Pioda di Crana (2430m) da Arvogno
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Partiamo da Gallarate con l'idea di salire in val Formazza e affrontare la Cima Valrossa (2968m). Tuttavia, arrivati nei pressi di Domodossola vediamo le cime dei più bassi Diei e Cistella già imbiancati dalla neve. Questo, sommato al fatto di essere partiti con una mezz'ora di ritardo, ci induce ad optare per la Val Vigezzo, più vicina e con cime più basse. La meta prescelta si trasforma dunque nella Pioda di Crana, cima che era già nel nostro mirino da un paio d'anni.
Arrivati ad Arvogno (1247m) lasciamo la macchina nel parcheggio di fronte al rifugio Arvogno e iniziamo a camminare. Si comincia seguendo la strada asfaltata in discesa che, passando di fianco alla stazione della seggiovia, porta fino al ponte sul Melezzo (1202m). Da qui il sentiero si impenna e si comincia finalmente a salire. Seguiamo le frequenti indicazioni per l'Alpe Verzasco e per la Pioda di Crana, addentrandoci in un bellissimo bosco di faggi. Il sentiero sale molto ripido e la presenza di molte foglie sul tragitto rende più difficoltosa la salita. Oltrepassiamo l'Alpe Verzasco (1333m) e poco dopo anche l'Alpe Borca (1475m). Non molto più avanti si esce dal bosco e davanti a noi compare la famosa placconata della Pioda. La vediamo lassù in alto, ancora abbastanza lontana. Il sentiero sale ora tra rocce ed erba alta, stretto e sempre molto ripido.
Ed infine eccoci al celebre trasverso della placconata. Il cavo in acciaio messo per tenersi rende il passaggio non particolarmente difficoltoso. Lo superiamo in tranquillità, quindi copriamo l'ultima decina di metri che ci separa dalla cime della Pioda di Crana. Dalla vetta il panorama è super e la bella giornata limpida ci offre una visuale che spazia dal Monte Rosa, alle cime del Devero e dell'alta Val formazza. Verso est e verso sud sono persino visibili le cime della Valtellina, del lecchese e laggiù in fondo gli Appennini.
La discesa lungo la stessa via della salita è abbastanza "spacca gambe" per via della ripidità del sentiero.
Escursione molto bella e abbastanza impegnativa per via del dislivello non trascurabile (circa 1300m) concentrato in uno sviluppo davvero breve (neanche 5km per la sola andata). La placconata finale potrebbe intimorire i meno esperti e più timorosi ma, se fatta con attenzione non presenta nessuna difficoltà particolare.
Arrivati ad Arvogno (1247m) lasciamo la macchina nel parcheggio di fronte al rifugio Arvogno e iniziamo a camminare. Si comincia seguendo la strada asfaltata in discesa che, passando di fianco alla stazione della seggiovia, porta fino al ponte sul Melezzo (1202m). Da qui il sentiero si impenna e si comincia finalmente a salire. Seguiamo le frequenti indicazioni per l'Alpe Verzasco e per la Pioda di Crana, addentrandoci in un bellissimo bosco di faggi. Il sentiero sale molto ripido e la presenza di molte foglie sul tragitto rende più difficoltosa la salita. Oltrepassiamo l'Alpe Verzasco (1333m) e poco dopo anche l'Alpe Borca (1475m). Non molto più avanti si esce dal bosco e davanti a noi compare la famosa placconata della Pioda. La vediamo lassù in alto, ancora abbastanza lontana. Il sentiero sale ora tra rocce ed erba alta, stretto e sempre molto ripido.
Ed infine eccoci al celebre trasverso della placconata. Il cavo in acciaio messo per tenersi rende il passaggio non particolarmente difficoltoso. Lo superiamo in tranquillità, quindi copriamo l'ultima decina di metri che ci separa dalla cime della Pioda di Crana. Dalla vetta il panorama è super e la bella giornata limpida ci offre una visuale che spazia dal Monte Rosa, alle cime del Devero e dell'alta Val formazza. Verso est e verso sud sono persino visibili le cime della Valtellina, del lecchese e laggiù in fondo gli Appennini.
La discesa lungo la stessa via della salita è abbastanza "spacca gambe" per via della ripidità del sentiero.
Escursione molto bella e abbastanza impegnativa per via del dislivello non trascurabile (circa 1300m) concentrato in uno sviluppo davvero breve (neanche 5km per la sola andata). La placconata finale potrebbe intimorire i meno esperti e più timorosi ma, se fatta con attenzione non presenta nessuna difficoltà particolare.
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