Anello Monte Massone (2161 m) e Monte Cerano (1702 m) da Luzzogno
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Quando pensi di andare a fare delle cime nuove (Massone) ed invece scopri dopo due giorni che c'eri già stata pochissimi anni fa... la vecchiaia...
I giorni di ferie sono fatti per riposare, ecco perchè spengo la sveglia delle 6 per svegliarmi alle 8. Indecisa se partire per la meta prefissata o meno, tra le mille cose da fare, guardo fuori e la giornata soleggiata, dopo giorni di pioggia, mi convincono a prepararmi velocemente e dirigermi per la Val Strona.
Parcheggio al primo posteggio libero (e gratuito) che trovo a Luzzogno.
Sono le 10:20 quando mi metto in marcia per via Vittorio Emanuele, diretta all'Alpe Torriggia (sentiero Z6). Dopo una rampa asfaltata procedo su sentiero, sempre ben bollato, fino a giungere al piccolo santuario dove sorseggio la prima acqua di fonte.
Si guadagna quota rapidamente, immersi nel bosco che si dirada all'Alpe Casalero (1131 m). Saluto le capre al pascolo mentre si abbeverano dalla fonte naturale.
Più salgo più intravedo la mia prima destinazione, imbiancata dal nevischio dei giorni scorsi.
In prossimità dell'Alpe Torriggia si sale per ampi e ripidi pratoni. In un batter d'occhio, con i rigagnoli di sudore che mi colano sul viso, raggiungo l'Alpe e studio in lontananza il tragitto che dovrò percorrere.
A circa Q1850 inizio a calpestare la neve, inizialmente qualche chiazza per poi sfondare di una decina di centimetri. Lascio le mie impronte fino la cima del Monte Massone, raggiunta poco dopo da un altro escursionista proveniente dall'Alpe Cortevecchio, a nord est.
Il panorama sul Lago d'Orta ed il Lago Maggiore, avvolto dai colori autunnali, è magnifico, tanto da non richiamare il ricordo di qualche anno fa.
Attraverso la dorsale fino a giungere alle pendici del Monte Eyehorn, che circondo seguendo il muretto che lo fa sembrare ad una piccola fortezza. Lo spessore esiguo di neve su fondo di erba scivolosa mi costringono a rinunciare alla salita dei 30 m che portano alla cima. Proseguo così, sempre su neve, fino alla Croce degli Svizzeri, punto panoramico.
La discesa da questa anticima mi ruba un pò di tempo, la possibilità di scivolare e farmi il pendio con il posteriore è molto elevata! Una volta raggiunto il sentiero da cui stanno salendo altri escursionisti, il passo si fa sicuro e avanzo rapidamente.
Dalla bocchetta a Q1904, inizia la lunga dorsale erbosa, prevalentemente in discesa, ma con qualche risalita breve ed intensa. L'ansia di arrivare con il buio mi spingere a corricchiare di tanto in tanto. Raggiungo la cima Poggio Croce nell'ora prestabilita, 2 pm. La seconda meta è ancor più vicina, in un batter d'occhio raggiungo il Monte Cerano, dove mi concedo una decina di minuti di sosta rigenerante.
La discesa dalla dorsale è ripida e abbastanza connessa. Mi dirigo per pochi metri verso l'Alpe Quaggione (sentiero Z2) per poi svoltare nettamente a destra per raggiungere la strada asfaltata che porta all'Alpe Morello.
Superato l'alpeggio procedo sul sentiero che taglia in traverso tutto il pendio sud, tra faggeti e noccioli, passando per l'Alpe Bagnone (attenzione: cartelli escursionistici volti in maniera errata prima dell'Alpe Bagnone, procedere dritti in costa).
Giunta a quest'ultimo alpeggio, la luce comincia a calare e senza perdere tempo inseguo il torrente per poi attraversarlo e risalire di qualche metro arrivando alla Bocchetta di Frera. Da qui seguo per il Monte Massone (sentiero Z4), ma senza giungere nuovamente a questa cima, svolto a sinistra, per esile sentiero erboso, per raggiungere l'Alpe Camparello, quasi 800 metri sopra Luzzogno.
Imbocco il sentiero di discesa proprio sotto la teleferica. La discesa è molto ripida e sconnessa, ma in pochi minuti permette di raggiungere l'Alpe Colle Superiore e Alpe Colle Inferiore, da cui parte la strada asfaltata che mi riporta a Luzzogno ancora con la luce del tramonto (5 pm), accolta dai saluti dei paesani.
I giorni di ferie sono fatti per riposare, ecco perchè spengo la sveglia delle 6 per svegliarmi alle 8. Indecisa se partire per la meta prefissata o meno, tra le mille cose da fare, guardo fuori e la giornata soleggiata, dopo giorni di pioggia, mi convincono a prepararmi velocemente e dirigermi per la Val Strona.
Parcheggio al primo posteggio libero (e gratuito) che trovo a Luzzogno.
Sono le 10:20 quando mi metto in marcia per via Vittorio Emanuele, diretta all'Alpe Torriggia (sentiero Z6). Dopo una rampa asfaltata procedo su sentiero, sempre ben bollato, fino a giungere al piccolo santuario dove sorseggio la prima acqua di fonte.
Si guadagna quota rapidamente, immersi nel bosco che si dirada all'Alpe Casalero (1131 m). Saluto le capre al pascolo mentre si abbeverano dalla fonte naturale.
Più salgo più intravedo la mia prima destinazione, imbiancata dal nevischio dei giorni scorsi.
In prossimità dell'Alpe Torriggia si sale per ampi e ripidi pratoni. In un batter d'occhio, con i rigagnoli di sudore che mi colano sul viso, raggiungo l'Alpe e studio in lontananza il tragitto che dovrò percorrere.
A circa Q1850 inizio a calpestare la neve, inizialmente qualche chiazza per poi sfondare di una decina di centimetri. Lascio le mie impronte fino la cima del Monte Massone, raggiunta poco dopo da un altro escursionista proveniente dall'Alpe Cortevecchio, a nord est.
Il panorama sul Lago d'Orta ed il Lago Maggiore, avvolto dai colori autunnali, è magnifico, tanto da non richiamare il ricordo di qualche anno fa.
Attraverso la dorsale fino a giungere alle pendici del Monte Eyehorn, che circondo seguendo il muretto che lo fa sembrare ad una piccola fortezza. Lo spessore esiguo di neve su fondo di erba scivolosa mi costringono a rinunciare alla salita dei 30 m che portano alla cima. Proseguo così, sempre su neve, fino alla Croce degli Svizzeri, punto panoramico.
La discesa da questa anticima mi ruba un pò di tempo, la possibilità di scivolare e farmi il pendio con il posteriore è molto elevata! Una volta raggiunto il sentiero da cui stanno salendo altri escursionisti, il passo si fa sicuro e avanzo rapidamente.
Dalla bocchetta a Q1904, inizia la lunga dorsale erbosa, prevalentemente in discesa, ma con qualche risalita breve ed intensa. L'ansia di arrivare con il buio mi spingere a corricchiare di tanto in tanto. Raggiungo la cima Poggio Croce nell'ora prestabilita, 2 pm. La seconda meta è ancor più vicina, in un batter d'occhio raggiungo il Monte Cerano, dove mi concedo una decina di minuti di sosta rigenerante.
La discesa dalla dorsale è ripida e abbastanza connessa. Mi dirigo per pochi metri verso l'Alpe Quaggione (sentiero Z2) per poi svoltare nettamente a destra per raggiungere la strada asfaltata che porta all'Alpe Morello.
Superato l'alpeggio procedo sul sentiero che taglia in traverso tutto il pendio sud, tra faggeti e noccioli, passando per l'Alpe Bagnone (attenzione: cartelli escursionistici volti in maniera errata prima dell'Alpe Bagnone, procedere dritti in costa).
Giunta a quest'ultimo alpeggio, la luce comincia a calare e senza perdere tempo inseguo il torrente per poi attraversarlo e risalire di qualche metro arrivando alla Bocchetta di Frera. Da qui seguo per il Monte Massone (sentiero Z4), ma senza giungere nuovamente a questa cima, svolto a sinistra, per esile sentiero erboso, per raggiungere l'Alpe Camparello, quasi 800 metri sopra Luzzogno.
Imbocco il sentiero di discesa proprio sotto la teleferica. La discesa è molto ripida e sconnessa, ma in pochi minuti permette di raggiungere l'Alpe Colle Superiore e Alpe Colle Inferiore, da cui parte la strada asfaltata che mi riporta a Luzzogno ancora con la luce del tramonto (5 pm), accolta dai saluti dei paesani.
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