SKT...Spider 2....a crazy idea....
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Ore 7, zona Sempione. Nuvole nere sia a Nord che a Sud si addensano sopra le nostre teste, soprattutto a Nord. Tira vento e nevica. Dialogo tra


- Cosa facciamo?
- Non saprei… Le previsioni non erano così…
- Usciamo dalla macchina per una nuova ricognizione…
Possenti folate e cristalli di neve negli occhi ci fanno ritornare al calduccio a meditare…
La scena precedente si ripete più e più volte per una buona mezz’ora.
A me il vento non piace per niente, e forse calco un po’ la mano su questo aspetto…
Alla fine pur con mille dubbi, che nel viaggio verso Sud si riaffacceranno costantemente, decidiamo per più miti latitudini…
La nuova idea che si materializza indipendentemente dalle nostre volontà (per Pia è sano masochismo, visto che per lei si tratta di una ripetizione, a distanza di soli due mesi, pora tùsa…) è di infilarsi verso il regno di Aracne. Io conosco abbastanza bene la zona (ma solo in estiva…), e ho una vaga idea delle fatiche che ci attendono; comunque appoggio l’idea con estremo entusiasmo, con in testa le parole di ciolly “per una quindicina di giorni è ancora fattibile”… Se lo dice lui, ci si può credere… Altre valide alternative, così, improvvisate sui due piedi non ne vengono in mente: e allora che Loana sia!
Dal punto di partenza di Patqueso si perdono allegramente un’ottantina di metri secchi sul ripido: lascio immaginare come sarà, al ritorno, questo tratto…
Con gli sci in spalla proseguiamo sulla strada forestale in costruzione, che costeggia il Rio del Basso. Le basse temperature mantengono il fango duro, ma chiunque saprebbe prevedere cosa succederà nel pomeriggio… tra ruspe, escavatrici e caterpillar… la palude sta per trasformarsi in sabbie mobili!
Oltrepassiamo l’Alpe Basso, poi l’Alpe All’Erta, saliamo nel boschetto di faggi e attorno alla quota 1450, su terreno aperto, togliamo gli sci dalle spalle e li mettiamo ai piedi: la schiena ringrazia. Evitiamo la salita verso il Rif. Al Cedo e restando più bassi andiamo a guadare il Rio del Castello nuovamente senza sci (ci guardiamo bene dall’agevolare il gran nemico zoccolato bagnando le pelli nel fiume…). Proseguiamo ora in direzione W e poi S per guadagnare il costolone che scende dalla Costa Nera. Oltrepassatolo, siamo Al Geccio. Da qui un amplissimo giro in senso orario ci conduce agli invisibili Laghetti del Geccio e, ormai in vista della cima, un lungo traverso in direzione NE e qualche inversione sulla pala sommitale scodellano il ragno crociato ai nostri piedi.
Anche il Pizzo Ragno “l’altissima vetta, prospiciente su precipizi così immensi che i meno coraggiosi sono obbligati di sedersi ed abbrancarsi al terreno” (Giacomo Cavalli, 1874) è andato!!!
Bella neve primaverile trasformata, lunghissimo portage sul fondovalle, fango fino alle orecchie sulla strada in costruzione… e non dimentichiamo la risalita del pendio finale con la schiena rotta!… chiudono una giornata da ricordare.
Il Ragno scialpinistico in aprile, fino a non molto tempo fa, era assolutamente fuori dal novero delle gite che avrei messo in programma. Grazie Pia per il tuo spirito di sacrificio, per la tua tenacia dimostrata più a fatti che a parole, per la grande giornata di montagna vissuta insieme… la prossima volta però sfidiamo il vento…
PS Prima che ci si possa fare idee sbagliate, questa è una gita adatta a chi ama la sofferenza. Magari in stagione meno inoltrata lo è un po’ meno (meno sci in spalla), ma lo sviluppo rimane comunque ingente (lasciamo volentieri il calcolo ai geometri ed ai maniaci delle misurazioni in generale…). Anzi, in piena stagione invernale c’è anche il rischio di dover partire più in basso di Patqueso, quindi la cosa va ponderata con equilibrio…

Giù per su, siamo in zona Simplon.....questa cima come una seconda casa...la propongo a Fabio....la meteo più che rassicurante......andiamo!
Ebbene si, erano le 7....io e Tapio, due anime abbandonate al limite del bosco, fuori dalla car....bordate di vento e neve riportata ci danno una bella sveglia.....mah, mah...questi svizzeri “cioppano” un po' troppo.....sul suo volto, come un led, lampeggia perfettamente chiaro il suo pensiero. Che il vento qui alla partenza, ci sia sempre, è altrettanto vero.....una consuetudine che conosco bene ma che alla fine si è sempre rivelata “apparenza”...e se questa volta l' apparenza si rivelasse sostanza.....
Giocarmi così il bimbo? Nuoooo! Farmi odiare? Nuooooo!
E allora cheffare? Non ho pronto piani alternativi.
Pranayama meditation......non so e non ricordo il motivo, forse la Val Loana così gettonata nello scorso weekend....torna alla ribalta.....la ribalta del Ragno!
Eggià, caspita l' ho fatto a febbraio....a Tapio l' idea piace....probabilmente ancora in “bambola” da una notte tormentata, mi si è cancellato il bel viaggio che già ci avevo fatto!
E poi vi chiedo:....una montagna con questo nome quale altro significato può avere?
Lui, l' animalo tesse la sua tela, setosa, leggera, tenace, più aggrovigliata possibile e poi...poi aspetta le sue vittime sacrificali che incautamente ci cadono dentro....come me, ci ricadono pure.....ma si sa, per un amico, questo e altro!
Pia:
Nome nato dalla devozione cristiana che significa “ligio alla religione”.
Il nome era comunissimo nel Medioevo. Famosa è Pia de Tolomei che Dante mette nel Purgatorio
Significato: devota, pietosa, virtuosa...
Mah??? va bene tutto questo....potrei aggiungerci....autolesionista?....masochista?...oh yes!
A questo punto, dopo due “ragni” in doppietta anche Dante credete mi concederebbe il Paradiso?
Il tipo di percorso che amo, amo alla follia.....sviluppo, sviluppo, sviluppo e i miei piedi di burro squagliano e bruciano....fare due inversioni? la mia passione.... devi aspettare la vetta, anche nell' intricato bosco questa volta mi sono negate....portage!
Alla fine per chi, non come me, è amante delle terme: servizio fanghi compreso nel pacchetto vacanza...all-inclusive!
Grazie Fabio!
Se ci ho creduto la seconda.....solo perchè spinta dal tuo entusiasmo.....alla prossima ma senza "giacca"......parapendio alla Beppe-fly!.......
http://www.youtube.com/watch?v=SH_xyi_EdMc
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