Moncucco 1970m - Valgrande
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Il Moncucco è una cima raramente salita non essendoci un sentiero comodo per arrivarci come sul Proman la cima vicina più famosa e notevolmente più frequentata. Ma la sua salita dal versante di Cuzzago è una bella immersione nella wilderness di cui si parla tanto per la Valgrande, si sale senza una vera via obbligata cercandosi il percorso più comodo e diretto alla cima. Il Moncucco è costituito da due cime la sud e la nord più o meno della stessa altezza di 1970 m e da un’altra anticima posta più a sud di quota 1827 m che si vede bene dal fondovalle. Bisogna raggiungere l’alpe di Pianezza (o Piazzeda ) che si raggiunge per due percorsi diversi da Cuzzago abbastanza impegnativi per via dell’assenza di un vero sentiero ma solo di qualche traccia a volte difficile da seguire, un percorso passa dall’alpe Curtun e lasciando a destra il vicino vallone dei Mulini si inerpica a sinistra e ripidamente giunge al pianoro dell’alpe Pianezza, l’altro passando per l’alpe Sciarina segue fedelmente il crestone chiamato Cola Teu fino all’alpe. Questi due percorsi li avevo già fatti in inverno che è il periodo migliore per giri di bassa quota non essendo ancora cresciuta l’invadente e fastidiosa vegetazione, mentre oggi decido di seguire il più comodo sentiero che passa dall’alpe La Piana onde evitare di dover combattere con felci e rovi. Il tempo comunque per tutti i percorsi è all’incirca simile sulle due ore e mezza fino all'alpe Pianezza.
Lascio l’auto dopo Colloro vicino al ponte dove c’è un piccolo parcheggio e dopo c’è il divieto di proseguire per le auto, così di buon mattino inizio a camminare sulla stradina asfaltata e poi passando per l’alpe Lut giungo alla fine della strada proseguendo sul comodo sentiero che sale all’alpe La Piana. Qui lascio il sentiero segnalato che sale alla Colma per scendere a destra oltrepassando una bella cascata e seguendo la traccia che prima in falsopiano nel bosco e poi in salita sulla costa panoramica giunge alla dorsale dell’alpe Pianezza. Senza giungere ai ruderi in prossimità della sorgente dove c’è un piccolo tubo ma niente acqua, salgo direttamente il pendio un po’ scosceso sbucando sopra ai ruderi sulla dorsale a circa 1350 m. Da qui con buona visibilità si vede già la quota 1827 m che devo raggiungere e inizio la dura risalita un pò su pietraie dove c’è qualche ometto e un po’ nel bosco giungendo su un bel poggio panoramico dove si ha una bella vista sulla prosecuzione. Qui incontro alcuni cinghiali che mi fanno sobbalzare immerso com'ero nella profonda solitudine di questo luogo.
Proseguo su una crestina che mi porta ai piedi di un ripido pendio erboso da risalire che non presenta particolari difficoltà e non c’è una via obbligata quindi salgo liberamente stando vicino alla cresta a destra. Supero un canalino erboso molto ripido e con un ultimo sforzo giungo sulla cima di quota 1827m. Bellissima vista in particolare sul percorso ancora da fare per arrivare sulla cima principale.
Scendo di poco e per una traccia nell’erba seguo un crestone con belle e impressionanti vedute a destra sul dirupato versante che dà sul vallone dei Mulini, avvicinandomi al pendio ripido e impegnativo da risalire per giungere sulla cima sud del Moncucco dove arrivo dopo circa quattro ore e mezza dalla partenza e di fatica ripagata da una vista magnifica sul territorio della Valgrande con le sue cime e valloni selvaggi, sull’onnipresente Monte Rosa e i quattromila svizzeri, e sul lago Maggiore e la pianura.
Per raggiungere la cima nord torno indietro di pochi metri e scendo a sinistra per un canalino erboso e per una cengia un po’ esposta aggiro la cima sud sulla destra poi seguendo la facile cresta salgo sulla cima Nord quotata 1970m. Grande è la mia soddisfazione di essere sul Moncucco cima quasi appartata e sconosciuta ma con un bel percorso di salita selvaggio e interessante. Mi riposo dalla stanchezza accumulata in completa solitudine e assaporo il silenzio della Valgrande, gustandomi la vista sul Proman vicinissimo e sicuramente più affollato in questa bella giornata.
Dopo più di un’ora di sosta inizio la discesa per la ripida cresta nord-ovest che senza problemi ma con qualche scivolata sui rododendri, mi deposita proprio sulla colma di Premosello al bivacco dove tante volte ho dormito ma che oggi è inagibile per l'ordinanza del parco... Qui incontro i primi escursionisti che vengono dal Proman o che sono saliti al bivacco. Fa veramente caldo così non mi resta che scendere lentamente lungo il comodo sentiero che mi riporta all’alpe La Piana dove mi rinfresco alla fresca fontana e poi, ripercorrendo a ritroso la stradina transitando di nuovo per l’alpe Lut, torno al piccolo parcheggio.
Lascio l’auto dopo Colloro vicino al ponte dove c’è un piccolo parcheggio e dopo c’è il divieto di proseguire per le auto, così di buon mattino inizio a camminare sulla stradina asfaltata e poi passando per l’alpe Lut giungo alla fine della strada proseguendo sul comodo sentiero che sale all’alpe La Piana. Qui lascio il sentiero segnalato che sale alla Colma per scendere a destra oltrepassando una bella cascata e seguendo la traccia che prima in falsopiano nel bosco e poi in salita sulla costa panoramica giunge alla dorsale dell’alpe Pianezza. Senza giungere ai ruderi in prossimità della sorgente dove c’è un piccolo tubo ma niente acqua, salgo direttamente il pendio un po’ scosceso sbucando sopra ai ruderi sulla dorsale a circa 1350 m. Da qui con buona visibilità si vede già la quota 1827 m che devo raggiungere e inizio la dura risalita un pò su pietraie dove c’è qualche ometto e un po’ nel bosco giungendo su un bel poggio panoramico dove si ha una bella vista sulla prosecuzione. Qui incontro alcuni cinghiali che mi fanno sobbalzare immerso com'ero nella profonda solitudine di questo luogo.
Proseguo su una crestina che mi porta ai piedi di un ripido pendio erboso da risalire che non presenta particolari difficoltà e non c’è una via obbligata quindi salgo liberamente stando vicino alla cresta a destra. Supero un canalino erboso molto ripido e con un ultimo sforzo giungo sulla cima di quota 1827m. Bellissima vista in particolare sul percorso ancora da fare per arrivare sulla cima principale.
Scendo di poco e per una traccia nell’erba seguo un crestone con belle e impressionanti vedute a destra sul dirupato versante che dà sul vallone dei Mulini, avvicinandomi al pendio ripido e impegnativo da risalire per giungere sulla cima sud del Moncucco dove arrivo dopo circa quattro ore e mezza dalla partenza e di fatica ripagata da una vista magnifica sul territorio della Valgrande con le sue cime e valloni selvaggi, sull’onnipresente Monte Rosa e i quattromila svizzeri, e sul lago Maggiore e la pianura.
Per raggiungere la cima nord torno indietro di pochi metri e scendo a sinistra per un canalino erboso e per una cengia un po’ esposta aggiro la cima sud sulla destra poi seguendo la facile cresta salgo sulla cima Nord quotata 1970m. Grande è la mia soddisfazione di essere sul Moncucco cima quasi appartata e sconosciuta ma con un bel percorso di salita selvaggio e interessante. Mi riposo dalla stanchezza accumulata in completa solitudine e assaporo il silenzio della Valgrande, gustandomi la vista sul Proman vicinissimo e sicuramente più affollato in questa bella giornata.
Dopo più di un’ora di sosta inizio la discesa per la ripida cresta nord-ovest che senza problemi ma con qualche scivolata sui rododendri, mi deposita proprio sulla colma di Premosello al bivacco dove tante volte ho dormito ma che oggi è inagibile per l'ordinanza del parco... Qui incontro i primi escursionisti che vengono dal Proman o che sono saliti al bivacco. Fa veramente caldo così non mi resta che scendere lentamente lungo il comodo sentiero che mi riporta all’alpe La Piana dove mi rinfresco alla fresca fontana e poi, ripercorrendo a ritroso la stradina transitando di nuovo per l’alpe Lut, torno al piccolo parcheggio.
Tourengänger:
antrobi

Communities: Hikr in italiano
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Kommentare (3)