Chamanna d'Es-cha mt 2594 da Madulain
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vista da
Angelo63 :
Con Danilo raccogliamo con piacere l’invito di Giorgio “GIBI” per una uscita assieme in Engadina in compagnia di Enrico “Turistalpi”, conoscitore di tutti i percorsi e di tutte le cime della valle. Enrico ha preparato una decina di itinerari e tra questi scegliamo di raggiungere la Chamanna d’Es-cha della sezione Bernina del CAS.
Ci ritroviamo lungo la strada per Chiavenna e procediamo su due auto perché l’emergenza Covid impone ancora distanziamenti tra le persone. La giornata si preannuncia soleggiata ma quando siamo in prossimità del Maloja vediamo che l’Engadina è coperta da una densa coltre di nuvole. Siamo comunque fiduciosi che con il trascorrere delle ore il tempo volgerà al bello come peraltro da previsioni. Lasciamo le auto nel parcheggio gratuito della stazione ferroviaria di Madulain e ci incamminiamo quando sono le 9.30. Fa freddino e scende anche qualche goccia d’acqua. Si parte subito in decisa salita appena attraversato il passaggio a livello. Siamo in un tratto di strada pedonale con fondo di sassi cementati che supera le ultime case del paese. Incrociamo in diversi punti la strada principale asfaltata e cerchiamo di tagliare i tornanti camminando su prati nel bosco di abeti e larici. Superato il limite boschivo la strada forestale procede su sterrato con pendenze più moderate ed alle 10.25 raggiungiamo l’Alp Es-cha Dadour. Ancora un breve strappo e la vista si apre sulla Val d’Es-cha. La sterrata prosegue quasi in piano diretta verso l’Alp Es-cha Dadains già visibile in lontananza. Alle 10.40, quando siamo ad una altitudine di 2.130 mt circa, imbocchiamo un sentiero che si stacca sulla destra. Sulla palina all’inizio del sentiero è indicata la nostra meta. Alla nostra destra, sulla collina pratosa dell’Alp Belvair, pascola libero il bestiame. Il tempo non sembra averne voglia di volgere al bello ma almeno non piove più. Il sentiero procede con moderata pendenza sul lato orografico sinistro della valle. Per noi modesti camminatori è il momento di scalare qualche marcia mentre Giorgio procede con il suo passo spedito e in poco tempo ci distacca. Ci ricompattiamo alle 11.20 quando abbiamo superato, passando su comode travi in legno, un corso d’acqua laterale ad una quota di 2.340 metri circa. Diamo il via libera a Giorgio che sale deciso il sentiero in direzione del sovrastante Muot Ot per poi piegare a sinistra prima della sommità. Io, Danilo ed Enrico procediamo invece sul sentiero che sembra aggirare più in basso tale cima e che con alcuni tornanti raggiungere il percorso seguito da Giorgio. Le soste sono sempre più frequenti e soffia anche un gelido vento. Al termine di un tratto ripido raggiungiamo il pianoro al cui termine è ubicato il rifugio dove Giorgio ci sta aspettando. Arriviamo al rifugio alle 12.10, dopo 2h5m di marcia, aver fatto soste per 35m e percorso 6 km. Le nubi non hanno mai liberato le vette delle montagne circostanti, alcune delle quali già salite in passato da Giorgio. Ci accontentiamo pertanto del suo racconto e delle indicazioni tecniche del nostro capo gita Enrico. Considerato il freddo decidiamo di entrare nel rifugio che è stato recentemente rinnovato. Le ragazze che lo gestiscono ci dicono infatti che è stato riaperto solo da 3 settimane. Dopo aver lasciato gli scarponi nell’apposito locale ci accomodiamo ad un tavolo di un grazioso locale con pavimento e pareti in legno e con vista sulla modernissima cucina che ci fornisce anche un ottimo rösti. Il tempo a tavola scorre veloce e pertanto salutiamo le gestrici, facciamo la foto di gruppo sulla porta del rifugio e ci rimettiamo in cammino alle 14.10. Le condizioni meteo sono immutate e quindi abbandoniamo la speranza di ammirare i classici panorami engadinesi. Ridiscendiamo lungo il percorso del mattino ma a parti invertite. Giorgio segue il nostro più lungo percorso e noi affrontiamo quello più diretto che aveva percorso lui. Al punto di ritrovo ovviamente è ancora lui che attende noi. Ci immettiamo sulla sterrata proveniente dall’Alp Es-cha Dadains alle 15.15. Qui facciamo una sosta di una decina di minuti per poi rimetterci in cammino e raggiungere l’Alp Es-cha Dadour alle 15.40. Scendiamo lungo la strada sterrata evitando qualche scorciatoia lungo il percorso che avevamo fatto in mattinata. Raggiungiamo la nostra auto quando sono le 16.40.
Peccato che non abbiamo potuto trovare una delle rinomate trecento e passa giornate di sole in Engadina; siamo incappati in una brutta giornata dal punto di vista meteo. È stato però un piacere fare una escursione assieme ad Enrico e Giorgio che immagino abbia dovuto tenere a freno il passo per adeguarlo alla nostra andatura più lenta. Speriamo di poter effettuare ancora qualche uscita certi di trovare anche una giornata climaticamente migliore. A completamento della giornata ovviamente appena scesi in Bregaglia è riapparso il sole e lungo la strada del rientro abbiamo trovato interminabili code impiegando tra le 4 – 5 ore per tornare a casa….ma queste sono altre tempistiche.
Dati complessivi:
Km percorsi: 12,4;
Tempo marcia: 4h10m;
Tempo sosta: 3h di cui 2h al rifugio;
Ascesa: mt. 900 circa;
Velocità media in marcia: 3 km/h;
Velocità media totale: 1,7 km/h.
vista da
GIBI :
Bella giornata in compagnia della mia “ guida “ Engadinese Enrico
turistalpi e di Angelo
Angelo63 e Danilo
Danilo54 con i quali ci eravamo più volte riproposti di fare qualche escursione insieme ma che per un motivo o per l’altro non ci eravamo ancora riusciti, tre persone simpatiche, affabili con i quali è facile entrare subito in sintonia, diversamente la meteo e di conseguenza la visibilità non sono stati il massimo ma comunque alla fine a parte una leggera pioggerellina e un po’ di vento non ci possiamo lamentare anche perché il Rösti nell’appena rinnovata capanna è stato decisamente apprezzato !
Che possiamo invece recriminare e sulle ore passate in colonna nelle gallerie della superstrada verso Lecco senza capire se a causa di incidente, lavori in corso o semplicemente per il traffico … ma del resto al dì qua del Maloja risplendeva il sole !!!!
Giorgio
vista da
turistalpi :
Ringrazio Angelo e Giorgio che hanno già ben dettagliatamente relazionato la gita e quindi sarei oltremodo ripetitivo. E' stata una piacevole escursione in Engadina anche se il tempo non ci ha arriso ma la compagnia è stata per me oltremodo piacevole.Una bella sorpresa è l'aver trovato il rifugio rinnovato e dal notevole comfort e....le due gentili e graziose gestrici, per non parlare del rosti. "L'Engadina non delude mai" come dice usualmente Beppe di Hikr e con cui sempre concordo nonostante l'infinita coda al rientro ed avevo il climatizzatore scarico(!). E' nettamente meglio di sabato o nei giorni feriali…... Da rifare più avanti senza neve almeno fino alla Porta d'Es-cha mt 3008 che permette uno spettacolare panorama sul ghiacciaio sottostante ed il Pizzo Kesch fino alla omonima capanna…...

Con Danilo raccogliamo con piacere l’invito di Giorgio “GIBI” per una uscita assieme in Engadina in compagnia di Enrico “Turistalpi”, conoscitore di tutti i percorsi e di tutte le cime della valle. Enrico ha preparato una decina di itinerari e tra questi scegliamo di raggiungere la Chamanna d’Es-cha della sezione Bernina del CAS.
Ci ritroviamo lungo la strada per Chiavenna e procediamo su due auto perché l’emergenza Covid impone ancora distanziamenti tra le persone. La giornata si preannuncia soleggiata ma quando siamo in prossimità del Maloja vediamo che l’Engadina è coperta da una densa coltre di nuvole. Siamo comunque fiduciosi che con il trascorrere delle ore il tempo volgerà al bello come peraltro da previsioni. Lasciamo le auto nel parcheggio gratuito della stazione ferroviaria di Madulain e ci incamminiamo quando sono le 9.30. Fa freddino e scende anche qualche goccia d’acqua. Si parte subito in decisa salita appena attraversato il passaggio a livello. Siamo in un tratto di strada pedonale con fondo di sassi cementati che supera le ultime case del paese. Incrociamo in diversi punti la strada principale asfaltata e cerchiamo di tagliare i tornanti camminando su prati nel bosco di abeti e larici. Superato il limite boschivo la strada forestale procede su sterrato con pendenze più moderate ed alle 10.25 raggiungiamo l’Alp Es-cha Dadour. Ancora un breve strappo e la vista si apre sulla Val d’Es-cha. La sterrata prosegue quasi in piano diretta verso l’Alp Es-cha Dadains già visibile in lontananza. Alle 10.40, quando siamo ad una altitudine di 2.130 mt circa, imbocchiamo un sentiero che si stacca sulla destra. Sulla palina all’inizio del sentiero è indicata la nostra meta. Alla nostra destra, sulla collina pratosa dell’Alp Belvair, pascola libero il bestiame. Il tempo non sembra averne voglia di volgere al bello ma almeno non piove più. Il sentiero procede con moderata pendenza sul lato orografico sinistro della valle. Per noi modesti camminatori è il momento di scalare qualche marcia mentre Giorgio procede con il suo passo spedito e in poco tempo ci distacca. Ci ricompattiamo alle 11.20 quando abbiamo superato, passando su comode travi in legno, un corso d’acqua laterale ad una quota di 2.340 metri circa. Diamo il via libera a Giorgio che sale deciso il sentiero in direzione del sovrastante Muot Ot per poi piegare a sinistra prima della sommità. Io, Danilo ed Enrico procediamo invece sul sentiero che sembra aggirare più in basso tale cima e che con alcuni tornanti raggiungere il percorso seguito da Giorgio. Le soste sono sempre più frequenti e soffia anche un gelido vento. Al termine di un tratto ripido raggiungiamo il pianoro al cui termine è ubicato il rifugio dove Giorgio ci sta aspettando. Arriviamo al rifugio alle 12.10, dopo 2h5m di marcia, aver fatto soste per 35m e percorso 6 km. Le nubi non hanno mai liberato le vette delle montagne circostanti, alcune delle quali già salite in passato da Giorgio. Ci accontentiamo pertanto del suo racconto e delle indicazioni tecniche del nostro capo gita Enrico. Considerato il freddo decidiamo di entrare nel rifugio che è stato recentemente rinnovato. Le ragazze che lo gestiscono ci dicono infatti che è stato riaperto solo da 3 settimane. Dopo aver lasciato gli scarponi nell’apposito locale ci accomodiamo ad un tavolo di un grazioso locale con pavimento e pareti in legno e con vista sulla modernissima cucina che ci fornisce anche un ottimo rösti. Il tempo a tavola scorre veloce e pertanto salutiamo le gestrici, facciamo la foto di gruppo sulla porta del rifugio e ci rimettiamo in cammino alle 14.10. Le condizioni meteo sono immutate e quindi abbandoniamo la speranza di ammirare i classici panorami engadinesi. Ridiscendiamo lungo il percorso del mattino ma a parti invertite. Giorgio segue il nostro più lungo percorso e noi affrontiamo quello più diretto che aveva percorso lui. Al punto di ritrovo ovviamente è ancora lui che attende noi. Ci immettiamo sulla sterrata proveniente dall’Alp Es-cha Dadains alle 15.15. Qui facciamo una sosta di una decina di minuti per poi rimetterci in cammino e raggiungere l’Alp Es-cha Dadour alle 15.40. Scendiamo lungo la strada sterrata evitando qualche scorciatoia lungo il percorso che avevamo fatto in mattinata. Raggiungiamo la nostra auto quando sono le 16.40.
Peccato che non abbiamo potuto trovare una delle rinomate trecento e passa giornate di sole in Engadina; siamo incappati in una brutta giornata dal punto di vista meteo. È stato però un piacere fare una escursione assieme ad Enrico e Giorgio che immagino abbia dovuto tenere a freno il passo per adeguarlo alla nostra andatura più lenta. Speriamo di poter effettuare ancora qualche uscita certi di trovare anche una giornata climaticamente migliore. A completamento della giornata ovviamente appena scesi in Bregaglia è riapparso il sole e lungo la strada del rientro abbiamo trovato interminabili code impiegando tra le 4 – 5 ore per tornare a casa….ma queste sono altre tempistiche.
Dati complessivi:
Km percorsi: 12,4;
Tempo marcia: 4h10m;
Tempo sosta: 3h di cui 2h al rifugio;
Ascesa: mt. 900 circa;
Velocità media in marcia: 3 km/h;
Velocità media totale: 1,7 km/h.
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Bella giornata in compagnia della mia “ guida “ Engadinese Enrico



Che possiamo invece recriminare e sulle ore passate in colonna nelle gallerie della superstrada verso Lecco senza capire se a causa di incidente, lavori in corso o semplicemente per il traffico … ma del resto al dì qua del Maloja risplendeva il sole !!!!
Giorgio
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Ringrazio Angelo e Giorgio che hanno già ben dettagliatamente relazionato la gita e quindi sarei oltremodo ripetitivo. E' stata una piacevole escursione in Engadina anche se il tempo non ci ha arriso ma la compagnia è stata per me oltremodo piacevole.Una bella sorpresa è l'aver trovato il rifugio rinnovato e dal notevole comfort e....le due gentili e graziose gestrici, per non parlare del rosti. "L'Engadina non delude mai" come dice usualmente Beppe di Hikr e con cui sempre concordo nonostante l'infinita coda al rientro ed avevo il climatizzatore scarico(!). E' nettamente meglio di sabato o nei giorni feriali…... Da rifare più avanti senza neve almeno fino alla Porta d'Es-cha mt 3008 che permette uno spettacolare panorama sul ghiacciaio sottostante ed il Pizzo Kesch fino alla omonima capanna…...
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