Alpi Maiotta e Turiggia (per la Porta di Maiotta) - Valle Antrona


Publiziert von atal , 10. September 2019 um 00:28. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 7 September 2019
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 1150 m
Abstieg: 1150 m

L'Alpe Maiotta (IGM 1982 m) è uno degli alpi più estremi dell'Ossola per collocazione e scomodità di accesso. Sicuramente è uno dei meno visitati, perché è tagliato fuori sia dai sentieri segnalati, sia dai percorsi più usuali per raggiungere la principale cima della zona, la Punta Turiggia, a sua volta una meta pochissimo frequentata.

In corrispondenza all'alpe segnato sulla carta IGM troveremo un modesto baitello in rovina, già avvistato durante la visita a Fàrmign, con un rudere più piccolo alle spalle, a presidio di un pascolo sospeso su precipizi. Il nucleo più consistente come numero di edifici (almeno 5, tutti azzerati) e quello sicuramente più antico non è indicato sulle mappe - nemmeno sulla Mappa Rabbini, segno che a metà '800 aveva già perso di interesse - si trova più a Sud, su una spalla pianeggiante alla quota di 1924 m, in prossimità del canale che scende dalla zona dell'Alpe Turiggia. In assenza di altre informazioni, chiamo questo gruppo di ruderi Maiotta di Fuori.

Da notizie raccolte a Ronco, pare che il percorso usuale per Maiotta avvenisse da Pian La Bandera (IGM 1747 m) attraverso un passaggio noto come La Porta di Maiotta. Il passaggio, esposto e tutt'altro che agevole, consentiva l'accesso alla destra idrografica del vallone del Sajont, sopra la zona delle pareti che sbarrano l'accesso dal basso. Risulta che Maiotta sia stato caricato con manzette di piccola taglia fino alla fine dell'800. Poi solo bestiame minuto e quindi l'inevitabile abbandono, qui più giustificato che altrove.

L'inalpamento con bovini del soprastante Alpe Turiggia 2213 m (Rabbini: Oro di Torriggia, dove Oro è la solita storpiatura della voce dialettale corrispondente alla parola italiana Orlo), situato in una zona di giavine al colmo di un vallone a poca distanza dalla via normale alla Punta omonima, pare sia proseguito fino agli inizi del '900, con due percorsi di carico, uno che traversava dall'Alpe Camposecco e un altro che saliva sopra Maiotta di Fuori.

Il percorso dall'Alpe Scarone all'Alpe Turiggia, segnato sulle mappe, era un sentiero a pedui (cioè per soli bipedi e bestiame minuto), già ai tempi poco usato e pericoloso.

A questo proposito si veda l'ottima relazione di emanuele80 pubblicata di recente su questo sito (qui).

Avvertenze
I vecchi sentieri segnati sulla mappe IGM e CNS sono completamente scomparsi e non c'è nulla che aiuti a orientarsi su questi versanti complessi e dirupati, nemmeno i tagli. Il terreno è a tratti ripido e il percorso presenta tratti completamente soffocati dalla vegetazione (ontani e felci).
 

Il percorso
Con Ferruccio mi incammino dal piccolo parcheggio di quota 1077 m, di fronte al tabellone dei sentieri, che precede il bivio per l'Alpe Ronco.

Ci incamminiamo sul comodo percorso per Campliccioli e, dove questo spiana in prossimità della diga, in corrispondenza ad un masso con la scritta rossa "Antrona", prendiamo l'ampio sentiero che traversa in piano a destra (NE). Al suo termine volgiamo a sinistra (SO) per risalire una rampa costruita che porta nei pressi di alcune costruzioni in rovina. Qui prendiamo la traccia che traversa in mezzo alla felci fino ad una giavina. Il sentiero prosegue fino al rudere inferiore di Loro. Con percorso libero si risale il prato fino ai ruderi più alti (IGM 1620). Alle spalle delle baite si rinviene una traccia che risale inizialmente una rampa da sinistra a destra, indicata da qualche ometto. Con qualche cambio di direzione si giunge così a Pian La Bandera.
 
Da qui traversiamo senza traccia verso NE inizialmente in piano, poi a quote crescenti fino alla base di una parete. Giunti nei pressi della costa che delimita a NE il versante, facciamo diversi tentativi (perdendo quasi un ora) per trovare il passaggio della Porta di Maiotta, che alla fine troveremo a 1900 m di quota.

Si tratta di un colletto, preceduto da pochi miseri gradini, a stento riconoscibili come tali. Sul posto ci sono delle pietre disposte una sull'altra da mano umana. Il passaggio è al culmine della grande parete ben visibile anche da Antronapiana.

Varcata la soglia, si scende per pochi metri per attraversare un canalino (tracce di animali) e si compie quindi un traverso su terreno via via meno ripido ed esposto attraverso una fitta boscaglia che rende la progressione estremamente disagevole.

Giunti a Maiotta veniamo raggiunti dal gruppo dei velocisti, costituito dagli amici Zaza, Itineralp, Francesco e Stella, partiti più tardi di noi direttamente dalla diga di Campliccioli, opzione che permette di risparmiare circa 300 m di dislivello.

La salita prosegue aggirando a destra (N) la parete alle spalle di Maiotta, per risalire un tratto intricatissimo di ontani e felci e sbucare così nel vallone soprastante nei pressi di una giavina, dove una traccia guida verso un colletto che permette di accedere al vallone di Turiggia, un centinaio di metri sotto la quota dell'alpe. Qui ci aspetta già il velocissimo Zaza, che ci ha superati aggirando sulla destra (Est) il nostro percorso, su terreno più pulito dalla vegetazione ma più ripido.

Ricompattato il gruppo all'alpe Turiggia, traversiamo in piano al colletto con il rudere situato più a Sud e che si trova all'inizio dell'impegnativo percorso per l'Alpe Scarone. Anziché avviarci alla pericolosa e incerta traversata, scendiamo direttamente nel vallone erboso del Riale del Bisign, che si è rivelato un'ottima scorciatoia per raggiungere l'Alpe Curzell (IGM 1886; Rabbini: Corzolo).

Da Curzell si attraversa il canale alla quota dell'alpe si scende, con percorso facile ma a tratti poco chiaro, a Pian La Bandera, dove l'anello si chiude. Da qui rientreremo per il percorso dell'andata.

itineralp
Poco da aggiungere alla puntuale e curata descrizione di Atal, con cui per fortuite coincidenze di idee torno a condividere un'intensa giornata di ravanismo. Il versante è davvero cattivo, fa impressione pensare al povero diavolo che caricava Maiotta, un'alpe da iscrivere tra le più allucinanti come accesso, considerato anche il pascolo di cui "godeva". Il versante ha visto impegnate contemporaneamente ben tre squadre di ravanatori (strane coincidenze di progetti e divergenze di orari): Atal e Ferruccio come sempre mattinieri; Zaza, Stella, Francesco ed io a fungere da inseguitori sul medesimo percorso (pur scegliendo la cengia sbagliata...); Jacopo e altri due soci diretti anche loro a Maiotta ma passando da Farmign (e lì fermati dalla tossicità di quanto fatto e quanto restava da fare). Un grazie ad Atal per aver condiviso le scarne informazioni che aveva e che ci hanno permesso di raggiungerli a Maiotta.

Zaza:
Zwei kürzlich publizierte Berichte von atal und emanuele80 hatten unsere Aufmerksamkeit auf die wilde Südlanke der Punta Turiggia gelenkt. Das Gelände ist hier deutlich komplizierter als es die Schweizer LK 1:25000 vermuten lässt. Manche der einstigen Wege sind völlig zerfallen (so etwa derjenige östlich des Rio Sajont, der gemäss IGM sogar teilweise als "difficile" gekennzeichnet war) und andere gab es vermutlich nie in dieser Form (so etwa derjenige, der oberhalb des Campliccioli-Staudammes Richtung Turiggia zieht).

Hingegen hatten Ferruccio und Andrea vom ehemaligen Sindaco von Antrona-Schieranco in Erfahrung gebracht, dass die Tiere einst von Pian la Bandera (P. 1747) über ein Band ("La Porta di Maiotta") ins Tal des Rio Sajont und damit nach Maiotta geführt wurden. Wir haben den alten Zugang mit der Porta nicht genau gefunden, aber doch den Durchschlupf geschafft: Zuerst leicht ansteigend queren, wobei das Gelände immer steiler wird. Bevor der Rio Sajont sichtbar wird, wird der Hang fast senkrecht. Hier haben wir unter Nutzung des Gestrüpps (als Griffe) einen Duchschlupf gefunden. Dann aufsteigend durch sehr dichtes Kraut zu den sehr gründlich zerfallenen Trümmern von Maiotta di Fuori (ca. 1920 m) und weiter nach Maiotta (1982 m). Von hier gibt es verschiedene Möglichkeiten, um Turiggia zu erreichen - krautig und unbequem sind sie alle.

Die Querung von Turiggia nach Scarone ist zumindest beim Einstieg happig - vermutlich besser in umgekehrter Richtung zu begehen. Steil aber relativ einfach ist hingegen der Grashang nach Curzell. Dies ist heute zweifellos die sicherste Route, um die exklusive Welt der Alpe Turiggia zu besuchen. Das war jedenfalls eine prächtige Runde heute! 



Link alla relazione di itineralp
Link alla relazione di Ferruccio

Tourengänger: Zaza, itineralp, atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (4)


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ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 10. September 2019 um 09:28
Ho notato che Alpi Maiotta è diventato il nuovo posto alla moda dove si incontrano tutti i membri del Ravanage Jet Set!

Luoghi meravigliosi che ricordano un po 'Alpe Saler dal suo lato innatoignable. La scoperta della Porta di Maiotta (che esisteva solo nei ricordi di poche persone) deve essere stata uno dei momenti salienti della giornata.

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 10. September 2019 um 13:14
Ciao Christian. Ci sono voluti due sopralluoghi e un’intuizione, confermata da un incontro fortuito al termine di un giro altrimenti infruttuoso, per indirizzarci verso la Porta.

Solo che non sapevamo dove fosse esattamente e così è stato necessario fare più tentativi, sperimentando un alternarsi di stati d’animo contrastanti. Alla fine è stata una bella emozione scoprire uno dei passaggi più segreti dell’Ossola...

ariasottile hat gesagt:
Gesendet am 10. September 2019 um 09:34
Ciao Andrea e grazie per la citazione.
Immaginavo saresti tornato presto da quelle parti e lo hai fatto in grande stile; impressionanti quei versanti! Quindi esisteva anche dal basso un accesso a Turiggia. Ma è il percorso per Maiotta che lascia davvero di stucco: proprio un'esplorazione coi fiocchi!

Ciao,
Emanuele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 10. September 2019 um 13:22
Ciao Emanuele, la citazione non si poteva non fare...

Il percorso dal basso a Turiggia lo abbiamo inventato di sana pianta, osservando il versante, prima sulla mappa e poi nella foto scattata due anni fa, quando ancora non pensavo a Turiggia.

Quello di Maiotta invece è un interessantissimo frammento di storia “minore”...

Ciao,
Andrea


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