Pizzo Cassinello


Publiziert von Gabrio , 3. August 2020 um 22:06.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum: 1 August 2020
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-GR   CH-TI   Gruppo Pizzo di Cassimoi 
Aufstieg: 1535 m
Abstieg: 1535 m
Strecke:Larecc-Val Scaradra-Passo Soreda-Pizzo Cassinello
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Chiasso Brogeda prendere A2 Fino a BIasca. Poi si prosegue in Val di Blenio fino a Olivone. Superato il paese si svolta a DX fino a Campo Blenio, superatolo si prosegue fino alla Diga di Luzzone. Si prende la strada che sta sulla corona in direzione Alpe di Garzott fino ad incrociare il sentiero segnalato per la Val Scaradra
Kartennummer:CN 1253/1233 1:25000

Il Pizzo Cassinello l'ho salito due volte in tutto. Questa seconda uscita altro non è diventata se non la parodia della prima. Quando il 25/7/2006 avevo deciso di salirla, pronti via, e il giorno dopo ero in vetta. Le difficoltà che avevo dovuto affrontare erano state maggiori. Il canale di salita che porta al Passo Soreda mi era costato sofferenza sia in salita che in discesa. Con tutti quei sassi che si muovevano ovunque, ero arrivato a pensare che fossi finito in un canale frullatore azionato da una strega bitorzoluta. Dal passo fino alla vetta le uniche cose che avevo visto erano state nebbia, tensione, rocce e un po' di neve. Il mitico panorama l'avevano visto gli stambecchi il giorno dopo.
A inizio di quest'anno avevo proposto questa cima a mio nipote Ale come obiettivo dell'estate, in un amen ci eravamo ritrovati nel bel mezzo di una pandemia, Conte aveva imprigionato per due mesi tutti gli italiani.

Adesso che la vetta è stata salita mi aspetto, come minimo, indicibili calamità innaturali.

Dopo tre settimane di contrattazioni serrate con uno dei miei nipoti, ero riuscito a stabilire la data dell'escursione. Nelle 48 ore successive la suddetta data avevo dovuto passare buona parte del mio tempo a spiegare chi, come, con cosa, e a che ora si dovesse partire.
Alla fine, con un violento sospiro liberatorio, alle 8:00 stavamo camminando per il sentiero della Val Scaradra.
Esso, ben evidente e segnalato, ci ha condotto con piacere, al ripiano superiore dove a sinistra sorge il rifugio Scaradra. Superato il torrente ci siamo inerpicati sul fianco destro orografico della valle. Ben presto Ale, il cui unico scopo nella vita è "bastonare" lo zio in salita (chissà, forse nelle nostre precedenti vite, lui era un lenzuolo ed io il battipanni e adesso egli vuole porvi rimedio vendicandosi) è sparito ai nostri occhi. A niente sono valsi i miei tentativi di impaurirlo, parlandogli di spaventosi e ripidi pendii, pietraie schiaccia-escursionisti, tratti esposti con catene lunghe chilometri. Noi restanti tre abbiamo proseguito la salita a ritmi "umani" fino a raggiungere il canale finale. Pensavo, a quel punto, di ritrovare lì mio nipote al termine della sua infruttuosa fuga solitaria e, tra i ripidi sfasciumi, chiedermi implorante cosa dovesse fare.
Invece il sentiero è stato messo a posto benissimo (non so quando) con una serie di gradini rocciosi e qualche catenella quasi inutile che ha reso molto più facile la progressione fino al passo.
Così arrivati al valico mi sono dovuto sorbire gli sfottò di cotanto cattivo soggetto. Fortuna che potevo contare sulla ponderata saggezza dell'amico Matteo, e la materna comprensione di mia nipote Daniela.
Appena ripartiti abbiamo visto, incredibile a dirsi, l'orrendo Gabrio a tre teste di cui proprio non voglio parlare.
Poco oltre il passo ci sono delle facili roccette superate con leggiadra leggerezza da mio nipote, giusto un paio d'ore dopo, quando oramai pensavo che avremmo bivaccato lì. Risaliti in aderenza qualche bella placca rocciosa poco inclinata e due nevai abbiamo raggiunto la parte terminale della cresta est dove si ritrova un sentierino.
In ossequio ad un vecchio rituale, a pochi passi dalla vetta sono scattato per arrivare primo, ma quel volpone di mio nipote, che sospettava tutto, non si è fatto sorprendere arrivando primo.
Questa volta mi sono potuto godere il paesaggio di vetta, ma dopo essere scampato in qualche maniera al macabro rituale delle indigeste foto di gruppo, il temporale, che evidentemente era stufo del nostro vociare, ha raggiunto la zona anzitempo.
Tornati ai nevai, ho scoperto quali incredibili abilità (non) hanno i miei cari nipoti, nel
ridiscenderli, probabilmente solo una coppia di trichechi zoppi avrebbero potuto fare di peggio.
Dopo essermi sorbito lo sguardo esterrefatto di un escursionista che in quel mentre stava salendo, ci  siamo presi la nostra razione d'acqua e relativo tuono rassicurante.
Chissà cosa avrà mai pensato di noi Matteo, brillante in salita ed in discesa, di questa strana, non cercata compagnia. Egli mi ha sorretto nell'arduo compito di aiutare i bisognosi che comunque nel complesso si sono comportati bene.
Il temporale, per nostra fortuna, si è calmato quasi subito, rendendo più tranquilla la discesa.
Un plauso va comunque rivolto a mia nipote per la sua caparbia resistenza e ad Ale per la sua capacità di sopportazione al dolore per le "gravissime" ferite ai piedi, procuratesi qualche giorno prima giocando a pallone sulla sabbia con alcuni bipedi di incerta natura, che alla fine dell'escursione l'hanno tormentato.
L'ultimo temporale è venuto a trovarci poco prima di raggiungere l'auto ma oramai
l'escursione era conclusa.


Tourengänger: Gabrio


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