Corno Piglimò (2895 m) da Rima
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Montagna non così conosciuta ma di grande fascino, il Corno Piglimò: già la prima volta che l'ho osservata dalla vetta del Tagliaferro ho desiderato scalarla, anche per via della placconata che caratterizza il suo versante meridionale.
Decido con Matteo di partire da Rima (1417m) di buon'ora (5 e mezza) per evitare di effettuare la salita col caldo sole di luglio. Imbocchiamo il sentiero, che in meno di un'ora ci conduce all'alpe Lanciole (1710m) e successivamente all'Alpe Lavazei (1943m) : fin qui la traccia è ottima su sentiero di media montagna. A questo punto usciamo dalla traccia e ci alziamo, per prati sempre più ripidi e radi, verso il canalone che porta alla bocchetta del Bambino. Entriamo nel canalone, c'è ancora neve residua nella parte bassa, nonostante il caldo delle settimane precedenti. Più si sale e più aumentano le pendenze, ma non è mai necessario l'uso delle mani, anche grazie all'aiuto che mi da il fedele bastone di nocciolo: il terreno in alcuni punti è piuttosto insidioso, per cui si consiglia di fare attenzione nella parte terminale dello stesso. Giunti alla bocchetta del Bambino (2690m) il panorama si apre, con entusiasmo osserviamo verso ovest la parete sud est del Monte Rosa, verso sud invece inizia la cresta proveniente dalla Punta Chiara mentre verso nord la placca che dovremo affrontare per raggiungere la vetta. Dopo una breve pausa, ripartiamo alla volta della vetta. Superiamo un breve strappo su prato ripido per poi iniziare l'arrampicata sulla placconata (II grado), che solo in un punto richiede particolare attenzione per via sia dell'esposizione sul versante di Alagna, sia per la maggiore pendenza. All'uscita della placca sbuchiamo sulla cresta che in pochi minuti conduce alla vetta (2894m). Soddisfatti per la vetta conquistata riscendiamo per la via di salita e ci concediamo uno spuntino al bar di Rima.
Gita nel complesso non particolarmente impegnativa, sia per il dislivello non eccessivo che per le contenute difficoltà tecniche. Nonostante ciò non è da sottovalutare la discesa della placconata, che richiede passo sicuro e disinvoltura poichè è improteggibile.
Decido con Matteo di partire da Rima (1417m) di buon'ora (5 e mezza) per evitare di effettuare la salita col caldo sole di luglio. Imbocchiamo il sentiero, che in meno di un'ora ci conduce all'alpe Lanciole (1710m) e successivamente all'Alpe Lavazei (1943m) : fin qui la traccia è ottima su sentiero di media montagna. A questo punto usciamo dalla traccia e ci alziamo, per prati sempre più ripidi e radi, verso il canalone che porta alla bocchetta del Bambino. Entriamo nel canalone, c'è ancora neve residua nella parte bassa, nonostante il caldo delle settimane precedenti. Più si sale e più aumentano le pendenze, ma non è mai necessario l'uso delle mani, anche grazie all'aiuto che mi da il fedele bastone di nocciolo: il terreno in alcuni punti è piuttosto insidioso, per cui si consiglia di fare attenzione nella parte terminale dello stesso. Giunti alla bocchetta del Bambino (2690m) il panorama si apre, con entusiasmo osserviamo verso ovest la parete sud est del Monte Rosa, verso sud invece inizia la cresta proveniente dalla Punta Chiara mentre verso nord la placca che dovremo affrontare per raggiungere la vetta. Dopo una breve pausa, ripartiamo alla volta della vetta. Superiamo un breve strappo su prato ripido per poi iniziare l'arrampicata sulla placconata (II grado), che solo in un punto richiede particolare attenzione per via sia dell'esposizione sul versante di Alagna, sia per la maggiore pendenza. All'uscita della placca sbuchiamo sulla cresta che in pochi minuti conduce alla vetta (2894m). Soddisfatti per la vetta conquistata riscendiamo per la via di salita e ci concediamo uno spuntino al bar di Rima.
Gita nel complesso non particolarmente impegnativa, sia per il dislivello non eccessivo che per le contenute difficoltà tecniche. Nonostante ciò non è da sottovalutare la discesa della placconata, che richiede passo sicuro e disinvoltura poichè è improteggibile.
Tourengänger:
francesc92

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