Alpe e Punta Turiggia - Valle Antrona
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L’alpe Turiggia è uno degli alpeggi più sperduti e di difficile accesso della valle Antrona raramente visitato da escursionisti. Si trova su quel versante ripido e impervio sopra al lago di Campliccioli che culmina con la Punta Turiggia a quota 2811 m. Qui si trovano diversi ruderi di alpeggi posizionati uno sopra all’altro quasi in verticale negli unici posti un po’ “piani”. Già da un pò osservavo questo versante e mi chiedevo se ci fosse qualche modo di salirci per esplorare quegli alpeggi dimenticati e poi salire fino alla Punta Turiggia. In rete si trovano poche informazioni, nel sito www.in-valgrande.it, vera bibbia per le escursioni in tutta l'Ossola dove c'è la relazione della esplorazione di questo versante passando per l’alpe Maiotta (altro alpeggio dimenticato in una posizione ancora più impervia e remota) e scendendo per il canale del rio del Bisign che io affronterò invece in salita, percorso più semplice di quello molto più complicato dell’alpe Maiotta che non mi sento di affrontare senza prima una certa conoscenza di questo versante. Ci sono due altre belle relazioni su hikr di atal che si riferisce allo stesso giro di in-valgrande, e di emanuele80 che ha attraversato il versante dall'alpe Scarone.
Parto in solitaria dalla strada del lago di Antrona in corrispondenza dell’inizio del sentiero C34 che passando dall’alpe Ronco porta al lago di Campliccioli. Qui ci sono diversi spiazzi per lasciare l’auto. Mi incammino abbastanza presto verso le 7 perché il mio progetto prevede, dopo aver raggiunto l’alpe Turiggia, di salire alla sovrastante Punta Turiggia che già da molto tempo mi affascina per il suo isolamento e la mancanza di relazioni il che me la fa rendere ancora più appetibile per le incognite della salita, per poi scendere verso il lago Ciapivul e da lì risalire alle Coronette di Camposecco e scendere per il relativo lago e l’alpe Scarone tornando al Campliccioli. Sono 2000 metri di dislivello positivo quasi tutti senza sentiero e la discesa iniziale dalla Punta Turiggia non so se sarà facile o mi opporrà seri problemi. Sono già salito l’anno scorso al lago Ciapivul per la val Loranco e guardando il versante verso la Punta Turiggia mi è sembrato comunque che la cosa si potesse fare.
Poco prima del lago di Campliccioli prendo un sentiero un po’ nascosto tra l’erba a destra ma che già conoscevo essendomi già avventurato qualche anno fa fino all’alpe Loro. Il sentiero, ora diventato solo una traccia senza più segni, tornando un po’ indietro e poi con una rampa su una massicciata di sassi arriva dove ci sono delle vecchie costruzioni abbandonate e poi dopo aver attraversato una zona infestata da alte felci giunge al primo nucleo dell’alpe Loro. Salgo alle spalle un erto pendio tra l’erba alta fino alle baite superiori e seguendo una labile traccia ma più per intuito arrivo ai ruderi dell'alpe Piano Bandiera. Qui il percorso si fa più incerto e impervio ma sapendo che devo arrivare al canale del rio del Bisign in prossimità dell’alpe Curzel mi avvio in quella direzione ed entro nel canale lasciando a sinistra il poggio dell’alpe Curzel. Il canale è molto ripido e a volte devo aggrapparmi con le mani all’erba per salire ma non presenta difficoltà e salgo liberamente un po’ a destra e un po’ in centro. Prendo quota velocemente e così giungo in vista del colletto di quota 2250 sulla destra dove c’è un rudere che segnala che dall’altra parte c’è l’alpe Turiggia. Vi arrivo dopo circa tre ore dall’inizio e la mia emozione è grande essere qui in questo luogo tanto sperduto, selvaggio e tanto sognato. Gironzolo tra i ruderi pensando a come doveva essere la vita un tempo in questo luogo così remoto e solitario. Giungere fino qui non è uno scherzo anche se magari un tempo i sentieri erano più mantenuti. Comunque si gode un panorama bellissimo, una balconata sulla valle Antrona e starei ore fermo in questo silenzio a contemplare il paesaggio ma il giro è ancora lungo e così lascio questo luogo selvaggio di pace, e risalendo il pendio alle spalle dei ruderi mi avvio verso la punta Turiggia.
Risalgo pietraie e corridoi erbosi senza difficoltà stando ai piedi della cresta sud est che scende dalla cima e in breve giungo al punto più basso tra la Punta Turiggia e la Scona d’Batagg che dovrebbe essere il passo Turiggia. Scendere dall'altra parte qui non è possibile per un escursionista non attrezzato in quanto c'è una parete verticale di alcuni metri. Devio a sinistra e risalgo il crestone verso la cima dando ogni tanto un occhio al di là della cresta per trovare il punto più facile per scendere. Lo trovo in corrispondenza di un intaglio dove la discesa pare facile. Arrivo in cima dopo quasi cinque ore dalla partenza con un cielo terso e un panorama che abbraccia tutte le cime della valle Antrona, dalla punta di Saas all’Andolla in primo piano, al pizzo di Ton, si vede il monte Leone, il lago di Camposecco da dove scenderò. Sulla cima solo un ometto e dei paletti di legno null’altro a indicare presenza umana cosa che fa pensare a quanto poco frequentata sia questa cima ma che me la fa piacere ancora di più. La solitudine è totale e dopo una mezz’oretta di contemplazione inizio a scendere lentamente quasi a non volermi separare da questo luogo.
Arrivo all’intaglio, che si trova una cinquantina di metri di dislivello sotto alla cima unico punto mi è sembrato dove la discesa è fattibile, e scendo dall’altro versante con precauzione i primi metri di sfasciume instabile e molto ripido per poi proseguire su una snervante pietraia in direzione del lago Ciapivul che si vede e mi indica la direzione. Per arrivarci compio un largo semicerchio a destra per evitare il pendio più ripido sopra al lago. Inizio a sentire un po’la stanchezza e al lago, posto idilliaco e solitario forse uno dei più bei laghetti della valle Antrona, mi riposo un po’ mangiando biscotti e barrette per reintegrare energie che mi serviranno per la risalita alle Coronette di Camposecco. Il lago Ciapivul è un altro luogo da cui non andrei mai via, l’anno scorso mi ero fermato sulle sue sponde più di tre ore a sonnecchiare e ad ammirare il paesaggio, ma oggi devo proseguire e complice l’arrivo di un nutrito gruppo di allegri gitanti inizio la dura risalita al passo Coronette altri trecento metri di dislivello che fanno arrivare il totale a duemila netti. Seguo il ripido sentiero segnato fino al passo, e dall’altra parte scendo quasi verticalmente per un camino attrezzato con catene per poi giungere in breve alla diga del lago di Camposecco. Qui ammiro il nuovo bivacco molto bello anche se c’è l’ordine di inagibilità. Devo rifornirmi di acqua così arrivo fino al primo ruscello che si immette nel lago ai piedi del versante che sale alla Punta di Saas altro bel giro fatto qualche anno fa. La discesa dal lago di Camposecco verso Campliccioli la conosco molto bene avendola fatta diverse volte così mi rilasso sulle rive del lago avendo ormai percorso la parte più difficile e incerta del giro. Scendendo nei pressi dell’alpe Banella e Curzut si vede bene il costone dove passa il primo tratto della salita con l’alpe Loro in basso e gli altri in scaletta sopra. Ormai è sera e non c’è più nessuno al lago di Campliccioli e così soddisfatto ma anche quasi distrutto dalla fatica scendo per il sentiero percorso all’andata ripassando dal bivio chiudendo così questo bellissimo anello forse uno tra i più belli da me percorsi in valle Antrona.
La principale difficoltà di questo percorso è che nel tratto dal bivio prima del lago Campliccioli alla Punta Turiggia non si percorrono sentieri segnati ma solo una lieve traccia fino all'alpe Piano Bandiera e poi si sale a vista scegliendosi il percorso migliore un pò a intuito. L'ambiente è selvaggio e totalmente solitario. Anche la discesa al lago Ciapivul dalla cresta non è da sottovalutare in quanto si svolge soprattutto all'inizio su sfasciumi instabili e ripidi.
Parto in solitaria dalla strada del lago di Antrona in corrispondenza dell’inizio del sentiero C34 che passando dall’alpe Ronco porta al lago di Campliccioli. Qui ci sono diversi spiazzi per lasciare l’auto. Mi incammino abbastanza presto verso le 7 perché il mio progetto prevede, dopo aver raggiunto l’alpe Turiggia, di salire alla sovrastante Punta Turiggia che già da molto tempo mi affascina per il suo isolamento e la mancanza di relazioni il che me la fa rendere ancora più appetibile per le incognite della salita, per poi scendere verso il lago Ciapivul e da lì risalire alle Coronette di Camposecco e scendere per il relativo lago e l’alpe Scarone tornando al Campliccioli. Sono 2000 metri di dislivello positivo quasi tutti senza sentiero e la discesa iniziale dalla Punta Turiggia non so se sarà facile o mi opporrà seri problemi. Sono già salito l’anno scorso al lago Ciapivul per la val Loranco e guardando il versante verso la Punta Turiggia mi è sembrato comunque che la cosa si potesse fare.
Poco prima del lago di Campliccioli prendo un sentiero un po’ nascosto tra l’erba a destra ma che già conoscevo essendomi già avventurato qualche anno fa fino all’alpe Loro. Il sentiero, ora diventato solo una traccia senza più segni, tornando un po’ indietro e poi con una rampa su una massicciata di sassi arriva dove ci sono delle vecchie costruzioni abbandonate e poi dopo aver attraversato una zona infestata da alte felci giunge al primo nucleo dell’alpe Loro. Salgo alle spalle un erto pendio tra l’erba alta fino alle baite superiori e seguendo una labile traccia ma più per intuito arrivo ai ruderi dell'alpe Piano Bandiera. Qui il percorso si fa più incerto e impervio ma sapendo che devo arrivare al canale del rio del Bisign in prossimità dell’alpe Curzel mi avvio in quella direzione ed entro nel canale lasciando a sinistra il poggio dell’alpe Curzel. Il canale è molto ripido e a volte devo aggrapparmi con le mani all’erba per salire ma non presenta difficoltà e salgo liberamente un po’ a destra e un po’ in centro. Prendo quota velocemente e così giungo in vista del colletto di quota 2250 sulla destra dove c’è un rudere che segnala che dall’altra parte c’è l’alpe Turiggia. Vi arrivo dopo circa tre ore dall’inizio e la mia emozione è grande essere qui in questo luogo tanto sperduto, selvaggio e tanto sognato. Gironzolo tra i ruderi pensando a come doveva essere la vita un tempo in questo luogo così remoto e solitario. Giungere fino qui non è uno scherzo anche se magari un tempo i sentieri erano più mantenuti. Comunque si gode un panorama bellissimo, una balconata sulla valle Antrona e starei ore fermo in questo silenzio a contemplare il paesaggio ma il giro è ancora lungo e così lascio questo luogo selvaggio di pace, e risalendo il pendio alle spalle dei ruderi mi avvio verso la punta Turiggia.
Risalgo pietraie e corridoi erbosi senza difficoltà stando ai piedi della cresta sud est che scende dalla cima e in breve giungo al punto più basso tra la Punta Turiggia e la Scona d’Batagg che dovrebbe essere il passo Turiggia. Scendere dall'altra parte qui non è possibile per un escursionista non attrezzato in quanto c'è una parete verticale di alcuni metri. Devio a sinistra e risalgo il crestone verso la cima dando ogni tanto un occhio al di là della cresta per trovare il punto più facile per scendere. Lo trovo in corrispondenza di un intaglio dove la discesa pare facile. Arrivo in cima dopo quasi cinque ore dalla partenza con un cielo terso e un panorama che abbraccia tutte le cime della valle Antrona, dalla punta di Saas all’Andolla in primo piano, al pizzo di Ton, si vede il monte Leone, il lago di Camposecco da dove scenderò. Sulla cima solo un ometto e dei paletti di legno null’altro a indicare presenza umana cosa che fa pensare a quanto poco frequentata sia questa cima ma che me la fa piacere ancora di più. La solitudine è totale e dopo una mezz’oretta di contemplazione inizio a scendere lentamente quasi a non volermi separare da questo luogo.
Arrivo all’intaglio, che si trova una cinquantina di metri di dislivello sotto alla cima unico punto mi è sembrato dove la discesa è fattibile, e scendo dall’altro versante con precauzione i primi metri di sfasciume instabile e molto ripido per poi proseguire su una snervante pietraia in direzione del lago Ciapivul che si vede e mi indica la direzione. Per arrivarci compio un largo semicerchio a destra per evitare il pendio più ripido sopra al lago. Inizio a sentire un po’la stanchezza e al lago, posto idilliaco e solitario forse uno dei più bei laghetti della valle Antrona, mi riposo un po’ mangiando biscotti e barrette per reintegrare energie che mi serviranno per la risalita alle Coronette di Camposecco. Il lago Ciapivul è un altro luogo da cui non andrei mai via, l’anno scorso mi ero fermato sulle sue sponde più di tre ore a sonnecchiare e ad ammirare il paesaggio, ma oggi devo proseguire e complice l’arrivo di un nutrito gruppo di allegri gitanti inizio la dura risalita al passo Coronette altri trecento metri di dislivello che fanno arrivare il totale a duemila netti. Seguo il ripido sentiero segnato fino al passo, e dall’altra parte scendo quasi verticalmente per un camino attrezzato con catene per poi giungere in breve alla diga del lago di Camposecco. Qui ammiro il nuovo bivacco molto bello anche se c’è l’ordine di inagibilità. Devo rifornirmi di acqua così arrivo fino al primo ruscello che si immette nel lago ai piedi del versante che sale alla Punta di Saas altro bel giro fatto qualche anno fa. La discesa dal lago di Camposecco verso Campliccioli la conosco molto bene avendola fatta diverse volte così mi rilasso sulle rive del lago avendo ormai percorso la parte più difficile e incerta del giro. Scendendo nei pressi dell’alpe Banella e Curzut si vede bene il costone dove passa il primo tratto della salita con l’alpe Loro in basso e gli altri in scaletta sopra. Ormai è sera e non c’è più nessuno al lago di Campliccioli e così soddisfatto ma anche quasi distrutto dalla fatica scendo per il sentiero percorso all’andata ripassando dal bivio chiudendo così questo bellissimo anello forse uno tra i più belli da me percorsi in valle Antrona.
La principale difficoltà di questo percorso è che nel tratto dal bivio prima del lago Campliccioli alla Punta Turiggia non si percorrono sentieri segnati ma solo una lieve traccia fino all'alpe Piano Bandiera e poi si sale a vista scegliendosi il percorso migliore un pò a intuito. L'ambiente è selvaggio e totalmente solitario. Anche la discesa al lago Ciapivul dalla cresta non è da sottovalutare in quanto si svolge soprattutto all'inizio su sfasciumi instabili e ripidi.
Tourengänger:
antrobi

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