Traversata Pizzo Nona - Pizzo Ragno

Una gita di tanti anni fa, i ricordi sono un po' annebbiati ma con alcuni punti ben presenti: il verde della valle, i resti dell'escavazione delle pietre ollari al Sasso Bianco e, soprattutto, l'esposizione sul tratto di cresta fra il Pizzo Nona ed il Pizzo Ragno.
Si lascia l'auto a Patqueso, si deve arrivare abbastanza presto perchè i posti auto sono pochissimi, si scende al ponte che attraversa la Loana e poi si attraversa quello che supera il Riale del Basso, il sentiero segue il corso di questo torrente con brevi saliscendi e raggiunge l'Alpe Basso dove devia a destra ed inizia a salire verso l'Alpe Cedo dove si trova l'omonimo rifugio del CAI Vigezzo ricavato da una delle baite del nucleo.
Da qui passiamo il torrente del Castello, raggiungiamo l'Alpe Geccio e ci dirigiamo verso i laghetti passando accanto al Castello: un affioramento di Serpentino dove si vedono chiaramente le semisfere dovute all'estrazione della pietra ollare.
Superati i laghetti, il più alto ancora ghiacciato, raggiungiamo il Sasso Bianco, un grande affioramento di Quarzite, a questo punto non ci resta che seguire la cresta, larga e senza difficoltà e salire al Pizzo Nona, praticamente un'anticima del ben più possente Pizzo Ragno.
La traversata verso Est che ci porterà alla nostra meta è un po' più delicata: nonostante vi sia un buon sentiero sulla quasi totalità del percorso vi sono anche alcune roccette esposte per superare il profondo intaglio posto poco oltre il Pizzo Nona.
Comunque le difficoltà sono elementari e arriviamo rapidamente in vetta al Pizzo Ragno con la sua croce metallica. Per la discesa seguiamo il buon sentiero che sul versante Sud ci riporta ai Laghi del Geccio da cui ripercorriamo il sentiero di salita.

Bella gita, purtoppo con tempo non eccezionale. Le difficoltà si limitano alle roccette dell'intaglio sulla cresta Nona - Ragno.