Piz Val Lunga (3078 m)
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L’autunno è ormai alle porte e di conseguenza anche il periodo più affascinante per immergersi nella natura, sempre calorosamente accolto da un’indole malinconica come la mia. Il meteo incerto su parte delle Alpi mi spinge in Val Sursette, alla ricerca di un percorso fuori dagli schemi, che si discosti un po’ dalle scarpinate tipiche di quelle zone. Uno sguardo sulla CNS mi fa imbattere nel Lai Grond, specchio d’acqua adagiato ai piedi della (scoprirò poi) superba parete SW del Piz Ela in una conca sospesa sopra la Val d’Err e delimitata a sud da una montagna intrigante, il Piz Val Lunga. Gli ingredienti sono tali da poter ricavare qualcosa di interessante.
Inizio l’escursione appena sopra il borgo di Tinizong, sotto un’accecante stellata, imboccando poco più a valle del parcheggio il percorso nel bosco che permette di evitare parte della strada asfaltata. Alla luce della frontale, proseguo poi prima su asfalto, quindi su sentiero ed infine sulla carrareccia utile a coprire il lungo avvicinamento fino all’Alp Viglia, dove pascola nei pressi una numerosa mandria di bovini. Nel frattempo, è albeggiato e abbandono la Val d’Err per risalire ripidamente il pendio oltre il Ragn da Cotschna che mi consente di sbarcare nella conca del Lai Grond, mentre il sole inonda i pendii di caldi raggi settembrini e i camosci galoppano sui prati. L’arrivo al lago è di quelli che non si scordano, con la prima luce del mattino a illuminare il solitario specchio d’acqua alla base della dolomitica e maestosa parete del Piz Ela, così bella e sinuosa da far venir la voglia di accarezzarla come fosse un corpo di donna. Lentamente costeggio il bacino tra curiose marmotte, raggiungendo con un ultimo strappo la Fuorcla da Tschitta, mentre una fresca brezza mi dà il benvenuto e due aquile volteggiano nel silenzio del cielo sopra la Val Tschitta. Qui finisce il percorso facile ed inizia la salita lungo la cresta SW che culmina con la cima del Piz Val Lunga. Durante l’avvicinamento alla prima elevazione quotata 2919 m (ometto sul culmine), mi imbatto a pochi metri in una bellissima pernice ancora grigia-brunastra ma in fase di muta, dopodiché scendo alla larga depressione di quota 2858 m, dalla quale partirà poi la via del ritorno. Aggiro quindi lo sbarramento roccioso della cresta sul versante W, per poi riguadagnare il culmine su terreno ripido e proseguire superando numerosi blocchi rocciosi non sempre stabili con facili passi d’arrampicata. Quando avanzare in cresta si fa più complicato, procedo ancora in traverso verso destra raggiungendo la sommità dell’anticima che si presenta sottile ma percorribile e scendendo poi ad un colletto. Da qui facilmente per rocce e sfasciumi fino alla vetta.
Il panorama che mi si offre è, in gran parte, una novità assoluta. Inconfondibile il Piz Platta, il Piz d’Err e le belle montagne dell’Engadina ma la scena è indubbiamente rubata dal Piz Ela e la sua straordinaria parete, oltre al Corn da Tinizong che incombe poco lontano con la sua mole massiccia. Il libro di vetta ha cinque anni ed una ventina di iscrizioni, segno della bassa frequentazione di questa montagna.
Lungo la via di discesa, una volta tornato alla depressione quotata 2858 m, faccio una visita alla quota 2936 m (ometto), che si può considerare l’anticima del Piz Val Lunga, anche se ben diversa come geologia e formata da terreno argilloso con sottili rocce frantumate. Scendo quindi direttamente verso il lago per i terrazzi del pendio N, percorrendo ampi tornanti mirati ad evitare i salti di roccia sottostanti. Giunto sullo spigolo SW del lago, seguo una traccia poco visibile che, mediante una costola erbosa nei pressi del Ragn da Cotschna, evita il giro più largo del sentiero segnato per raccordarsi più in basso. Da qui a Tinizong per il percorso già conosciuto, mentre il cielo si annuvola e l’anima s’arricchisce della bella giornata trascorsa.

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