MTB - Quel birbante del Sentiero 12 - Campo dei Fiori
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Downhill…bella parola, incomprensibile come tutti gli anglicismi che ora popolano il nostro italiano corrente. Ma quando ti documenti un po’ capisci che non è un’attività da prendere sottogamba. È un po’ come le prime uscite in parete o in ferrata: spesso ti frega la paura. E la paura anche qui ti può far cadere facilmente di fronte alla difficoltà proprio quando non sarebbe il caso. Certo i danni sono in genere più limitati ma a nessuno piace tornare a casa con escoriazioni varie, nella migliore delle ipotesi. E allora perché lo vuoi fare, si potrebbe dire. Perché i progressi comunque arricchiscono la tua autostima, gli insuccessi ti stimolano a capire gli errori e a riprovare, esattamente come quando voli in parete e pazientemente riparti daccapo. Ciò non toglie che sia fondamentale preparare bene l’uscita, specialmente se non si è di quelli che per raggiungere il top da dove scendere prendono il loro bel trenino o la funivia ma si guadagnano prima la “vetta” col sudore e con le proprie gambe.
Dopo questo bel preambolo di cui alla maggioranza non fregherà nulla passo alla relazione.
Il sentiero 12 fa parte dei numerosi sentieri anche facili che l’Ente Parco del Campo dei Fiori descrive nelle sue pubblicazioni. Io come molti di noi local li conosciamo bene e li abbiamo percorsi spesso ma nell’ottica di organizzare la discesa in MTB meritava una rinfrescatina. Così circa 15 gg prima (16/09/2019) parto a piedi dal basso (sentiero 10) e risalgo l’adiacente Sentiero dell’Attrezzo o Cubana (altro must) per poi scendere dal n.12. Tralascio e annoto lo stato della Cubana comunque più impegnativa (M2/M5) e osservo attentamente lo stato del n.12 con l’occhio del biker anche se in tenuta da hiker. Il grado di difficoltà è equivalente alla Cubana per la discesa (M2/M4) ma la parte iniziale che va dal sentiero n.1 (il popolare Belvedere-Forte di Orino) alla grotta Scondurava mi pare già un gradino più su delle mie capacità. Da qui in avanti la cosa si complica ancora di più per i numerosi alberi caduti sul sentiero che mi costringono a impegnativi bypass o a faticosi scavalcamenti. Arrivo finalmente nel punto di cui alla foto (N45.86414° E8.75020°), che chiamerò punto "chiave", dove gli ostacoli cessano, il sentiero si addolcisce e un cartello mostra una diramazione citata come “Collegamento sentiero 301 (alias 1) – Valle del Ceppone” che mi fa pensare ad un’alternativa. Il resto del sentiero 12 si presenta comunque impegnativo ma forse accessibile anche alla mia bici. Rincaso ed i giorni successivi cerco info su questa deviazione anche se il mio ricordo del Sentiero del Ceppone era quanto mai scoraggiante visto da una ipotetica sella di bici. Finché gironzolando su Youtube trovo filmato e traccia di tal DavideMTB (di cui sono follower) che illustra una discesa alternativa (se interessati, cominciate dal minuto 3:36) dallo Start point al punto “chiave” e che appare impegnativo sì ma sgombro da alberi caduti e segnalato con fettucce B/R. Cosa si vuole di più? Non faccio caso alla data di Marzo 2017 e così programmo il tutto. Il 27/09/2019 parto dal parcheggio sotto la Prima Cappella del Sacro Monte, mi “gusto” quasi 7 km all’8%, rifiato sui 2,5 km pianeggianti che mi separano dallo Start Point, mi asciugo, mi cambio e salto giù. Non è proprio così! La discesa che avevo visto percorrere ai nostri eroi nel filmatino di DavideMTB non è per me e me la faccio saggiamente a fianco della bici cercando il punto dove aveva inizio la loro variante. La trovo e inizio a scendere guardingo ma tutto sommato contento. Senonché, percorso non più di 300 m, mi accorgo di aver deviato dalla traccia giusta. Che fare? Tornare in su spingendo la bici (pendenza 30%)? O cercare di scendere deviando verso dx per intercettare la loro traccia più in basso? Opto per questa soluzione e qui inizia l’odissea. Improvvisamente capisco la differenza tra Marzo 2017 e Settembre 2019: vegetazione rada nel primo caso, abbondante nel secondo. Un mucchio di rami o alberi caduti in ogni dove per episodi di vento mi obbliga a sollevare ripetutamente i 15 kg di bici, a farmi strada con difficoltà; delle fettucce B/R neanche l’ombra e la traccia della Variante sempre distante e irraggiungibile. A un tratto mi sento osservato e incrocio lo sguardo con due cinghialetti che risalgono la ripida china; è evidente l’aria di commiserazione nei loro occhi.
Dovevo scendere i ripidi fianchi di tre o quattro valloncelli scavati da torrenti ora asciutti e risalire gli altrettanto ripidi fianchi dei prossimi. Una fatica molto grande che, percorso circa 1 km, in queste condizioni mi fa disperare: comincio a pensare di mollare lì la bici, proseguire a piedi verso il supposto prossimo sentiero 12 e tornare l’indomani con qualcuno per recuperare la MTB. Decido di lasciarla lì e proseguire verso quello che mi sembra un pianoretto sovrastante per capire meglio la situazione. Furbescamente lascio il GPS sul manubrio e parto. Anche senza bici al fianco, che sulle ripide chine slittava trasversalmente costringendomi a tirarla su, non me la cavo molto meglio: le pedule Salomon si rivelano inefficienti, mi fanno rimpiangere i ramponcini e spesso lo scivolone è inevitabile. Ma finalmente arrivo al pianoretto, mi accorgo che spiana davvero e promette bene; decido di tornare a recuperare la bici. Come ho detto il GPS non l’avevo più con me, gli alberi si assomigliavano tutti e non vedevo assolutamente il punto dove l’avevo lasciata. Qualche santo, alla fine, mi fa intravedere qualcosa di scintillante ed eccola lì la mia Kubik (alias Cube). L’abbraccio manco fosse la fidanzata e rinfrancato affronto le restanti difficoltà per riportarci sul pianoretto. Lì la storia finisce; proseguo per poco ed eccomi sul sentiero 12, molto al di sotto del punto “chiave”. Finalmente comincia il bello del downhill, M2 si rivela più che fattibile anche per me e dopo circa 800 m di divertente discesa eccomi al sentiero 10 e dopo 5,5 km di piacevole e ultra-noto saliscendi eccomi all’auto contento di essermela cavata anche stavolta. Qui il resoconto in immagini.
Finita qui? Per nulla! L’11/10/2019 caparbiamente ritorno allo Start Point per seguire a puntino a piedi la Variante; la trovo, la percorro interamente e ritorno su per il pessimo Sentiero 12. Anche qui un filmino illustra il percorso per gli eventuali interessati.
Non manca che una cosa ma…la racconterò a giochi conclusi, prossimamente!
P.S.: La valutazione T3+ è relativa al solo tratto percorso con bici al fianco.
In pillole:
11/09/2019 – Ricognizione iniziale a piedi
Salita 624 m
Discesa 610 m
Lunghezza 9 km
Tempo lordo 3h10’
Tempo netto 2h53’
27/09/2019- Downhill in MTB
Salita 685 m
Discesa 675 m
Lunghezza 17,5 km
Tempo lordo 4h09’
Tempo netto 2h41’
10/10/2019- Giù per la Variante e su per il n.12 a piedi
Salita 382 m
Discesa 382 m
Lunghezza 7,8 km
Tempo lordo 2h57’
Tempo netto 2h12’

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