Pizzo Gandaiole (2397 m)
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Il Pizzo Gandaiole è un nodo orografico di una certa importanza; da esso si stacca verso E la propaggine che separa le Valli Piodella e Pilotera a N dalla Valle Bodengo a S. Il suo raggiungimento in inverno richiede tempo e determinazione: pur non presentando difficoltà tecniche, è un percorso lungo e solitario che richiede condizioni sicure del manto nevoso visti i valangosi pendii sul versante orografico sinistro della Val Piodella tra gli alpi Valle di sopra e Lavorerio.
Parcheggiata l’auto, procedo sulla strada asfaltata per un breve tratto, prestando attenzione al margine del bosco alla mia destra: imbocco quindi la splendida mulattiera del Benefattore che, con ampi tornanti nel bosco a pendenza regolare, mi conduce prima alla radura che ospita il tempietto degli Alpini in località Donadivo e successivamente all’Alpe Orlo. Entro quindi in traversata mediante un sentiero panoramico in Valle Pilotera, incontrando la prima neve nei pressi di Gandascia, a circa 1200 m di quota, dove calzo le racchette. Oltrepassata la confluenza con la Val Pesciadello, faccio il mio ingresso in Val Piodella. Tocco gli alpi Valle di sotto e Valle di sopra, per alzarmi poi decisamente lungo il fianco orografico sinistro della valle. Qui la progressione si fa un po’ penosa in quanto il tipo di sentiero non è propriamente comodo da percorrere con la neve ma, seguendo una traccia precedente ancora distinguibile, esco in spazi più aperti in corrispondenza di una grossa slavina e in vista della croce posta appena sopra l’Alpe Lavorerio e l’omonimo rifugio. Il luogo è bucolico e solitario come pochi e riempio i polmoni d’aria immacolata che nella magia del momento ho il privilegio di respirare in solitudine assoluta. Mi porto quindi nei pressi dell’Alpe Piodella mentre il sole comincia non poco a scaldare. I bianchi pendii si fanno quindi dolcissimi: transito accanto alla distinguibile sagoma del Lago Piodella per raggiungere con un breve strappo la soprastante bocchetta. Il panorama si amplia verso i monti Lariani, mentre alla mia destra una breve dorsale adduce alla riposante sommità del Pizzo Gandaiole. La cresta è elementare, con un solo passo ripido in corrispondenza di alcune roccette.
Giunto in vetta, si aprono quadri vari e contrastanti, con la Mesolcina e i suoi satelliti che si concedono allo sguardo e la magnifica visione sul maestoso complesso del Pizzo di Setaggiolo di Dentro. All’orizzonte i giganti valtellinesi e, sotto di me, il lunghissimo “viaggio” intrapreso per arrivare sin qui da Gordona. La temperatura è perfetta e la sosta corposa e piacevole ma il rientro sarà altrettanto lungo e faticoso per cui lascio a malincuore la cima dopo le immancabili soste fotografiche e un gradito spuntino. Di ritorno all’Alpe Orlo, altra lunga pausa e poi giù verso Donadivo e al parcheggio mentre il fondovalle valtellinese si tinge di luce crepuscolare ai piedi della nera sagoma del Pizzo di Prata.

Kommentare (2)