Pizzo Montevecchio (2789 m) da Rima
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La gita di oggi, primo giorno di ferie, ha come meta il pizzo Montevecchio (2789 m) che dall'estate del 2016 è più agevolmente raggiungibile tramite una via ferrata che interessa sia il versante di Rima San Giuseppe sia quello di Carcoforo.
Partiamo con le prime luci del sole da Rima (1420 m), per evitare di fare la salita con sole, considerando la calura di questo periodo anche in montagna.
La prima di parte della gita, fino al rifugio Vallè sale prima tra radi boschi di larici e poi tra pascoli. Dopo circa mezz'ora di cammino raggiungiamo l'alpe Vallè (1746 m) e continuiamo senza sosta fino al rifugio Vallè (2175 m). Superato il rifugio usciamo dalla traccia di sentiero e seguiamo i bolli bianchi e e rossi, che tra magri pascoli e roccette divertenti, ci conducono all'attacco della ferrata in prossimità del Colle del Vallè (2625 m). Durante lla salita si è potuto godere dello spettacolo dell'alba sulle vette del Tagliaferro, del Corno Mud e del Corno Piglimò. La ferrata permette di raggiungere agevolmente, in circa mezz'ora, la vetta del Pizzo Montevecchio (2789 m), dopo neanche 3 ore dalla partenza da Rima. I passaggi non sono particolarmente fisici e l'esposizione non è eccessiva. La ferrata è inframezzata da alcuni passaggi su roccia che non vanno oltre il II grado. Nel frattempo il sole è già alto e la vista si è aperto sulle vette dell'alta Valsesia. Notiamo con tristezza la poca neve residua sulla Punta Grober e sul Monte Rosa.
Per quanto riguarda la discesa percorriamo il primo pezzo a ritroso e poi attacchiamo (in discesa ovviamente) il tratto di ferrata, anch'esso non particolarmente impegnativo ma che richiede una certa esperienza su terreni di questo tipo, che scende fino al Colle della Bottigia (2607 m) -il tratto appena percorso in discesa è la via di salita dal lato di Carcoforo. Nel complesso credo che il grado di difficoltà della ferrata sia mediamente difficile, tenendo conto anche del fatto che l'avvicinamento è piuttosto lungo. Da qui traversiamo la pietraia che ci riporta al Colle del Vallè. L'idea, per non dover scendere subito a Rima, è quella di effettuare un lungo traverso, cercando di non scendere mai eccessivamente di quota, fino al Colle del Piccolo Altare, passando dalla Bocchetta del Laghetto (2340 m).
Il traverso avviene prevalentemente su pietraie e prati e, complice la conformazione morfologica del luogo, ci costringe a scendere e risalire qualche centinaio di metri prima di riuscire a reimmettersi sul sentiero che, dopo circa 15-20 minuti perviene al Colle del Piccolo Altare (2630 m). Da qui si apre una bella panoramica sulla val Quarazza e in fondo vediamo il frequentatissimo lago delle Fate. In pochi minuti raggiungiamo il piccolo Altare (2660 m), poi entriamo nel bivacco Axerio che purtroppo troviamo un po' trasandato e poi giù per per i pascoli, rimanendo sempre sul sentiero, fino all'Alpe Lavazei (1943 m), poi ancora giù fino all'Alpe Lanciole di Sotto (1710 m) e poi di nuovo in discesa fino a Rima.
Francesco
Partiamo con le prime luci del sole da Rima (1420 m), per evitare di fare la salita con sole, considerando la calura di questo periodo anche in montagna.
La prima di parte della gita, fino al rifugio Vallè sale prima tra radi boschi di larici e poi tra pascoli. Dopo circa mezz'ora di cammino raggiungiamo l'alpe Vallè (1746 m) e continuiamo senza sosta fino al rifugio Vallè (2175 m). Superato il rifugio usciamo dalla traccia di sentiero e seguiamo i bolli bianchi e e rossi, che tra magri pascoli e roccette divertenti, ci conducono all'attacco della ferrata in prossimità del Colle del Vallè (2625 m). Durante lla salita si è potuto godere dello spettacolo dell'alba sulle vette del Tagliaferro, del Corno Mud e del Corno Piglimò. La ferrata permette di raggiungere agevolmente, in circa mezz'ora, la vetta del Pizzo Montevecchio (2789 m), dopo neanche 3 ore dalla partenza da Rima. I passaggi non sono particolarmente fisici e l'esposizione non è eccessiva. La ferrata è inframezzata da alcuni passaggi su roccia che non vanno oltre il II grado. Nel frattempo il sole è già alto e la vista si è aperto sulle vette dell'alta Valsesia. Notiamo con tristezza la poca neve residua sulla Punta Grober e sul Monte Rosa.
Per quanto riguarda la discesa percorriamo il primo pezzo a ritroso e poi attacchiamo (in discesa ovviamente) il tratto di ferrata, anch'esso non particolarmente impegnativo ma che richiede una certa esperienza su terreni di questo tipo, che scende fino al Colle della Bottigia (2607 m) -il tratto appena percorso in discesa è la via di salita dal lato di Carcoforo. Nel complesso credo che il grado di difficoltà della ferrata sia mediamente difficile, tenendo conto anche del fatto che l'avvicinamento è piuttosto lungo. Da qui traversiamo la pietraia che ci riporta al Colle del Vallè. L'idea, per non dover scendere subito a Rima, è quella di effettuare un lungo traverso, cercando di non scendere mai eccessivamente di quota, fino al Colle del Piccolo Altare, passando dalla Bocchetta del Laghetto (2340 m).
Il traverso avviene prevalentemente su pietraie e prati e, complice la conformazione morfologica del luogo, ci costringe a scendere e risalire qualche centinaio di metri prima di riuscire a reimmettersi sul sentiero che, dopo circa 15-20 minuti perviene al Colle del Piccolo Altare (2630 m). Da qui si apre una bella panoramica sulla val Quarazza e in fondo vediamo il frequentatissimo lago delle Fate. In pochi minuti raggiungiamo il piccolo Altare (2660 m), poi entriamo nel bivacco Axerio che purtroppo troviamo un po' trasandato e poi giù per per i pascoli, rimanendo sempre sul sentiero, fino all'Alpe Lavazei (1943 m), poi ancora giù fino all'Alpe Lanciole di Sotto (1710 m) e poi di nuovo in discesa fino a Rima.
Francesco
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