Pioda di Crana (2430 m) dalla Cresta Nord

Lasciamo l’auto in uno dei tanti parcheggi di Arvogno e proseguiamo a piedi per la strada asfaltata che diventa poi sterrata. Superato il ponte in cemento e ferro sul Rio Verzasco, continuiamo sull’evidente sentiero passando per l’alpe Verzasco. Un’infinita serie di gradini in pietra ci porta all’alpe Villasco dove ci rinfreschiamo alla fontana. Il sentiero si fa strada nel prato secco e superati gli ultimi alberi la vista si apre sul versante orientale della Pioda di Crana. Superata l’alpe i Motti, affrontiamo l’ultima salita su sentiero fino a giungere alla cappella San Pantaleone. Percorriamo ancora un breve tratto di sentiero in direzione lago di Panelatte per poi deviare per prati e pietraie in direzione ovest puntando all’evidente cresta. Raggiunta la comoda sella (Bocchetta della Pioda) ci prepariamo per affrontare la parte rocciosa. Da qui fino al primo risalto roccioso procediamo su facile cresta principalmente erbosa. Individuata la linea più logica e semplice del risalto, Raffaele inizia la scalata verticale, rimanendo poco a destra dello spigolo (25 metri, IV). Lo raggiungo con non molta difficoltà. Un breve traverso esposto (10 metri) sulla placca ci riporta sul verticale, ora più gradinato (50 metri, III), seguendo lo spigolo roccioso. Da qui si percorre in leggero traverso la parete, sempre molto gradinata e appoggiata, bensì i massi si facciano più instabili. Chiudo gli ultimi 50 metri risalendo terrazzìni erbose è un breve tratto roccioso per poi proseguire sull’ultimissimo tratto di sentiero che ci porta in vetta alla Pioda di Crana, sovrastata da un mega ometto. Dopo una breve pausa circondati da un panorama a tutto tondo riprendiamo il cammino. Dapprima raggiungiamo la vicinissima anticima dove, sotto la Madonna, lascio un messaggio di auguri alla mia “nipotina” sul il libro di vetta. Poi riprendiamo la discesa: un breve tratto attrezzato esposto sulla sommità delle impressionanti placche caratteristiche di questa cima e poi lungo sentiero ripido che corre lungo tutta la dorsale. Scendiamo tra l’erba alta facendo attenzione a non avere incontri ravvicinati con qualche vipera. Raggiunto il bosco di faggi l’ambiente si fa autunnale e la discesa più dolce. Seguendo i bolli bianco e rossi raggiungiamo l’Alpe Verzasco e da qui, per la medesima via di andata, fino la macchina.

Tempi di percorrenza: