Caval Drossa e Monte Bar - escursione con peggioramento da sud
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Montagne di casa significa dormire, partire con calma quando gli altri sono già al lavoro e ritornare prima di loro.
Ogni tanto ci vuole.
Le correnti settentrionali stanno convogliando tanto freddo.
In questi giorni mi sento meno energico. Fino all'ultimo studio per il mio giorno libero un itinerario alpino, ho una lista infinita di idee, ma poi mi confronto con vari elementi di incertezza: il primo dicembre sono da solo, a 3000 m ci sono meno 20 gradi con il vento, la neve nuova non è stabile, in giornata il vento ruota a sud, è previsto un peggioramento, sento di non avere quello slancio di osare qualcosa.
Così mi dico " ma perchè non dormire fino alle 08 e andare al Caval Drossa? Me lo merito e poi non ci sono mai stato in cima "

Il Motto della Croce (spalla sud del Caval Drossa)
Descrizione
Decido di rinunciare ad un anello da casa (Sonvico) e mi avvicino in auto fino a Roveredo.
Alle 10.00 del mattino mi incammino riposato verso i Monti di Roveredo seguendo i sentieri, tra betulle e prati. Ho le ciaspole nello zaino ma non le userò. Cammino con gli scarponi sulla neve. È soleggiato ma si intuisce un imminente cambiamento.
Da Pianone al Motto della Croce ci sono alcuni punti in cui sprofondo negli accumuli trasportati, mi allontano dal tracciato al bisogno per restare per lo più su erba o neve dura.
Alla Croce incontro le uniche 2 persone della giornata le quali stanno rientrando.
In effetti mi giro e il cielo su Lugano è cupo. In pochissimo tempo si copre.

Vista dal Mottto della Croce o dintorni
(uffa tutti i giorni intorno a questo era bel tempo)
Sapendo di essere equipaggiato da 3000 proseguo serenamente dritto lungo la cresta per il Caval Drossa che nel frattempo viene fagocitato dalle nubi. Mi fermo sulla cima a mezzogiorno, da me per la prima volta toccata, mangio e decido di proseguire per il Monte Bar. Non è una passeggiata panoramica. Con quella nebbia non vedo nulla. Ma sono nelle mie terre, negli elementi e mi sento perfettamente a mio agio. Inizia a nevicare dopo la sella mentre risalgo l'ampia cresta ovest del Monte Bar.
Dalla vetta scendo dritto alla Capanna. Nella nebbia non ho difficoltà a trovarla. Mi fermo per prendere un caffè. Il locale invernale è riscaldato, dotato di toilette, acqua corrente e un bollitore con tisane e caffè.
Dalla Capanna poi discendo per Bidogno. La neve è presto pioggia e ne prendo in quantità sufficienti da chiedermi se sono normale.
Dal Pian di Sotto (un prato sotto un ammasso di grandi rocce all'altezza della strada sterrata che arriva dalla barriera) scendo verso le betulle e individuo il sentiero per Bidogno che si addentra gradualmente nel bosco e disegnando un percorso a zig-zag restituisce i metri di quota guadagnati al mattino. Raggiungo la strada principale non a Bidogno ma prima. Sfrutto un sentiero per tagliare fino al paese.
Da Bidogno seguo la cantonale e sono presto alla macchina.
Bell'anello da rifare con una giornata soleggiata magari da casa direttamente.
Ogni tanto ci vuole.
Le correnti settentrionali stanno convogliando tanto freddo.
In questi giorni mi sento meno energico. Fino all'ultimo studio per il mio giorno libero un itinerario alpino, ho una lista infinita di idee, ma poi mi confronto con vari elementi di incertezza: il primo dicembre sono da solo, a 3000 m ci sono meno 20 gradi con il vento, la neve nuova non è stabile, in giornata il vento ruota a sud, è previsto un peggioramento, sento di non avere quello slancio di osare qualcosa.
Così mi dico " ma perchè non dormire fino alle 08 e andare al Caval Drossa? Me lo merito e poi non ci sono mai stato in cima "

Il Motto della Croce (spalla sud del Caval Drossa)
Descrizione
Decido di rinunciare ad un anello da casa (Sonvico) e mi avvicino in auto fino a Roveredo.
Alle 10.00 del mattino mi incammino riposato verso i Monti di Roveredo seguendo i sentieri, tra betulle e prati. Ho le ciaspole nello zaino ma non le userò. Cammino con gli scarponi sulla neve. È soleggiato ma si intuisce un imminente cambiamento.
Da Pianone al Motto della Croce ci sono alcuni punti in cui sprofondo negli accumuli trasportati, mi allontano dal tracciato al bisogno per restare per lo più su erba o neve dura.
Alla Croce incontro le uniche 2 persone della giornata le quali stanno rientrando.
In effetti mi giro e il cielo su Lugano è cupo. In pochissimo tempo si copre.

Vista dal Mottto della Croce o dintorni
(uffa tutti i giorni intorno a questo era bel tempo)
Sapendo di essere equipaggiato da 3000 proseguo serenamente dritto lungo la cresta per il Caval Drossa che nel frattempo viene fagocitato dalle nubi. Mi fermo sulla cima a mezzogiorno, da me per la prima volta toccata, mangio e decido di proseguire per il Monte Bar. Non è una passeggiata panoramica. Con quella nebbia non vedo nulla. Ma sono nelle mie terre, negli elementi e mi sento perfettamente a mio agio. Inizia a nevicare dopo la sella mentre risalgo l'ampia cresta ovest del Monte Bar.
Dalla vetta scendo dritto alla Capanna. Nella nebbia non ho difficoltà a trovarla. Mi fermo per prendere un caffè. Il locale invernale è riscaldato, dotato di toilette, acqua corrente e un bollitore con tisane e caffè.
Dalla Capanna poi discendo per Bidogno. La neve è presto pioggia e ne prendo in quantità sufficienti da chiedermi se sono normale.
Dal Pian di Sotto (un prato sotto un ammasso di grandi rocce all'altezza della strada sterrata che arriva dalla barriera) scendo verso le betulle e individuo il sentiero per Bidogno che si addentra gradualmente nel bosco e disegnando un percorso a zig-zag restituisce i metri di quota guadagnati al mattino. Raggiungo la strada principale non a Bidogno ma prima. Sfrutto un sentiero per tagliare fino al paese.
Da Bidogno seguo la cantonale e sono presto alla macchina.
Bell'anello da rifare con una giornata soleggiata magari da casa direttamente.
Tourengänger:
Michea82

Communities: Hikr in italiano, Montagne di Casa
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Kommentare (8)