Dopo la due giorni al Balfrin, mi concedo una giornata tranquilla. La meta la scelgo tra quelle easy che avevo scritto nella mia lista. La Tête des Etablons. Parto leggero da La Tzoumaz, un centro turistico che conosco appena. Bastoncini da nordic, scarpe da trail e zainetto. Un tratto su strada asfaltata, poi prendo la sterrata che porta all’alpeggio di Chassoure e prosegue fino a Les Plans. La mia meta è, un po’ anonima, sulla mia destra. Salita su sentiero fino al Col des Mines. Di lì, si svalica in un mondo pieno di gente. Verbier, d’altronde è sotto di me, nella sua enormità. Lo sguardo va fino al Grand Combin, anche se oggi la giornata non è molto tersa. Il sentiero ora prosegue in orizzontale, passando fisicamente “attraverso” una distesa di paravalanghe. Un cartellone racconta di come il disboscamento scellerato perpetrato nel corso dei secoli ha finito per esporre Verbier al pericolo delle valanghe. A questo punto, l’unico rimedio fu quello di creare delle installazioni che lo proteggessero. Ancor oggi si vedono i resti delle più antiche, realizzate con dei muri a secco, sostituite nel tempo da quelle moderne presenti su tante montagne. Giunto in prossimità di un colletto, abbandono il sentiero che prosegue sempre in orizzontale e salgo alla Tête des Etablons. Qualche foto e torno indietro da questo stesso sentiero (la cresta WNW non è fattibile con le scarpette da trail!) e quindi raggiungo la Croix de Cœur. Lì la gente è ancora di più (c’è una strada asfaltata che unisce i due versanti). A questo punto ne approfitto per fare un po’ di allenamento e mi lancio in discesa verso La Tzoumaz.
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