Grotta delle Mani e Balma dell'Oro Bello - Valle Antrona


Publiziert von atal , 11. September 2019 um 23:57.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:31 August 2019
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 400 m
Abstieg: 400 m

La Valle Antrona è particolarmente ricca di incisioni rupestri, dalla pietra del Merler, alla stele di Andolla, alla Pietraforata, sul cui significato e origini sono state fatte diverse ipotesi, più o meno convincenti. In ogni caso si tratta di una valle ricca di segni che testimoniano la presenza umana anche nei luoghi più impervi e di difficile accesso.

La Grotta delle Mani è uno di questi. Si tratta di una piccola grotta di faglia a circa 1450 m nel vallone del Riale del Tciavei (pendici meridionali del Monte Pozzuoli), ed è chiamata così perché al suo ingresso sono presenti cinque incisioni a forma di mano, che affiancano dei più comuni affilatoi. La scoperta è stata fatta da Flavio Gamberoni il 15/07/2012 e il sito è stato documentato sull'Almanacco Ossolano 2014 - Ed. Grossi. "Per raggiungerlo non esiste un sentiero evidente, la zona appare estremamente selvaggia e non scevra di pericoli dati dalla pendenza e instabilità dei passaggi su frana. [...] Non esistono leggende o testimonianze storiche e tantomeno notizie o scritti al riguardo..." (Op. cit.)
 
Segue un'accurata disamina ma manca un'indicazione precisa sull'ubicazione e sul percorso da fare per raggiungere la grotta.

L'unico riferimento per identificare la cavità è costituito da una foto sul libro di Pier Franco Midali "Oltre l'Ignoto - Viaggio nella Valle Antrona Preistorica" da cui si può notare che, davanti all'ingresso, ci sono piante di noccioli.

Da notizie raccolte a Ronco in una precedente occasione, siamo venuti a sapere che la grotta si trova lungo un percorso di accesso a Fàrmign, più diretto rispetto a quello, già noto, che parte dalla cascata del Sajont. Nei pressi della grotta c'è anche una balma nota localmente con il nome di Balma dell'Oro Bello, così chiamata perché si trova nei pressi di una costa (o orlo) in posizione panoramica.


Annotazioni
Non ci sono sentieri né tagli per raggiungere la Grotta delle Mani e l'ambiente è selvaggio e non banale.
Il modo più diretto per raggiungere la grotta è il percorso seguito al ritorno, cioè la risalita del canale di Tciavei (degli scalpellini). Il terreno è franoso ma rimane comunque l'opzione più consigliabile.

Del vecchio percorso per Fàrmign (di cui abbiamo visto solo un tratto iniziale) sembra che non rimanga nulla. Un vecchio chiodo di ferro fatto a mano, abbandonato in una nicchia di roccia, è l'unica testimonianza di una passata frequentazione.
Molto probabilmente un tempo erano presenti dei gradini e delle rudimentali attrezzature, del tipo di quelle che si incontrano salendo a Fàrmign dalla cascata del Sajont. Allo stato attuale sembra preferibile esplorare il percorso in discesa, eventualmente usando una corda per le calate.


Il percorso
Lasciata l'auto nel piccolo parcheggio prima del bivio per l'Alpe Ronco (IGM 1077), con Ferruccio mi incammino lungo il sentiero ufficiale per Campliccioli. Abbandoniamo il sentiero dopo pochi minuti, in favore di una traccia che si inoltra nel bosco a destra (N) passando accanto ad una balma. Incrociata così la nuova strada asfaltata che da Ronco sale verso il bacino, la attraversiamo e arriviamo su una strada sterrata. Nuovamente nel bosco, attraversiamo il Riale dal Prei e risaliamo senza traccia la dorsale che definisce la destra idrografica del canale. Il terreno è imboscato, ripido e a tratti roccioso. Giunti sul colmo della dorsale, ci affacciamo sul canale del Riale di Tciavei, dove si nota subito il grande masso della Balma dell'Oro Bello.
Risaliamo per un tratto la dorsale, in parte rocciosa, fino ad un punto in cui si incrocia il burdion della teleferica di Fàrmign. Da qui scendiamo agevolmente nel canale e raggiungiamo la Balma dell'Oro Bello.

Per trovare la grotta, ci portiamo sotto le pareti sulla destra idrografica del canale. Scartata a priori la grande cavità che si vede in alto a sinistra perché l'ingresso è troppo ampio è privo di vegetazione rispetto alla foto vista sul libro del Midali, rasentiamo le pareti in senso orario, passando alle spalle della balma, fino a scavalcare la dorsale erbosa a Est e risalire anche la testata del canale successivo.

Ritornando verso la Balma dell'Oro Bello, Ferruccio nota finalmente la Grotta delle Mani nel punto in cui la dorsale a Est del Riale di Tciavei si fonde con la parete sovrastante. Entrando nella grotta, si notano sulla sinistra dapprima incisioni di affilatoi e poi, meno evidenti, le mani. Una si trova sopra gli affilatoi, le altre sono a sinistra.

Dalla grotta una traccia traversa in direzione del canale principale del Riale di Tciavei e, sfruttando una sorta di cengia, permette di accedere alla zona intermedia del vallone. Questo era sicuramente il percorso che facevano per salire a Fàrmign direttamente da Ronco, perché non ci sono altri punti deboli su questo versante. Entrati nell'imbuto erboso intermedio, lo risaliamo senza però trovare un modo ragionevole per superare la fascia rocciosa soprastante.

Per il pomeriggio sono previste piogge e quindi rimandiamo l'esplorazione ad una giornata migliore. Ritorniamo alla grotta e scendiamo inizialmente lungo la dorsale seguendo una labile traccia che termina nei pressi del burdion già notato all'andata. Ci abbassiamo nuovamente sul fondo del canale del Riale di Tciavei e lo discendiamo integralmente fino ad arrivare sul sentiero per Campliccioli tra Ronco e la cascata del Sajont.

Il fondo del canale è costituito da una colata di massi, in parte instabili. Si tratta di una soluzione scomoda e che richiede attenzione ma tutto sommato risulta abbastanza veloce da percorrere e più sicura rispetto al percorso dell'andata.

Link alla relazione di Ferruccio

Tourengänger: atal
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