Monte Cadelle e Monte Valegino
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Che non sarebbe stata una giornata limpida e col cielo terso, fra le più adatte alle gite panoramiche, lo si sapeva già prima della partenza, ma almeno non erano previsti piogge o temporali: e così è stato, asciutto con nuvole a metà montagna. C'è di meglio, ma ne è uscita ugualmente un'escursione interessante.
Il Monte Cadelle è la cima più frequentata fra le moltissime della Valtartano, la più alta, quella in miglior posizione panoramica, facilmente accessibile e, soprattutto, di avvicinamento molto agevole anche da Foppolo, quindi spesso affollata; mentre, al contrario, il Monte Valegino è piuttosto trascurato dagli escursionisti e forse, per quel poco, più visitato in inverno, quando pure occorre essere molto prudenti per la condizione della neve /www.inalto.org/it/relazioni/sci-alpinismo/monte_valegino.
Lungo la discesa dal Valegino sopra i Laghi di Porcile, quella che sembrava essere solo una delle tante tracce degli animali al pascolo si è rivelata essere un vecchio ed abbandonato tracciato del sentiero 201, che ora transita, più comodo e meno diretto, fra i tre laghi: archeologia escursionistica?
Dal punto di parcheggio si continua sulla sterrata fino ad un tornante lastricato, dove, nei pressi di una fontanella, inizia il sentiero per le varie mete - segnalate o meno - del fondovalle. Si tratta di un traverso ascendente, dapprima nel bosco, poi alla base di una lunga radura di pascoli: la si risale al margine, non lontano da baite isolate, fino ad un ponte in cemento che attraversa un ramo del torrente discendente dalla Valle di Dordonella. Oltrepassata anche una bella cascata, una breve serie di tornanti permette di accedere all'acciottolato che sbuca sul bellissimo ripiano della Casera di Porcile. Si prosegue secondo la segnaletica del Passo Tartano fino a raggiungere la Baita Lares, dove si devia a sinistra in direzione del primo Lago di Porcile (Lago Piccolo); si ignora il bivio a sinistra verso la visibile Bocchetta dei Lupi e si procede a saliscendi verso destra fino ad incontrare il Lago di Porcile intermedio (Lago Grande). La traccia continua in traverso nel suo avvicinamento alla cresta M.Valegino-Cima di Lemma, arrivando ad un secondo bivio: a sinistra in pochi passi si segue la sponda sinistra del Lago Alto di Porcile (Lago di Sopra) e si continua con salita accentuata nel pascolo sempre più sassoso fino a raggiungere le pietraie del Passo Porcile. Qui sappiamo di dover cercare un sentiero che si stacca proprio nelle vicinanze del passo dalla traccia che proviene da Foppolo: la nebbia a folate interferisce e imbocchiamo i primi segni di passaggio che incontriamo; è un percorso in cresta piuttosto ripido (a posteriori: cresta sud-ovest, con brevi passaggi molto esposti di I/II grado - A.Pezzotta, "Alpi Orobie over 2000") e risulta presto evidente che non si tratta della via normale. Al secondo tentativo, poche decine di metri più avanti, si allarga il sentiero cercato: un lungo traverso inizialmente pianeggiante che poi prende a salire con comodi tornanti fino a ricongiungersi con la cresta in un tratto più addomesticato. In breve si arriva sulla cupola sommitale "ornata" da un insolito bronzo e da un estemporaneo muretto a secco; il panorama oggi è nullo, ma, vista la posizione privilegiata della vetta, si immagina debba essere molto esteso fra Retiche ed Orobie. Torniamo rapidamente al Passo Porcile e seguiamo un sentierino di pecore che attraversa le pendici del Monte Valegino scorrendo alla base dei vari canaloni che si originano dal crestone sommitale;
dopo uno stretto passaggio roccioso, un po' a monte della anonima Bocchetta Q2200, volgiamo a sinistra e risaliamo il pendio erboso fra molte tracce di animali, un poco prima che la cresta si restringa e diventi più rocciosa. Un tratto più ripido e moderatamente esposto si evita attraverso una ganda sul versante bergamasco, quindi non resta che percorrere il crinale ormai pianeggiante fino al modestissimo ometto di pietre di vetta. Veloce discesa fino alla Bocchetta Q2200 dove, da lontano durante un'apertura delle nuvole, avevamo individuato due tracce parallele aperte fra i cespugli di rododendri apparentemente dirette verso il primo Lago di Porcile; si cammina senza problemi, ma il passaggio è inerbato, non diversamente dai numerosi solchi formati nei pascoli dai bovini: però ad un certo punto compaiono vecchissimi bolli CAI ed una scritta "201" che portano ad unirsi al "moderno" 201 non lontano dal Canalino del Tufo (in direzione della salita verso il crinale del Passo Tartano). Da qui, senza percorso preciso, scendiamo sul sentiero di salita poco lontano dal primo Lago di Porcile e lo ripercorriamo più o meno fedelmente.
Il Monte Cadelle è la cima più frequentata fra le moltissime della Valtartano, la più alta, quella in miglior posizione panoramica, facilmente accessibile e, soprattutto, di avvicinamento molto agevole anche da Foppolo, quindi spesso affollata; mentre, al contrario, il Monte Valegino è piuttosto trascurato dagli escursionisti e forse, per quel poco, più visitato in inverno, quando pure occorre essere molto prudenti per la condizione della neve /www.inalto.org/it/relazioni/sci-alpinismo/monte_valegino.
Lungo la discesa dal Valegino sopra i Laghi di Porcile, quella che sembrava essere solo una delle tante tracce degli animali al pascolo si è rivelata essere un vecchio ed abbandonato tracciato del sentiero 201, che ora transita, più comodo e meno diretto, fra i tre laghi: archeologia escursionistica?
Dal punto di parcheggio si continua sulla sterrata fino ad un tornante lastricato, dove, nei pressi di una fontanella, inizia il sentiero per le varie mete - segnalate o meno - del fondovalle. Si tratta di un traverso ascendente, dapprima nel bosco, poi alla base di una lunga radura di pascoli: la si risale al margine, non lontano da baite isolate, fino ad un ponte in cemento che attraversa un ramo del torrente discendente dalla Valle di Dordonella. Oltrepassata anche una bella cascata, una breve serie di tornanti permette di accedere all'acciottolato che sbuca sul bellissimo ripiano della Casera di Porcile. Si prosegue secondo la segnaletica del Passo Tartano fino a raggiungere la Baita Lares, dove si devia a sinistra in direzione del primo Lago di Porcile (Lago Piccolo); si ignora il bivio a sinistra verso la visibile Bocchetta dei Lupi e si procede a saliscendi verso destra fino ad incontrare il Lago di Porcile intermedio (Lago Grande). La traccia continua in traverso nel suo avvicinamento alla cresta M.Valegino-Cima di Lemma, arrivando ad un secondo bivio: a sinistra in pochi passi si segue la sponda sinistra del Lago Alto di Porcile (Lago di Sopra) e si continua con salita accentuata nel pascolo sempre più sassoso fino a raggiungere le pietraie del Passo Porcile. Qui sappiamo di dover cercare un sentiero che si stacca proprio nelle vicinanze del passo dalla traccia che proviene da Foppolo: la nebbia a folate interferisce e imbocchiamo i primi segni di passaggio che incontriamo; è un percorso in cresta piuttosto ripido (a posteriori: cresta sud-ovest, con brevi passaggi molto esposti di I/II grado - A.Pezzotta, "Alpi Orobie over 2000") e risulta presto evidente che non si tratta della via normale. Al secondo tentativo, poche decine di metri più avanti, si allarga il sentiero cercato: un lungo traverso inizialmente pianeggiante che poi prende a salire con comodi tornanti fino a ricongiungersi con la cresta in un tratto più addomesticato. In breve si arriva sulla cupola sommitale "ornata" da un insolito bronzo e da un estemporaneo muretto a secco; il panorama oggi è nullo, ma, vista la posizione privilegiata della vetta, si immagina debba essere molto esteso fra Retiche ed Orobie. Torniamo rapidamente al Passo Porcile e seguiamo un sentierino di pecore che attraversa le pendici del Monte Valegino scorrendo alla base dei vari canaloni che si originano dal crestone sommitale;
dopo uno stretto passaggio roccioso, un po' a monte della anonima Bocchetta Q2200, volgiamo a sinistra e risaliamo il pendio erboso fra molte tracce di animali, un poco prima che la cresta si restringa e diventi più rocciosa. Un tratto più ripido e moderatamente esposto si evita attraverso una ganda sul versante bergamasco, quindi non resta che percorrere il crinale ormai pianeggiante fino al modestissimo ometto di pietre di vetta. Veloce discesa fino alla Bocchetta Q2200 dove, da lontano durante un'apertura delle nuvole, avevamo individuato due tracce parallele aperte fra i cespugli di rododendri apparentemente dirette verso il primo Lago di Porcile; si cammina senza problemi, ma il passaggio è inerbato, non diversamente dai numerosi solchi formati nei pascoli dai bovini: però ad un certo punto compaiono vecchissimi bolli CAI ed una scritta "201" che portano ad unirsi al "moderno" 201 non lontano dal Canalino del Tufo (in direzione della salita verso il crinale del Passo Tartano). Da qui, senza percorso preciso, scendiamo sul sentiero di salita poco lontano dal primo Lago di Porcile e lo ripercorriamo più o meno fedelmente.
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