Tällihorn (2818m) - invernale da Nufenen
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- Quali sono le tue conoscenze nivologiche?
- Nessuna in effetti
- Comunque tranquillo che andiamo piuttosto lento
- Ah ok bene perché io vado blando in genere
Uscire con due scialpinisti mi ha fatto rendere conto di due cose: sulla conoscenza della neve sono ignorante e la mia condizione è insufficente, ho una buona resistenza sulle lunghe percorrenze ma la velocità mi frega
In breve
Ho raggiunto il Tällihorn da Nufenen con le ciaspole seguendo due ragazzi con le pelli, da sud, su una via facile ma con un passaggio ripido (< 35%) sul finale.
Descrizione
Siamo in Grigioni, nella Valle del Reno Posteriore, a pochi chilometri dal Passo del San Bernardino e dal massiccio dell'Adula, dove nasce il Reno.
Da un po' di tempo cercavo di organizzarmi per un'uscita con
Marc73, finalmente ci coordiniamo e mi propone all'ultimo minuto una cima nei pressi di Nufenen, dopo aver valutato le condizioni della neve. Con noi un suo amico, Mattia.
Ritrovo alle 07.15 al Socar di Sanbe, partiamo intorno alle 08.00 da Nufenen. Subito indossiamo rispettivamente le ciaspole (io), gli sci (loro), il terreno è ben innevato, l'aria molto mite, ci sono correnti da ovest/sud-ovest, deboli in basso ma sostenute in quota, ed entro sera è previsto l'arrivo di una perturbazione.
Ci avviamo risalendo i pendii a nord del villaggio, non ci sono foreste, si procede bene. Loro prendono subito un buon ritmo, io faccio presto fatica a mantenerlo. Tagliamo più volte una stradina che serve fino a quota 2000m, qui pieghiamo a dx, passiamo di fianco ad una struttura che ha le parvenze di un rifugio (sulla mappa "Steinigboda"). Qui loro si concedono una piccola pausa per aspettarmi. Ripartiamo subito ed ora puntiamo diretti in alto, loro sul versante destro del corso d'acqua, io a sinistra fino ad una grossa roccia, a monte della quale poi mi ricollego alla loro traccia.
A 2350 m deviamo a NW, loro studiano bene il terreno e cercano la via con meno neve ventata. Optano per salire dalla parte centrale del ripido pendio che porta alla cresta sommitale tra cima e anticima.
Qui sono rallentati dalla pendenza e ho modo di procedere quasi al loro ritmo, a metà pendio però la neve è troppo dura e sottile, le ciaspole non hanno presa. Marcello mi suggerisce di levarle e di piantare le punte degli scarponi nella neve, il passaggio sarebbe stato molto breve. Eseguo ma sento i piedi scivolare, ho un momento di insicurezza, anche la piccozza non riesco a piantarla bene. Per questo retrocedo di qualche metro, assicuro bene lo zaino al pendio e cambio assetto, mi rampono e con pochi passi supero la difficoltà. Il resto del pendio ha maggiore presa e in pochi istanti sono sottocresta. Infreddolito, raggiungo i boys che mi attendono in vetta muniti di birra. La vista è appagante e, come sempre, il momento è esaltante ed emozionante.

Vista a W dalla cima
Soffia il vento gelido, ci scattiamo alcune foto, ci godiamo per qualche istante la vista, birretta di rito e via con la discesa.
I ragazzi non mi vogliono lasciare lassù, si assicurano che io superi il ripido passaggino sotto la cresta, dopo il quale, riprese le mie ciaspole, mi sarei potuto incamminare sulla normale via, più sicura.
La cima l'abbiamo raggiunta intorno alle 11.45.
Dopo la breve sosta, loro sparano subito giù perchè hanno da fare in città. Io invece, avendo un allontanamento a piedi, mi fermo a pranzare alla base del ripido pendio, dove loro si congedano da me. Li filmo mentre si lanciano nella discesa.
La mia discesa poi non ha nulla da dire, stessa via con piccole variazioni. Ho impiegato molto tempo perchè quel giorno ero stanco già di base, poi il loro ritmo, ad essere sincero, mi ha dato il colpo di grazia.
Sono alla macchina poco prima delle 16.00 stanco ma soddisfatto della bella uscita.

Pausa pranzo rivolto a sud
- Nessuna in effetti
- Comunque tranquillo che andiamo piuttosto lento
- Ah ok bene perché io vado blando in genere
Uscire con due scialpinisti mi ha fatto rendere conto di due cose: sulla conoscenza della neve sono ignorante e la mia condizione è insufficente, ho una buona resistenza sulle lunghe percorrenze ma la velocità mi frega
In breve
Ho raggiunto il Tällihorn da Nufenen con le ciaspole seguendo due ragazzi con le pelli, da sud, su una via facile ma con un passaggio ripido (< 35%) sul finale.
Descrizione
Siamo in Grigioni, nella Valle del Reno Posteriore, a pochi chilometri dal Passo del San Bernardino e dal massiccio dell'Adula, dove nasce il Reno.
Da un po' di tempo cercavo di organizzarmi per un'uscita con

Ritrovo alle 07.15 al Socar di Sanbe, partiamo intorno alle 08.00 da Nufenen. Subito indossiamo rispettivamente le ciaspole (io), gli sci (loro), il terreno è ben innevato, l'aria molto mite, ci sono correnti da ovest/sud-ovest, deboli in basso ma sostenute in quota, ed entro sera è previsto l'arrivo di una perturbazione.
Ci avviamo risalendo i pendii a nord del villaggio, non ci sono foreste, si procede bene. Loro prendono subito un buon ritmo, io faccio presto fatica a mantenerlo. Tagliamo più volte una stradina che serve fino a quota 2000m, qui pieghiamo a dx, passiamo di fianco ad una struttura che ha le parvenze di un rifugio (sulla mappa "Steinigboda"). Qui loro si concedono una piccola pausa per aspettarmi. Ripartiamo subito ed ora puntiamo diretti in alto, loro sul versante destro del corso d'acqua, io a sinistra fino ad una grossa roccia, a monte della quale poi mi ricollego alla loro traccia.
A 2350 m deviamo a NW, loro studiano bene il terreno e cercano la via con meno neve ventata. Optano per salire dalla parte centrale del ripido pendio che porta alla cresta sommitale tra cima e anticima.
Qui sono rallentati dalla pendenza e ho modo di procedere quasi al loro ritmo, a metà pendio però la neve è troppo dura e sottile, le ciaspole non hanno presa. Marcello mi suggerisce di levarle e di piantare le punte degli scarponi nella neve, il passaggio sarebbe stato molto breve. Eseguo ma sento i piedi scivolare, ho un momento di insicurezza, anche la piccozza non riesco a piantarla bene. Per questo retrocedo di qualche metro, assicuro bene lo zaino al pendio e cambio assetto, mi rampono e con pochi passi supero la difficoltà. Il resto del pendio ha maggiore presa e in pochi istanti sono sottocresta. Infreddolito, raggiungo i boys che mi attendono in vetta muniti di birra. La vista è appagante e, come sempre, il momento è esaltante ed emozionante.

Vista a W dalla cima
Soffia il vento gelido, ci scattiamo alcune foto, ci godiamo per qualche istante la vista, birretta di rito e via con la discesa.
I ragazzi non mi vogliono lasciare lassù, si assicurano che io superi il ripido passaggino sotto la cresta, dopo il quale, riprese le mie ciaspole, mi sarei potuto incamminare sulla normale via, più sicura.
La cima l'abbiamo raggiunta intorno alle 11.45.
Dopo la breve sosta, loro sparano subito giù perchè hanno da fare in città. Io invece, avendo un allontanamento a piedi, mi fermo a pranzare alla base del ripido pendio, dove loro si congedano da me. Li filmo mentre si lanciano nella discesa.
La mia discesa poi non ha nulla da dire, stessa via con piccole variazioni. Ho impiegato molto tempo perchè quel giorno ero stanco già di base, poi il loro ritmo, ad essere sincero, mi ha dato il colpo di grazia.
Sono alla macchina poco prima delle 16.00 stanco ma soddisfatto della bella uscita.

Pausa pranzo rivolto a sud
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