Esattamente 5 mesi dopo la mia ultima uscita (una puntata mattutina al Generoso) è ora di ritornare a camminare sulle nostre amate montagne. La prolungata inattività mi consiglia di non esagerare nella scelta della meta. Assieme ad un percorso facile ho cercato di privilegiare la lunghezza dell’itinerario rispetto al dislivello. E così ho deciso di andare al Monte San Primo, la sommità più elevata del triangolo lariano.
Alle 9.30 sono pronto alla partenza dalla Colma di Sormano. L’entusiasmo della ripresa escursionistica è un po’ smorzato dalle condizioni climatiche che sembrano decisamente sfavorevoli. Cielo plumbeo con nuvole basse che non promettono alcunché di buono, aria fredda e qualche goccia d’acqua; iniziamo bene. Vabbè mi dico, si deve pur iniziare, proviamoci almeno.
Decido di percorrere la sterrata che parte appena sotto il bar posto alla Colma, così camminerò per il primo tratto nel bosco, confidando di stare un po’ al riparo dall’aria fredda. Con il procedere inizio a scaldarmi un poco e percepisco meno il freddo. Alle 10 transito dalla palina della Colma del Bosco e dopo qualche centinaio di metri – terminati gli abeti – ho la visuale su quasi tutta la dorsale che dovrò percorrere per arrivare sotto l’ultimo strappo prima della vetta. I rilievi più alti restano ancora immersi in una spessa coltre di nuvole scure. Alle 10.20, dopo essere passato tra bellissimi faggi, raggiungo l’Alpe Spessola. Sino a questo momento non ho fatto molta fatica anche perché in effetti il dislivello è stato irrilevante. Davanti a me sono ora visibili diversi escursionisti che mi hanno preceduto alla partenza; al parcheggio erano già presenti diverse auto. La sterrata è ora cementata e tende a salire con una moderata pendenza. Raggiungo nel frattempo alcuni gruppetti di persone. Arrivo all’Alpe di Terrabiotta quando sono le 10.45 e proseguendo per alcuni metri raggiungo l’omonima Bocchetta. Da questo punto all’orizzonte appare la caratteristica vista del promontorio di Bellagio che fa da spartiacque tra i due rami del lago di Como. L’obiettivo minimo di giornata è stato raggiunto, mi dico. Qualche occhiata di sole nel frattempo ha riscaldato l’aria anche se le nuvole scure restano sempre nelle vicinanze. La vista sulla parte settentrionale del Lario è in alcuni tratti limitata dagli addensamenti nuvolosi.
Evito di percorrere la cresta nel timore di essere troppo esposto all’aria e proseguo sull’ampia sterrata che seppur lunga non presenta grandi pendenze e mi fa avvicinare alla meta. Momenti di sole si alternano ad improvvisi oscuramenti. Quando sembra che il sole stia per prendere il sopravvento iniziano a scendere delle piccolissime palline di ghiaccio; per fortuna dura poco. Questo lungo avvicinamento mi consente di arrivare sotto la vetta e con un ultimo deciso strappo, percorso molto lentamente, raggiungo la cima del monte San Primo quando sono le 11.40. Ho camminato per 2h5m con soste per soli 5m e percorso 8,1 km. Le poche persone già presenti in vetta ben presto aumentano perché sopraggiungono anche gli escursionisti che ho superato lungo il percorso. Trovato un posto comodo e distanziato dagli altri presenti mi siedo e faccio uno spuntino prima di fare qualche foto al paesaggio circostante. Oggi le visuali purtroppo non sono delle migliori perché tutto il lago è interessato qua e là dagli addensamenti nuvolosi. Mi accontento della meta raggiunta e del fatto che già altre volte ho apprezzato gli splendidi panorami visibili da quassù. Come al solito il tempo scorre veloce e considerato che le previsioni meteo indicavano possibili precipitazioni nel pomeriggio, pochi minuti prima delle 12.30 mi rimetto in cammino per il rientro. Decido di non imboccare il sentiero che percorre la cresta, già soddisfatto della meta raggiunta e poco fiducioso in un miglioramento della visibilità sul lago. In effetti anche se il sole ha fatto alzare la temperatura, nella conca del lago le nuvole non si sono completamente dissolte. Alle 13.15 dico arrivederci allo scorcio che per me è tra i più belli del Lario e raggiungo l’Alpe di Terrabiotta. Scendo proprio lentamente, la stanchezza inizia a farsi sentire. All’Alpe Spessola transito quando sono le 13.45. Si sta decisamente meglio rispetto alla mattina ed è piacevole percorrere la sterrata tra i faggi e poi gli abeti per arrivare in circa 20 minuti alla Colma del Bosco. Ora non mi resta che l’ultimo tratto nel bosco per arrivare alla Colma di Sormano, e quindi alla mia auto, quando sono le 14.40.
Come prima uscita dopo un periodo di lunga inattività posso ritenermi più che soddisfatto. Il mal di gambe delle giornate successive l’ho considerato un tributo necessario per poter programmare qualcosa di più impegnativo. Dopo un inverno e quasi tutta la primavera fermi speriamo che le terribili notizie di carattere sanitario siamo terminate e che la passione per le nostre amate montagne sia da stimolo per affrontare le problematiche economiche e sociali che purtroppo si profilano all’orizzonte.
Dati complessivi:
Km percorsi: 16,1;
Tempo marcia: 4h10m;
Tempo sosta: 1h;
Ascesa: mt. 650 circa;
Velocità media in marcia: 3,9 km/h;
Velocità media totale: 3,1 km/h.
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