno riferimenti scendere da lì senza sapere i passaggi potrebbe essere catastrofico: inoltre i bolli arancioni in discesa son molto più difficili da vedere. Superato il cordino e i delicati passaggi successivi gradualmente si capisce che il peggio è alle spalle e possiamo anche permetterci di scendere a Monte Alto stando al centro del pendio su percorso comunque non evidentissimo, ove troviamo un omone di sassi al centro di una spalla che in salita avevamo saltato.
La discesa da Monte Alto (m.1145) è impegnativo più per il fogliame che per altro, e a Pont (m.753) una arzilla e gentile signora del posto ci offre l'immancabile e rituale caffè (ospitalità bellinzonese DOC), prima della tranquilla discesa ad Osogna (m.274).
Avanti così.
NB. Osogna-Pont T2 / Pont-Monte Alto T3 / Monte Alto-Cima Cioltro Sud T5+

Da Osogna (m.274) si segue la mulattiera toccando Gaggio (m.504) e Pont (m.753), ove si lascia a sinistra il percorso ufficiale che si addentra nella spettacolare Valle Osogna, all'altezza di un bacino che un evidente sentiero con gradini in legno risale a destra. Sentiero abbastanza evidente, seppur non marcato, che risale un pendio boscoso per poi affrontare qualche zigzag con tratti a gradoni sostenuti da muri a secco: si perviene così al piccolo ripiano panoramico di Monte Alto (m.1145), da cui ha inizio la parte indubbiamente più complicata del percorso.
Si sale immediatamente il bosco nei pressi di un serbatoio dell'acqua seguendo qualche traccia di sentiero che permane dapprima al centro per poi spostarsi a destra, seguendo un'ingannevole mezzacosta che in realtà condurrebbe con percorso tutt'altro che scontato in Val di Cresciano. Consci di esser fuori portata, all'altezza di un solitario bollo blu risaliamo per roccette e cenge sul ripidissimo dorso centrale, sempre abbastanza ampio, trovando qualche ometto e alcuni bolli e frecce arancioni, perlopiù visibili in senso di salita. La salita s'impenna e non conosce soste, diventando particolarmente impegnativa poco prima di raggiungere il fatidico punto chiave che permette di entrare e oltrepassare la parete, affrontando scivoli e misere cengette terrose, rese oltremodo scivolose dagli aghi di pino e dal terreno particolarmente secco. Si perviene così (ca. m.1530) all'inquietante e sottile cordino metallico, il quale con qualche passaggio studiato facilita un breve traversino su esile cengia rocciosa, dopo che la salita riprende imperterrita con rari e disagevoli zigzag, giungendo al ripidissimo canale erboso posto tra due speroni rocciosi, pure da affrontare con notevole riguardo. Si perviene a una selletta intaglio (ca. m.1830) presso l'ultimo canalino che in breve porterebbe sulla cima principale (m.1847) e alla gobba successiva (m.1867), ma ci accontentiamo della Cima Sud (m.1803), che rimane comunque la più panoramica delle tre, le quali avrebbero aggiunto poco all'ascesa. Lo sguardo a picco sulla Riviera, il Pizzo di Claro e gli innevati versanti nord verzaschesi è effettivamente d'impatto nonostante una certa foschia.
Ci fermiamo per un breve spuntino in vista di una discesa che sarà ancor più delicata della salita, e che non a torto

La discesa da Monte Alto (m.1145) è impegnativo più per il fogliame che per altro, e a Pont (m.753) una arzilla e gentile signora del posto ci offre l'immancabile e rituale caffè (ospitalità bellinzonese DOC), prima della tranquilla discesa ad Osogna (m.274).
Avanti così.
NB. Osogna-Pont T2 / Pont-Monte Alto T3 / Monte Alto-Cima Cioltro Sud T5+
Tourengänger:
Poncione

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Kommentare (8)