Il passaggio in Valganna
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Un tempo la zona delle Grotte di Valganna, in territorio di Induno Olona, doveva avere un aspetto ben diverso da quello attuale, così come lo conosciamo. La strada da Ponte Tresa a Varese si svolgeva non lungo la lineare e rapida SS/SP attuale nei comuni di Lavena Ponte Tresa, Cadegliano, Marchirolo, Cugliate, Valganna e Induno Olona bensì sfruttava strade interne del solco Valmarchirolo/Valganna in parte ancora esistenti e percorribili, alcune in auto, altre soltanto a piedi e/o in bicicletta.
Stupisce che questa, dopo Ganna, inizialmente si svolgesse sino alla miniera interamente alle pendici del Poncione, e fu spesso soggetta a frane e caduta massi provenienti dal "Re" della Valganna; solo in seguito fu abbassata e spostata sul lato opposto della valle, al riparo dai pericoli a lato del lago di Ganna e delle sue torbiere prima di risalire verso Montallegro e scendere al Castello Medici di Frascarolo per portarsi infine verso Varese. Già, perchè fu solo nel 1865 che il "progresso" impose di far passare la strada dentro la forra delle Grotte di Valganna, minando e facendo saltar in aria tonnellate di roccia calcarea, permettendo così la costruzione di due gallerie a lato del profondo solco scavato dal ramo valgannese dell'Olona, in fondo al quale qualche anno dopo sorse il gioiellino Liberty della Birreria Poretti.
Vi sarebbe dunque da chiedersi se prima di tale operazione la conformazione delle strutture rocciose permettessero, senza calarsi nel solco, di passare dal lato Bregazzana a quello Frascarolo/Montallegro stando alti su qualche "ponte" naturale, come tutto lascerebbe intendere: solo consultando vecchie mappe catastali antecedenti il lavoro se ne potrebbe avere conferma o smentita.
Partenza dalla frazione Olona (m.379), presso l'ingresso della Birreria Poretti e della Lindt, raggiungibile in autolinea da Varese. Si sale su asfalto per circa 300 metri dentro il borgo (Chiesa dei Re Magi) verso i Mulini Grassi raggiungendo la "Strada vecchia di Bregazzana" (cartello), che si stacca a destra. Ampio e comodo sterrato, per assurdo più largo e agevole dell'attuale e ripida, stretta, strada asfaltata a tornanti che scende alla prima galleria. In dieci minuti si è al cimitero, per poi dirigersi nel borgo rurale di Bregazzana (m.496). Prima di scendere dal sentiero delle "Sorgenti pietrificanti" alle Grotte di Valganna curioso un pò nei paraggi trovando un piccolo tronco di mulattiera, parzialmente interrato e ristretto a margine di un terreno privato, che in breve scende proprio a un tornante della "strada nuova". Invano cerco un suo prosieguo che probabilmente un tempo doveva esserci, ormai inglobato dall'asfalto. Allo stesso tornante parte tuttavia un ampio stradello presso una presa d'acqua che diventa sentierino, il quale letteralmente passa a precipizio sopra la Birreria, stando a margine e poco sotto di una recinzione privata. Si cammina su un delizioso sentierino circondato da aglio selvatico, presenti alcuni terrazzamenti, finchè questo, ora lievemente esposto su valloni e colatoi che precipitano verso l'uscita della prima galleria (forse da uno si passa, ma avrebbe poco senso scender da qui...), muore presso un traliccio Enel. I caprioli sembra che da qui proseguano ancora, ma il terreno è troppo franoso per rischi inutili. Risalgo in breve la valletta terrazzata incontrando un altro stradello che mi riporta proprio al punto in cui ero sceso per mulattiera. Praticamente l'anello di una casa privata inventata lì per lì. ;)
Svolto il piacevole percorso verso le Grotte di Valganna, che da diversi anni non facevo, e dedicata una breve visita ai suoi cunicoli non rimane che traversare dalla "cascata" alla parete sul lato opposto, dove una scaletta permette di scendere alla vecchia galleria in cui sorgeva la fermata del Tram. Benchè il versante verso Montallegro sia molto ripido individuo una sorta di valletta a margine di un pendio su cui si trova un altro traliccio. Senza tentare inutilmente di raggiungerlo (rovi e terreno franoso) cerco il passaggio risalendo basso su un tappeto di aglio selvatico e qualche traccia di capriolo nel bosco rado. Il tratto è nel complesso breve ma impone gattonage e l'aiuto di qualche pianta per arrivare in cima alla colmetta. Prima di continuare la salita curioso ancora un pò scendendo sull'ampio filo scorgendo sia la "cascata" che il ristorante a picco sulla strada. Da qui trovo un evidentissimo sentiero tra le rocce che in breve e comodamente scende sulla strada, praticamente a lato dell'altro ristorante (ex-La Baita), ormai in rovina e chiuso da anni. Di fatto l'accesso più comodo e su sentiero vero e proprio doveva partire da qui, come lascia intendere la vecchia IGM.
Tornato sui miei passi salgo l'ampio pendio incontrando un altro sentiero abbandonato e trasversale, che a sinistra muore su un salto sopra l'altra "cascata" (in secca) delle grotte, sempre a lato del ex-Baita, e a destra con giro a mezzacosta (varie piante cadute, ma si passa bene) perviene a un'altra zona ricca di aglio selvatico e infine alla sterrata Frascarolo-Montallegro.
Di fatto il motivo dell'escursione ha qui il suo termine.
Inforcato il bel sentiero che traversa il fianco W del Monte Monarco, che non intendevo risalire, punto all'area attrezzata della falesia di Montallegro per consumare il pasto prima di scendere definitivamente in Valganna. Qui incontro Sandro, simpatico escursionista e scalatore del basso varesotto, reduce appunto dal Monarco, che ha salito per la prima volta. Non essendo praticissimo della zona gli do qualche consiglio per fare un anello e tornare all'auto a Montallegro, così proseguiamo appunto sul sentiero W: anzichè indirizzarlo al Passo del Vescovo e rientrare a Montallegro dalla "Strada piana" alla fine lo convinco a tornare in vetta al Monarco dalla cresta W/NW passando dalle altre due quote (m.806 e m.823) internedie, per poi ridiscendere dalla via normale. Mentre lui rimane a crogiolarsi al sole in vetta (c'è comunque vento a tratti) ridiscendo dallo stesso percorso di salita, in discesa da non sottovalutare del tutto e in cui occorre seguire attentamente gli stinti bolli gialli e rossi per non ritrovarsi su qualche dirupo, di cui questo lato del Monarco è pieno. Ripreso il sentiero W ci si allaccia al sentiero che dal Passo del Vescovo scende in Valganna, dal quale dopo un tratto su asfalto il giro termina su ciclo-pedonale e ancora asfalto al Lago di Ghirla.
NB. La difficoltà T3 indicata è media, in quanto il grosso è T1/T2, tenendo conto anche del tratto di ricerca dalle Grotte di Valganna a Montallegro, più impegnativo e impervio ma anche piuttosto breve, e della salita/discesa al Monarco dalla cresta W/NW.
Stupisce che questa, dopo Ganna, inizialmente si svolgesse sino alla miniera interamente alle pendici del Poncione, e fu spesso soggetta a frane e caduta massi provenienti dal "Re" della Valganna; solo in seguito fu abbassata e spostata sul lato opposto della valle, al riparo dai pericoli a lato del lago di Ganna e delle sue torbiere prima di risalire verso Montallegro e scendere al Castello Medici di Frascarolo per portarsi infine verso Varese. Già, perchè fu solo nel 1865 che il "progresso" impose di far passare la strada dentro la forra delle Grotte di Valganna, minando e facendo saltar in aria tonnellate di roccia calcarea, permettendo così la costruzione di due gallerie a lato del profondo solco scavato dal ramo valgannese dell'Olona, in fondo al quale qualche anno dopo sorse il gioiellino Liberty della Birreria Poretti.
Vi sarebbe dunque da chiedersi se prima di tale operazione la conformazione delle strutture rocciose permettessero, senza calarsi nel solco, di passare dal lato Bregazzana a quello Frascarolo/Montallegro stando alti su qualche "ponte" naturale, come tutto lascerebbe intendere: solo consultando vecchie mappe catastali antecedenti il lavoro se ne potrebbe avere conferma o smentita.
Partenza dalla frazione Olona (m.379), presso l'ingresso della Birreria Poretti e della Lindt, raggiungibile in autolinea da Varese. Si sale su asfalto per circa 300 metri dentro il borgo (Chiesa dei Re Magi) verso i Mulini Grassi raggiungendo la "Strada vecchia di Bregazzana" (cartello), che si stacca a destra. Ampio e comodo sterrato, per assurdo più largo e agevole dell'attuale e ripida, stretta, strada asfaltata a tornanti che scende alla prima galleria. In dieci minuti si è al cimitero, per poi dirigersi nel borgo rurale di Bregazzana (m.496). Prima di scendere dal sentiero delle "Sorgenti pietrificanti" alle Grotte di Valganna curioso un pò nei paraggi trovando un piccolo tronco di mulattiera, parzialmente interrato e ristretto a margine di un terreno privato, che in breve scende proprio a un tornante della "strada nuova". Invano cerco un suo prosieguo che probabilmente un tempo doveva esserci, ormai inglobato dall'asfalto. Allo stesso tornante parte tuttavia un ampio stradello presso una presa d'acqua che diventa sentierino, il quale letteralmente passa a precipizio sopra la Birreria, stando a margine e poco sotto di una recinzione privata. Si cammina su un delizioso sentierino circondato da aglio selvatico, presenti alcuni terrazzamenti, finchè questo, ora lievemente esposto su valloni e colatoi che precipitano verso l'uscita della prima galleria (forse da uno si passa, ma avrebbe poco senso scender da qui...), muore presso un traliccio Enel. I caprioli sembra che da qui proseguano ancora, ma il terreno è troppo franoso per rischi inutili. Risalgo in breve la valletta terrazzata incontrando un altro stradello che mi riporta proprio al punto in cui ero sceso per mulattiera. Praticamente l'anello di una casa privata inventata lì per lì. ;)
Svolto il piacevole percorso verso le Grotte di Valganna, che da diversi anni non facevo, e dedicata una breve visita ai suoi cunicoli non rimane che traversare dalla "cascata" alla parete sul lato opposto, dove una scaletta permette di scendere alla vecchia galleria in cui sorgeva la fermata del Tram. Benchè il versante verso Montallegro sia molto ripido individuo una sorta di valletta a margine di un pendio su cui si trova un altro traliccio. Senza tentare inutilmente di raggiungerlo (rovi e terreno franoso) cerco il passaggio risalendo basso su un tappeto di aglio selvatico e qualche traccia di capriolo nel bosco rado. Il tratto è nel complesso breve ma impone gattonage e l'aiuto di qualche pianta per arrivare in cima alla colmetta. Prima di continuare la salita curioso ancora un pò scendendo sull'ampio filo scorgendo sia la "cascata" che il ristorante a picco sulla strada. Da qui trovo un evidentissimo sentiero tra le rocce che in breve e comodamente scende sulla strada, praticamente a lato dell'altro ristorante (ex-La Baita), ormai in rovina e chiuso da anni. Di fatto l'accesso più comodo e su sentiero vero e proprio doveva partire da qui, come lascia intendere la vecchia IGM.
Tornato sui miei passi salgo l'ampio pendio incontrando un altro sentiero abbandonato e trasversale, che a sinistra muore su un salto sopra l'altra "cascata" (in secca) delle grotte, sempre a lato del ex-Baita, e a destra con giro a mezzacosta (varie piante cadute, ma si passa bene) perviene a un'altra zona ricca di aglio selvatico e infine alla sterrata Frascarolo-Montallegro.
Di fatto il motivo dell'escursione ha qui il suo termine.
Inforcato il bel sentiero che traversa il fianco W del Monte Monarco, che non intendevo risalire, punto all'area attrezzata della falesia di Montallegro per consumare il pasto prima di scendere definitivamente in Valganna. Qui incontro Sandro, simpatico escursionista e scalatore del basso varesotto, reduce appunto dal Monarco, che ha salito per la prima volta. Non essendo praticissimo della zona gli do qualche consiglio per fare un anello e tornare all'auto a Montallegro, così proseguiamo appunto sul sentiero W: anzichè indirizzarlo al Passo del Vescovo e rientrare a Montallegro dalla "Strada piana" alla fine lo convinco a tornare in vetta al Monarco dalla cresta W/NW passando dalle altre due quote (m.806 e m.823) internedie, per poi ridiscendere dalla via normale. Mentre lui rimane a crogiolarsi al sole in vetta (c'è comunque vento a tratti) ridiscendo dallo stesso percorso di salita, in discesa da non sottovalutare del tutto e in cui occorre seguire attentamente gli stinti bolli gialli e rossi per non ritrovarsi su qualche dirupo, di cui questo lato del Monarco è pieno. Ripreso il sentiero W ci si allaccia al sentiero che dal Passo del Vescovo scende in Valganna, dal quale dopo un tratto su asfalto il giro termina su ciclo-pedonale e ancora asfalto al Lago di Ghirla.
NB. La difficoltà T3 indicata è media, in quanto il grosso è T1/T2, tenendo conto anche del tratto di ricerca dalle Grotte di Valganna a Montallegro, più impegnativo e impervio ma anche piuttosto breve, e della salita/discesa al Monarco dalla cresta W/NW.
Tourengänger:
Poncione

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