Allalinhorn dal Mittelllalin
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Andrea, giovane di belle speranze e figlio di una cara amica ha in previsione un quattromila impegnativo ed è attanagliato da vari dubbi sulla sua propensione psico fisico a questo tipo di attività.
Colgo la palla al balzo e gli propongo la facile e breve salita all'Allaninhorn per la via normale, quella che parte dal ristorante girevole del Mittelallalin raggiunto dal Metro Alpin. Questo dovrebbe permettergli di testarsi rispetto all'ambiente dell'aria sottile e programmare le sue future gite.
Per me è una ghiotta occasione per tornare sugli amati ghiacciai d'alta quota dopo un periodo troppo lungo di assenza.
Detto fatto, grazie ad una partenza all'alba, alle 7.30 siamo alle funivie di Saas Fee e dopo averne cambiate due più il trenino Metro Alpin, giungiamo finalmente alla Bergstation Mittelallalin. Qui, dopo i preparativi e gli incoraggiamenti, alle 9.10 mettiamo piede sulle piste che discendiamo brevemente sino ad arrivare al loro termine.
Transitiamo veloci sotto un enorme seracco che ha una gran voglia di scaricare e cominciamo a salire un traverso ben tracciato al termine del quale, per superare una grande crepacciata, troviamo una caratteristica scala in legno.
La scala di una decina di metri è appoggiata verticalmente al ghiaccio e l'uscita dalla stessa richiede un po' di agilità e attenzione.
Comincia ora la risalita allo Feejoch e questa è senza respiro su pendii molto ripidi.
Per fortuna le condizioni generali sono di quelle da giorno di gloria: nè caldo nè freddo, zero vento, visibilità perfetta, traccia evidente e ampia, affollamento accettabile senza ingorghi.
Con altri alpinisti ci fermiamo a respirare al passo dove si apre una vista mozzafiato con la guest star Cervino che buca il cielo e, più vicino, immense distese glaciali dalle quali svettano Rimpischorn, Alphubel, Stralhorn, Dom (mio sogno forse proibito) e Taschhorn.
Ripartiamo; ora in alcune zone in ombra la traccia è abbastanza ghiacciata, ora al sole torna ad essere un ameno sentiero che, sempre con pendenze sostenute, ci conduce ad un canalino senza neve un poco franoso, il quale adduce al pianoro ove parte la breve ma affilata cresta che mena alla Croce.
Facciamo passare qualche cordata di ritorno, affrontiamo la lama (comunque pianeggiante e ben tracciata) e tocchiamo finalmente la cima a quota 4027. Se non sbaglio, per me dovrebbe essere il decimo quattromila (compresi un paio dall'elenco di cime secondarie), per Andrea è il primo. Sul suo volto stanco si legge un'immensa felicità e a me l'unica cosa che vien da dire è: "Non ti senti un po' un privilegiato?"
Udita la giusta risposta, cominciamo a scendere. La cosa non mi entusiasma e per la mia leggendaria imbranataggine in discesa e per la responsabilità che sento verso il giovane amico che, forse incoscientemente, ha deciso di legarsi a me.
Ripercorriamo la cresta, scendiamo il canalino senza troppi patemi e camminiamo agevolemente i pendii ghiacciati dove i crepi, nemerosissimi e ovunque, sono per fortuna attraversati da solidi ponti di neve.
Andrea si dimostra veramente agile nel raggiungere e affrontare la scala, io mi esibisco nelle solite comiche ma alla fine superiamo anche questa criticità, ripercorriamo il traverso, ripassiamo sotto l'infingardo seracco e sulle piste, poi, è solo rilassante fatica nella neve sfondosa per raggiungere la sospirata stazione della funivia.
I tempi comprendono circa trenta minuti di pause complessive e tutti i dati sono riferiti al tragitto Berstation, Allalinhorn, Bergstation.
Sviluppo: 7 km circa; SE: 13 km circa.
Colgo la palla al balzo e gli propongo la facile e breve salita all'Allaninhorn per la via normale, quella che parte dal ristorante girevole del Mittelallalin raggiunto dal Metro Alpin. Questo dovrebbe permettergli di testarsi rispetto all'ambiente dell'aria sottile e programmare le sue future gite.
Per me è una ghiotta occasione per tornare sugli amati ghiacciai d'alta quota dopo un periodo troppo lungo di assenza.
Detto fatto, grazie ad una partenza all'alba, alle 7.30 siamo alle funivie di Saas Fee e dopo averne cambiate due più il trenino Metro Alpin, giungiamo finalmente alla Bergstation Mittelallalin. Qui, dopo i preparativi e gli incoraggiamenti, alle 9.10 mettiamo piede sulle piste che discendiamo brevemente sino ad arrivare al loro termine.
Transitiamo veloci sotto un enorme seracco che ha una gran voglia di scaricare e cominciamo a salire un traverso ben tracciato al termine del quale, per superare una grande crepacciata, troviamo una caratteristica scala in legno.
La scala di una decina di metri è appoggiata verticalmente al ghiaccio e l'uscita dalla stessa richiede un po' di agilità e attenzione.
Comincia ora la risalita allo Feejoch e questa è senza respiro su pendii molto ripidi.
Per fortuna le condizioni generali sono di quelle da giorno di gloria: nè caldo nè freddo, zero vento, visibilità perfetta, traccia evidente e ampia, affollamento accettabile senza ingorghi.
Con altri alpinisti ci fermiamo a respirare al passo dove si apre una vista mozzafiato con la guest star Cervino che buca il cielo e, più vicino, immense distese glaciali dalle quali svettano Rimpischorn, Alphubel, Stralhorn, Dom (mio sogno forse proibito) e Taschhorn.
Ripartiamo; ora in alcune zone in ombra la traccia è abbastanza ghiacciata, ora al sole torna ad essere un ameno sentiero che, sempre con pendenze sostenute, ci conduce ad un canalino senza neve un poco franoso, il quale adduce al pianoro ove parte la breve ma affilata cresta che mena alla Croce.
Facciamo passare qualche cordata di ritorno, affrontiamo la lama (comunque pianeggiante e ben tracciata) e tocchiamo finalmente la cima a quota 4027. Se non sbaglio, per me dovrebbe essere il decimo quattromila (compresi un paio dall'elenco di cime secondarie), per Andrea è il primo. Sul suo volto stanco si legge un'immensa felicità e a me l'unica cosa che vien da dire è: "Non ti senti un po' un privilegiato?"
Udita la giusta risposta, cominciamo a scendere. La cosa non mi entusiasma e per la mia leggendaria imbranataggine in discesa e per la responsabilità che sento verso il giovane amico che, forse incoscientemente, ha deciso di legarsi a me.
Ripercorriamo la cresta, scendiamo il canalino senza troppi patemi e camminiamo agevolemente i pendii ghiacciati dove i crepi, nemerosissimi e ovunque, sono per fortuna attraversati da solidi ponti di neve.
Andrea si dimostra veramente agile nel raggiungere e affrontare la scala, io mi esibisco nelle solite comiche ma alla fine superiamo anche questa criticità, ripercorriamo il traverso, ripassiamo sotto l'infingardo seracco e sulle piste, poi, è solo rilassante fatica nella neve sfondosa per raggiungere la sospirata stazione della funivia.
I tempi comprendono circa trenta minuti di pause complessive e tutti i dati sono riferiti al tragitto Berstation, Allalinhorn, Bergstation.
Sviluppo: 7 km circa; SE: 13 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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Kommentare (4)