I giganti della Val Colla - Concatenamento Gazzirola e Camoghè
|
||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Sono nelle mie terre. Nelle montagne di casa.
Mi dico che oggi me la prendo tranquilla, che vado a fare un giretto sul Gazzirola come una volta.
Parto con calma dopo colazione con il sole già sorto da un po'
Ma le mie prospettive dopo tutto il mio camminare ormai sono irrimediabilmente cambiate
E così ho seguito il mio istinto e mi sono lasciato prendere la mano, o meglio il piede.
Ne è risultata una bellissima giornata, completamente in solitario, dai paesaggi stupendi.
Il prezzo è stato alto: un traverso non sicuro da superare prima della Corte Lagoni, l'acqua nelle scarpe già nelle prime ore, un bel po' di dèi invocati invano per la neve fino alle cosce e per buchi ancora più profondi tra gli arbusti a 8 ore dalla macchina e lontanissimo da qualsiasi vetta.
Insomma la montagna non è ancora pronta per le escursioni in invernale come si deve.
Ma se si è disposti ad impantanarsi un po' allora è perfetta.

Sul Gazzirola durante il ritorno - non ci sono parole per tanta bellezza
Camoghè
Accesso
L'ideale per salire al Camoghé da sud è partire dall'Alpe di Serdena informandosi presso il comune di Isone per l'apertura al traffico civile della strada in zona militare.
Io abitando a Sonvico ero intenzionato a restare nel raggio dei 10 minuti di macchina. Pertanto ho scelto la Val Colla. Il punto migliore in questo caso è Cozzo. Ma i cantieri stradali mi hanno un po' spazientito e alla seconda sigaretta fermo al semaforo ho deciso di lasciare la macchina a Bogno e di fare un grande favore ai poveri operai in difficoltà con dei cavi elettrici.
Sono le 09.30 di mattina.
Direttissima
Da Bogno raggiungo Cozzo a piedi in 10 minuti e imbocco il sentiero sulla destra, presso una panchina, subito dopo Cozzo e il ponte successivo.
Abbandono subito la traccia e salgo dritto dai prati, attraverso un bosco e risalgo altri ripidi pascoli fino ai Barchi di Colla. Quindi seguo la dorsale che sale dritta e veloce a Pozzaiolo confluendo nella cresta SW del Gazzirola. Evito la strada sterrata e l'Alpe Pietrarossa.
Traverso Pozzaiolo- Corte Lagoni (da evitare)
A Pozzaiolo presso il bivio prendo il sentiero per il Camoghè, a sinistra. Il mio anello inizia qui.
Il collegamento con la Corte Lagoni è problematico in inverno. Non sono mentalmente pronto ad affrontare passaggi delicati. Ma sono attrezzato con piccozza e ramponi e qui mi servono.
Il sentiero man mano che procedo è vieppiù innevato e sempre meno evidente. Procedo con cautela misurando i passi. Mi si delinea un bel traverso. La neve non è ancora così abbondante da rendere il pendio indistinto dal sentiero.
Ad un certo punto, superata una colata di neve, la traccia è svanita e c'è solo un traverso su neve ancora piuttosto scarsa dove è vietato scivolare. Sotto è ripido.
Mi blocco e mi sento insicuro. Retrocedo e mi rampono. Mi sento ancora insicuro. Retrocedo, estraggo la piccozza. Mando la mia posizione a Deborah. Non si sa mai. Quindi affronto il passaggio tenendomi saldamente a tutto quello che posso. Con i ramponi creo degli scalini nella neve gelata per avere aderenza e sentirmi attaccato al pendio. Funziona.
Superato il passaggio non trovo altre difficoltà.
In ogni caso consiglio di aggirare tutto da sotto (scendere all'Alpe Serdena) o da sopra (direttamente dal Gazzirola lasciando via la Corte Lagoni).

Collegamento per la Corte Lagoni (da evitare con la neve mi raccomando)

Passaggio delicato
La Corte Lagoni - un "paradisiaco pantano bianco"
Ho speso almeno 30 o 45 minuti per il traverso ma non è stato tempo perso, la leggerezza qui va evitata.
Finalmente raggiungo la Corte Lagoni ma impiego tantissimo a spostarmi fisicamente in quel terreno. Difatti affondo parecchio nella neve. Sotto lo strato c'è un ulteriore problema: i cespugli. Mi trovo spesso ingarbugliato tra i rami o finisco dentro in buchi tra piante e rocce.
Il Camoghè è lì sopra e non intendo lasciarmelo sfuggire.
Bocchetta di Revolte - Camoghè
Punto dritto alla Bocchetta di Revolte e con enorme fatica la raggiungo. Ora seguo il filo della cresta che è stato pulito parzialmente dal vento. Avendo i ramponi mi tengo possibilmente sulla neve.
Il sentiero rimane più basso, io invece, per evitare di affondare ancora, salgo al p. 2049 m.
Quindi ridiscendo lungo la cresta e prendo il sentiero che sale zig-zag. Devo per forza togliere i ramponi. La neve qui è molto carente.
Raggiunta la parte sommitale devo restare sul filo, non difficile ma da percorrere con attenzione (sono senza ramponi e non posso continuare a mettere e togliere). Il sentiero devia a destra sul pendio molto ripido per passare dalla piccola baita non utilizzata. Lo evito appunto perchè esposto e mi tengo sulla cresta sommitale che percorro facilmente e prudentemente fino alla vetta del Camoghè. Mai toccata nel 2020 e per la prima volta quest'anno.
Il Camoghè è la vetta più panoramica del Ticino: consente di vedere allo stesso tempo, Lugano, Bellinzona, Locarno e Biasca. E tantissimi gruppi montuosi, dal Tamaro, alla Cima dell'Uomo, ai Torrent, ai 3000 ticinesi, alle Orobie, ai 4000.

Crestina est del Camoghè
Sono passate 4 ore e mezza e non ho ancora fatto pause. Direi che sono il momento e il luogo giusti.
Sono le 14.00. Mangio e con calma penso a come tornare alla lontana macchina evitando il ravanage appena effettuato.
Cresta / Monte Segor - Gazzirola
Torno da dove sono venuto, mi abbasso in Val Serdena o mi concateno con il Gazzirola?
La risposta è ovvia
Il Gazzirola ha una posizione che consente un allontanamento molto rapido. Dalla direttissima in meno di due ore si è in valle.
Questo significa che si può andare a vedere un tramonto e scendere veloce con una frontale.
Frontale che mi sono portato all'ultimo momento: facendo lo zaino mi ero dento che anche nelle montagne di casa può sempre servire. Mai lasciarla a casa.
Indosso i ramponi e provo ad aggirare la cima est sul sentiero normale. Superata la baita valuto pericoloso il passaggio e quindi risalgo in cresta. Mi dirigo alla Bocchetta di Revolte stavolta evitando il punto a 2045 m. Taglio di traverso pur sprofondando, almeno sono in discesa.
Ora seguo il filo della cresta per il Segor.
Non è difficile ma ha una serie di passaggi da arrampicare e alcuni punti un po' esposti sui 2 lati.
Vado lento perchè il Camoghè mi ha prosciugato.
Pian piano raggiungo il Segor.
Da qui continuo sul crinale ma il Gazzirola è lontano. Impiego molto tempo.
Il sentiero è facile ma c'è tanta neve che mi rallenta.

La bella attraversata in cresta dal Camoghè al Segor
Alle 16.30 mi concedo una seconda pausa. Sono sul Gazzirola. Sul mare di nebbia e al tramonto. Non ho incontrato un'anima a parte gli operai al mattino.
La Val Colla è mia.
È un paradiso.

Vista verso Lugano dal Gazzirola
Allontanamento
Dal Paradiso vengo spedito negli Inferi come se avessi peccato di superbia.
Riesco a tornare alla macchina per le 18.30. Scendo lungo la cresta SW del Gazzirola fino a Pozzaiolo ( i primi 200 m sono su neve, poi rapidamente svanisce).
Quindi rapidamente mi spingo lungo la dorsale per i Barchi di Colla ma la nebbia e la notte mi avvolgono. Non vedo a 2 metri.
A tratti perdo la traccia, un po' troppo a sinistra o a destra ma mi correggo controllando su swissmap. Non si vede nulla. Sono nelle tenebre e la nebbia rende difficoltoso orientarsi.
Una volta sulla strada poi è tutto semplice.
Mi dico che oggi me la prendo tranquilla, che vado a fare un giretto sul Gazzirola come una volta.
Parto con calma dopo colazione con il sole già sorto da un po'
Ma le mie prospettive dopo tutto il mio camminare ormai sono irrimediabilmente cambiate
E così ho seguito il mio istinto e mi sono lasciato prendere la mano, o meglio il piede.
Ne è risultata una bellissima giornata, completamente in solitario, dai paesaggi stupendi.
Il prezzo è stato alto: un traverso non sicuro da superare prima della Corte Lagoni, l'acqua nelle scarpe già nelle prime ore, un bel po' di dèi invocati invano per la neve fino alle cosce e per buchi ancora più profondi tra gli arbusti a 8 ore dalla macchina e lontanissimo da qualsiasi vetta.
Insomma la montagna non è ancora pronta per le escursioni in invernale come si deve.
Ma se si è disposti ad impantanarsi un po' allora è perfetta.

Sul Gazzirola durante il ritorno - non ci sono parole per tanta bellezza
Camoghè
Accesso
L'ideale per salire al Camoghé da sud è partire dall'Alpe di Serdena informandosi presso il comune di Isone per l'apertura al traffico civile della strada in zona militare.
Io abitando a Sonvico ero intenzionato a restare nel raggio dei 10 minuti di macchina. Pertanto ho scelto la Val Colla. Il punto migliore in questo caso è Cozzo. Ma i cantieri stradali mi hanno un po' spazientito e alla seconda sigaretta fermo al semaforo ho deciso di lasciare la macchina a Bogno e di fare un grande favore ai poveri operai in difficoltà con dei cavi elettrici.
Sono le 09.30 di mattina.
Direttissima
Da Bogno raggiungo Cozzo a piedi in 10 minuti e imbocco il sentiero sulla destra, presso una panchina, subito dopo Cozzo e il ponte successivo.
Abbandono subito la traccia e salgo dritto dai prati, attraverso un bosco e risalgo altri ripidi pascoli fino ai Barchi di Colla. Quindi seguo la dorsale che sale dritta e veloce a Pozzaiolo confluendo nella cresta SW del Gazzirola. Evito la strada sterrata e l'Alpe Pietrarossa.
Traverso Pozzaiolo- Corte Lagoni (da evitare)
A Pozzaiolo presso il bivio prendo il sentiero per il Camoghè, a sinistra. Il mio anello inizia qui.
Il collegamento con la Corte Lagoni è problematico in inverno. Non sono mentalmente pronto ad affrontare passaggi delicati. Ma sono attrezzato con piccozza e ramponi e qui mi servono.
Il sentiero man mano che procedo è vieppiù innevato e sempre meno evidente. Procedo con cautela misurando i passi. Mi si delinea un bel traverso. La neve non è ancora così abbondante da rendere il pendio indistinto dal sentiero.
Ad un certo punto, superata una colata di neve, la traccia è svanita e c'è solo un traverso su neve ancora piuttosto scarsa dove è vietato scivolare. Sotto è ripido.
Mi blocco e mi sento insicuro. Retrocedo e mi rampono. Mi sento ancora insicuro. Retrocedo, estraggo la piccozza. Mando la mia posizione a Deborah. Non si sa mai. Quindi affronto il passaggio tenendomi saldamente a tutto quello che posso. Con i ramponi creo degli scalini nella neve gelata per avere aderenza e sentirmi attaccato al pendio. Funziona.
Superato il passaggio non trovo altre difficoltà.
In ogni caso consiglio di aggirare tutto da sotto (scendere all'Alpe Serdena) o da sopra (direttamente dal Gazzirola lasciando via la Corte Lagoni).

Collegamento per la Corte Lagoni (da evitare con la neve mi raccomando)

Passaggio delicato
La Corte Lagoni - un "paradisiaco pantano bianco"
Ho speso almeno 30 o 45 minuti per il traverso ma non è stato tempo perso, la leggerezza qui va evitata.
Finalmente raggiungo la Corte Lagoni ma impiego tantissimo a spostarmi fisicamente in quel terreno. Difatti affondo parecchio nella neve. Sotto lo strato c'è un ulteriore problema: i cespugli. Mi trovo spesso ingarbugliato tra i rami o finisco dentro in buchi tra piante e rocce.
Il Camoghè è lì sopra e non intendo lasciarmelo sfuggire.
Bocchetta di Revolte - Camoghè
Punto dritto alla Bocchetta di Revolte e con enorme fatica la raggiungo. Ora seguo il filo della cresta che è stato pulito parzialmente dal vento. Avendo i ramponi mi tengo possibilmente sulla neve.
Il sentiero rimane più basso, io invece, per evitare di affondare ancora, salgo al p. 2049 m.
Quindi ridiscendo lungo la cresta e prendo il sentiero che sale zig-zag. Devo per forza togliere i ramponi. La neve qui è molto carente.
Raggiunta la parte sommitale devo restare sul filo, non difficile ma da percorrere con attenzione (sono senza ramponi e non posso continuare a mettere e togliere). Il sentiero devia a destra sul pendio molto ripido per passare dalla piccola baita non utilizzata. Lo evito appunto perchè esposto e mi tengo sulla cresta sommitale che percorro facilmente e prudentemente fino alla vetta del Camoghè. Mai toccata nel 2020 e per la prima volta quest'anno.
Il Camoghè è la vetta più panoramica del Ticino: consente di vedere allo stesso tempo, Lugano, Bellinzona, Locarno e Biasca. E tantissimi gruppi montuosi, dal Tamaro, alla Cima dell'Uomo, ai Torrent, ai 3000 ticinesi, alle Orobie, ai 4000.

Crestina est del Camoghè
Sono passate 4 ore e mezza e non ho ancora fatto pause. Direi che sono il momento e il luogo giusti.
Sono le 14.00. Mangio e con calma penso a come tornare alla lontana macchina evitando il ravanage appena effettuato.
Cresta / Monte Segor - Gazzirola
Torno da dove sono venuto, mi abbasso in Val Serdena o mi concateno con il Gazzirola?
La risposta è ovvia
Il Gazzirola ha una posizione che consente un allontanamento molto rapido. Dalla direttissima in meno di due ore si è in valle.
Questo significa che si può andare a vedere un tramonto e scendere veloce con una frontale.
Frontale che mi sono portato all'ultimo momento: facendo lo zaino mi ero dento che anche nelle montagne di casa può sempre servire. Mai lasciarla a casa.
Indosso i ramponi e provo ad aggirare la cima est sul sentiero normale. Superata la baita valuto pericoloso il passaggio e quindi risalgo in cresta. Mi dirigo alla Bocchetta di Revolte stavolta evitando il punto a 2045 m. Taglio di traverso pur sprofondando, almeno sono in discesa.
Ora seguo il filo della cresta per il Segor.
Non è difficile ma ha una serie di passaggi da arrampicare e alcuni punti un po' esposti sui 2 lati.
Vado lento perchè il Camoghè mi ha prosciugato.
Pian piano raggiungo il Segor.
Da qui continuo sul crinale ma il Gazzirola è lontano. Impiego molto tempo.
Il sentiero è facile ma c'è tanta neve che mi rallenta.

La bella attraversata in cresta dal Camoghè al Segor
Alle 16.30 mi concedo una seconda pausa. Sono sul Gazzirola. Sul mare di nebbia e al tramonto. Non ho incontrato un'anima a parte gli operai al mattino.
La Val Colla è mia.
È un paradiso.

Vista verso Lugano dal Gazzirola
Allontanamento
Dal Paradiso vengo spedito negli Inferi come se avessi peccato di superbia.
Riesco a tornare alla macchina per le 18.30. Scendo lungo la cresta SW del Gazzirola fino a Pozzaiolo ( i primi 200 m sono su neve, poi rapidamente svanisce).
Quindi rapidamente mi spingo lungo la dorsale per i Barchi di Colla ma la nebbia e la notte mi avvolgono. Non vedo a 2 metri.
A tratti perdo la traccia, un po' troppo a sinistra o a destra ma mi correggo controllando su swissmap. Non si vede nulla. Sono nelle tenebre e la nebbia rende difficoltoso orientarsi.
Una volta sulla strada poi è tutto semplice.
Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, Montagne di Casa
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (8)