Corona dei Pinci (1294 m) – EMTB
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Bellissima pedalata da Golino fino alla Corona di Pinz su stupende strade forestali, asfaltate fino a 1 km dalla cima. Il percorso si sviluppa all’inizio sulla Strada dei Polacchi, inaugurata nel 1942 e iniziata dai 450 internati polacchi e ucraini, che hanno contribuito con il loro lavoro allo sviluppo della regione. Dopo Arcegno la strada tocca numerosi monti del comune di Ronco sopra Ascona.
L’itinerario, in questa stagione quasi deserto, è ideale per gli e-biker.
Il toponimo “Corona di Pinz”, oppure “Corona dei Pinci” significa sporgenza su un dirupo, parte superiore, parte sommitale.
Inizio dell’escursione: ore 8.45
Fine dell’escursione: ore 13.05
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1026 hPa
Temperatura alla partenza: 10,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3200 m
Temperatura al rientro: 16°C
Velocità media del vento: 0 km/h
Sorgere del sole: 7.20
Sveglia alle 5:55, partenza da casa alla 7:00, arrivo al campo sportivo di Golino alle 8:33, dopo 69,5 km d’auto, compresa una sosta caffè di 10 min.
Alle 8:45 monto in sella e attraverso le vie del paesino delle Centovalli fino alla strada principale detta Via Golino. Continuo in direzione est per 840 m quindi imbocco la strada che alla destra, senza segnavia, sale nel bosco. Ideata come strada forestale-tagliafuoco è detta Strada dei Polacchi. Da qui via in pratica non incontro più auto fino ad Arcegno. L’asfalto è umido e in parte ricoperto di foglie, tuttavia il fondo perfetto mi permette di guadagnare quota senza faticare. Impressiona comunque la pendenza del versante, che precipita quasi perpendicolarmente sulla piana sottostante.
Più in alto, il terreno tende a spianare e presenta massi erratici, affioramenti di roccia levigata dai ghiacciai, nella quale si trovano incisioni rupestri, pozze d’acqua, stagni, torbiere, cappelle votive, pietre allineate, anfratti usati un tempo come luoghi di culto preistorici. Secondo gli specialisti è un luogo energetico con un forte magnetismo. La zona è infatti interessata dalla famosa Linea Insubrica, ossia dal confine fra la placca continentale europea e quella africana.
È un ambiente pregiato tanto da meritarsi l’appellativo di Parco del Bosco Maia, l’unica riserva forestale a pochi passi da un centro urbano al Sud delle Alpi. In zona ci sono inoltre pareti di roccia molto ambite dagli arrampicatori.
Poco prima di Arcegno arrivo al Campo Pestalozzi (425 m), un campo di vacanze per giovani o gruppi dedicato alla memoria del grande educatore e riformatore sociale svizzero Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827). Può accogliere fino a 300 persone.
Dopo mezz’ora dalla partenza mi ritrovo sui vicoli acciottolati di Arcegno (388 m), una frazione di Losone. A partire dalla chiesa la strada spiana per quasi un chilometro e mezzo. Raggiunto l’agglomerato di Gruppaldo (399 m), frazione di Ronco sopra Ascona, la musica cambia. Dalla fermata del bus svolto a destra sulla strada dei Monti di Ronco, che si inerpica con una pendenza secca del 14%. È una strada molto panoramica, che inviterebbe a frequenti soste per ammirare il Lago Maggiore, il Delta della Maggia e le Isole di Brissago. In ogni caso, sono attratto soprattutto dalle belle ville adagiate nei punti più panoramici del monti. Con il passare del tempo il sole si intensifica e la temperatura si fa sempre più dolce. La segnaletica è perfetta: indica sia la quota che i tempi di percorrenza in minuti. Non mancano i grotti: ne vedo due o tre, molto invitanti, ma attualmente chiusi.
Alla quota di 1103 m pervengo ad una barriera, che impedisce agli automobilisti non autorizzati di continuare. Sul segnavia leggo “Porera posteggi”. C’è pure un punto d’atterraggio per l’elicottero. Aggirata la barriera, mi ritrovo di fronte al Rifugio forestale del Patriziato di Ronco sopra Ascona. Più che un classico rifugio, sembrerebbe una bella casa di villeggiatura. Non per niente, il patriziato l’affitta per trascorrervi le vacanze.
Dopo ulteriori cinquecento metri la strada passa sotto il gigantesco Pinocchio, nei pressi della Chiesetta di Pozzuolo (1181 m).

Salita alla Corona dei Pinci in mtb
Osservo l’Alpe di Naccio: è invitante; la mia meta però oggi è dalla parte opposta. La strada asfaltata termina con un ampio spiazzo, alcune decine di metri prima dell’Alpe Casone (1284 m); ora si continua sulla sterrata. Al segnavia decido di imboccare l’impegnativo single trail che passando a nord dell’alpeggio mi conduce al crocicchio quotato sulla cartina 1271 m. Per gli ultimi 200 m accompagno la bici sul filo di cresta fino alla croce di vetta, che raggiungo dopo 2 h e 20 min di pedalata. La Corona dei Pinci (1294 m) o Corona di Pinz è nel carniere.
Fantastico itinerario in bicicletta, da Golino ai Monti di Ronco, un tempo utilizzati soprattutto per la produzione di fieno e attualmente quale apprezzato luogo di residenza estivo. Lungo il percorso si incontrano numerosi punti di interesse storici, naturalistici e paesaggistici.
La Corona dei Pinci è una vetta boschiva che offre uno splendido panorama sul Lago Maggiore.
Tempo totale: 4 h 20 min
Tempo di salita: 2 h 20 min
Tempi parziali (comprese le soste per foto e osservazioni)
Golino campo sportivo (253 m) – Arcegno (388 m): 30 min
Arcegno (388 m – Porera posteggi (1103 m): 1 h 15 min
Porera posteggi (1103 m) – Corona dei Pinci (1294 m): 35 min
Dislivello in salita: 1256 m
Quota massima: 253 m
Quota minima: 1308 m
Sviluppo complessivo: 32,94 km
Difficoltà: F
Consumo della batteria da 500 Wh fino alla Corona dei Pinci: 73%
Consumo complessivo della batteria da 500 Wh: 81%
Coordinate Corona dei Pinci: 698'707 / 112'295
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Libro di vetta: no
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