Punta Turiggia (2811 m), Scona d'Batagg (2763 m)


Publiziert von emanuele80 , 22. August 2019 um 16:46.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:14 August 2019
Wandern Schwierigkeit: T6- - schwieriges Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 10:45
Aufstieg: 1850 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada Gravellona Toce, quindi superstrada con uscita a Villadossola, dove si imbocca la Valle Antrona che si risale sino ad Antronapiana. Prendendo a sinistra, si sale verso il Lago di Antrona, dove si parcheggia in prossimità della sbarra per Campliccioli.
Kartennummer:map.geo.admin.ch

La Punta Turiggia, cima baricentrica posta a confine tra le valli Loranco e Troncone, è definita dall’Armelloni “il più bel punto panoramico sulle cime della Valle Antrona, particolarmente dalla Punta di Saas al Pizzo d’Andolla”. Dopo aver sfogliato la guida, la misi immediatamente nella lista dei programmi futuri, non sciogliendo però il dubbio sull’itinerario da percorrere per raggiungerla: la guida Andolla-Sempione è fin troppo ottimista, definendo con difficoltà escursionistica la via normale dal Bivacco Camposecco e non esprimendo valutazioni in merito alla variante che passa per l’Alpe Turiggia. Quest’ultimo percorso è però indicato sulla carta svizzera sino all’anno 2000, lungo un versante che a giudicare dalle curve di livello risulta precipite sul lago sottostante; l’interesse suscitato dalle poche informazioni raccolte è quindi sufficiente per farmi decidere di andare a verificare di persona l’esistenza o meno del sentiero in questione.

La gita sarà piuttosto lunga e faticosa, senza sentieri o tracce per buona parte del suo sviluppo.

Giusto per non farmi mancare nulla, parto da Antronalago, nonostante la sbarra per Campliccioli sia aperta. Il percorso è ben segnalato fino al poggio dell’Alpe Scarone e, qui giunto, mi illudo di trovare la traccia che traversa verso E il pianoro, ma l’unico riferimento visibile è un ometto in lontananza che raggiungo piuttosto agevolmente e che mi conferma di essere sulla strada giusta. Qui viene il bello. Il sentiero, se così si può chiamare, altro non è che una cengia erbosa vertiginosa che contorna alla base i crestoni meridionali della Punta Turiggia e dove qualsiasi traccia di passaggio umano sul terreno è praticamente scomparsa; l’abbandono del luogo è quindi completo (stambecchi a parte) anche se, di tanto in tanto, la presenza di alcuni segni del passato (tacche sulla roccia, croce in legno, balma) confermano la bontà del percorso. Avanzare richiede concentrazione e prudenza, una scivolata sarebbe imperdonabile: a volte procedo rasente alla parete e gli attraversamenti dei vari corsi d’acqua risultano delicati vista la ripidità del versante. Raggiunto l’ennesimo rio, questa volta più ampio, noto con un certo sollievo che un ripido canalone erboso e poi roccioso permette di raggiungere la cresta soprastante piuttosto facilmente, anche se prima decido di proseguire lungo il tracciato indicato sulla CNS nonostante la mancanza di riferimenti, pensando di tenere la variante del canalone come alternativa. Sommitato quindi un marcato crestone, mi appare un gruppo di ruderi posti sul culmine della dorsale successiva: raggiungerli, dalla posizione in cui sono, mi sembra piuttosto azzardato, per cui opto di ritornare sui miei passi per traversare in salita il canalone precedente e portarmi a ridosso della cresta SSE dove confido che la vista mi si apra concedendomi una maggiore interpretazione del luogo. Arrivato alla sommità, sbuco in una bucolica conca dove finalmente la meta si fa chiara ed anche la via per arrivarci. Nei pressi di un rudere, ecco apparire un centinaio di metri più sotto anche quello che resta dell’Alpe Turiggia: tre baite adagiate su un poggio panoramico, delle quali rimangono a malapena le mura. Era quindi corretto continuare a traversare (dove precisamente non mi è dato saperlo) per raggiungere la cresta più in basso. Fatto sta che ho guadagnato 100 metri di salita, ora non mi resta che coprire i restanti 500 di dislivello tra detriti, pietraie e liste erbose mantenendomi il più possibile a ridosso del crestone SSE che scende dalla cima. Giunto in vista del Passo Turiggia, piego a sinistra e faticosamente risalgo gli ultimi metri fino alla vetta, contrassegnata da un bastone ed un cumulo di pietre.

Il panorama è effettivamente splendido e la giornata pure, serena, ventilata e per nulla calda, peccato siano già le 13 passate e la via del ritorno una vera incognita. Male che vada tornerò per la via di salita ma un tentativo lo voglio fare: inizio dunque a scendere verso il Passo Turiggia per sommitare poi la Scona d’Batagg che è a un tiro di schioppo. Mi calo quindi nel vallone percorso in precedenza, raggiungendone stavolta la base in corrispondenza di una zona umida nei pressi della quale pascola placidamente un bel gruppo di stambecchi. Restando più a E rispetto alla salita, il percorso risulta più comodo, inizialmente su agevoli lastoni e poi principalmente su erba e qualche roccetta. Raggiunta nuovamente la cresta SSE, nei pressi però della quota 2480 m, decido di provare a scendere in direzione del Bivacco Camposecco, lungo quella che sulla guida di Armelloni è considerata la via normale. Non sono presenti segni di passaggio, il versante è molto ripido e solcato da creste rocciose tra una valletta erbosa e la successiva. Purtroppo, la mancanza di tracce non mi consente di capire in quale direzione puntare, quello che posso fare è traversare ad intuito con un occhio all’altimetro cercando di perdere meno quota possibile (sono solo 130 metri di dislivello per scendere al bivacco). Peccato però che non sia riuscito ad arrivare a capo della tormentata orografia del versante e, dopo due tentativi (il primo basso ed il secondo più alto), molto dispendiosi energicamente in un mondo praticamente verticale, vista l’ora tarda ho deciso di ritornare sui miei passi e rientrare lungo la via di salita, anch’essa non di certo una passeggiata.

Giunto all’Alpe Scarone e poi nuovamente a valle, si chiude un’avventura per certi versi memorabile, un’immersione in luoghi dimenticati dei quali la natura si è rimpossessata completamente. L’escursione di per sé potrebbe chiudersi già all’Alpe Turiggia, ma la salita alla cima permette di godere di un panorama invidiabile e la possibilità di percorrere il selvaggio vallone SE, all’interno del quale la fauna selvatica vive lontano dalle folle estive dei laghi sottostanti.


Tourengänger: emanuele80
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Kommentare (16)


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ciolly hat gesagt:
Gesendet am 22. August 2019 um 22:13
Bell'ambiente…
Bravo!
un ottima scelta
Adry

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. August 2019 um 09:34
Grazie Adriano,
luoghi che tu conosci bene...
Molto wild il percorso fino all'Alpe Turiggia e obiettivamente anche pericoloso: massimo rispetto per gli alpigiani di un tempo. Dopodiché si apre un vallone da favola!

Ciao,
Emanuele

atal hat gesagt:
Gesendet am 23. August 2019 um 08:41
Complimenti Emanuele, quell’ambiente è veramente difficile e abbandonato come pochi altri. Ho tentato anch’io di percorrere il vecchio sentiero da Scarone ma sono passato più in alto rispetto a te, senza trovare segni inconfutabili di passaggio (che tu invece hai trovato...) e, scoraggiato dalla pendenza e dall’esposizione, ho rinunciato...

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. August 2019 um 09:29
Ciao Andrea,
ti dico la verità: sono stato anch'io più volte sul punto di rinunciare, soprattutto all'inizio, ma su queste pendenze (e lo sai meglio di me) basta spostarsi di 2-3 mt e cambia tutta la prospettiva. E così, un passettino alla volta, sono andato avanti.
L'ometto posto sul margine del poggio di Scarone consente di capire dove inizia la traversata e poi il percorso è sostanzialmente obbligato. Dopo il rio a 2100 m di quota si aprono invece molteplici possibilità di salita e non si capisce bene in quale direzione proseguire; quella del canalone resta quindi la soluzione più semplice per raggiungere i pianori alti. Incredibile comunque che su un versante del genere passasse un sentiero...

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. August 2019 um 19:53
La tua determinazione e il tuo coraggio sono stati premiati. Se io avessi trovato dei segni di passaggio all’inizio, come quelli che hai trovato tu, avrei insistito. Nel mio caso lo scopo era trovare il percorso per l’alpe, quindi continuare a tutti i costi senza segni inconfutabili del vecchio sentiero non avrebbe avuto senso.

Comunque, complimenti anche per aver trovato il modo di uscirne con un percorso diverso al ritorno. Chapeau!

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 23. August 2019 um 09:34
Bellissima e avventurosa salita... complimenti per aver trovato la via giusta in solitaria..
Ciao

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. August 2019 um 09:42
Grazie, in questi casi la CNS è, come spesso accade, di grande aiuto.
Più che altro è stato difficile mantenere alta la determinazione a proseguire su una pendenza simile. Finito un passaggino, mi chiedevo "ma cosa mi aspetta dopo??" e così via. Il fascino dell'avventura...

wildfrog hat gesagt:
Gesendet am 24. August 2019 um 13:46
I posti, la descrizione e le foto lasciano senza fiato (immaginando anche la fatica)

Per quanto valgono... complimenti!!!

PS:
la carta CH 1329 riporta fedelmente il tracciato dell'IGM anno 1935
Dovrebbe esserci un sentiero che dall'Alpe Turiggia scende "direttamente" al Lago di Antrona. Cosa ne pensi? (forse è quello percorso da @Atal per l'Alpe Farmign...)

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2019 um 22:25
Grazie per i complimenti...
Sicuramente uno degli accessi dal Lago di Antrona all'Alpe Turiggia avveniva da Fàrmign. Ma esisteva anche un percorso, forse ancora più diretto, che saliva all'alpeggio sul versante destro idrografico del Rio Sajont, segnato sulla vecchia CNS. Ma ignoro se ne sia rimasta traccia o meno...

wildfrog hat gesagt: RE:
Gesendet am 27. August 2019 um 14:35
ciao

Ti tengo d'occhio

:-)))))
(ancora complimenti, ieri ho accompagnato un gruppo di turisti tedeschi a fare il giro del lago di Antrona + diga Campliccioli e guardavo il versante... impressionante. Uno del gruppo mi ha chiesto se ero preoccupato della meteo visto che guardavo in alto e quando gli ho risposto che cercavo di capire doove potevano essere degli alpeggi mi ha detto che è impossibile ci fosse qualcosa lassù!)

Alpingio hat gesagt:
Gesendet am 25. August 2019 um 17:20
Che bei posti..
Giovanni

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2019 um 22:26
Si Giovanni, davvero meravigliosi.
Come tutta l'Ossola dopotutto.

Ciao,
Emanuele

ChristianR hat gesagt:
Gesendet am 10. September 2019 um 09:15
Straordinario! Senza essere religioso, la scoperta di questa modesta croce di legno che risale al passato deve essere stata un momento emozionante ...

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 11. September 2019 um 14:51
Certo, le tracce del passato regalano sempre emozioni quando s'incontrano. In questo caso è stata anche di conforto perché mi ha fatto capire di essere sulla strada giusta.

Ciao,
Emanuele

Faustilla hat gesagt:
Gesendet am 11. September 2019 um 17:31
Ciao Emanuele, complimenti per l'intuito e la determinazione! Un paio di anni fa con un amico volevamo ripercorre quel vecchio sentiero di cui ci avevano parlato dei vecchi alpigiani del posto, da Scarone ci abbiamo messo un po' di tentativi ma alla fine abbiamo trovato la traccia giusta e cercato di rendere più visibile l'ometto all'inizio per ricordarci le volte successive, Siamo arrivati fino alla croce di legno, che sì da conforto però quel canale era davvero "aereo" e non ce la siamo sentita di passare, da lì siamo dunque saliti in verticale e attraversato più sopra fino all'alpe Turiggia. Ma adesso la tua relazione fa venir voglia di riprovarci con qualche convinzione in più che "si passa". Grazie! :-D

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 12. September 2019 um 09:02
Per passare si passa, ma mentre percorrevo la cengia in effetti pensavo "ma dove diavolo sto andando a cacciarmi?" :)
L'ometto all'inizio della traversata risulta in effetti provvidenziale, per cui grazie di averlo "rinforzato".
Comunque sono stato anch'io tentato di risalire i pendii soprastanti per raggiungere Turiggia più direttamente, preferendo generalmente il ripido ai traversi, ma avevo paura di incontrare qualche passaggio non superabile. Potrebbe essere una salita alternativa.

Ciao,
Emanuele


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