Da Nesso al......S.Primo, tra nebbia, neve e...cascate
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La memoria è cio’ che ci lega al nostro passato, alle nostre origini.
Tenerla viva ci ricorda chi siamo davvero.
Approfitto del fatto che nel gruppo non si riesce a raggiungere un’idea comune, per tirar fuori dal cassetto un’idea che da un po frulla in testa, x una esplorativa che mi consenta di costruire un anello a cavallo dei ricordi e della memoria. Così, un po gia’ sul tardi, la butto li a mio fratello Miky, che ovviamente accetta.
Per noi, sono posti del cuore, dove abbiamo lasciato un pezzo di vita, e ritrovarlo è sempre un’emozione…
L’idea iniziale è raccordare i sentieri di salita e poi di discesa da Nesso al Colmenacco, per noi inediti, e vedere poi dove arriviamo, l’ispirazione mi è venuta da un giro di Giorgio


Ritrovo con calma, il tempo di acquistare un po di pane, arriviamo a Nesso poco dopo le 8, troviamo facilmente posto nel parcheggio a sx prima della strettoia e della piazza principale, si vede che non è alta stagione..., un caffè e via che sono le 8.30. Tra il Gps, qualche segnale e le solite dritte fantasiose del “locals”, saliamo e ci districhiamo tra i vicoli del paese, tagliamo la statale x pian del Tivano in un paio di punti, e imbocchiamo finalmente la mulattiera x l’ alpe Colmenacco. Bella e in un bel bosco, ma davvero trascurata, troppi sassi e rami caduti ostacolano il percorso, ci sarebbe bisogno di una bella pulizia. Diversi anche i tronchi caduti. Un peccato, recuperarla permetterebbe forse a piu’ persone di arrivare comodamente al magnifico terrazzo panoramico dell’alpeggio, davvero notevole come posizione, anche se oggi con questa foschia non possiamo apprezzarlo fino in fondo. Il gatto dell’alpe ci saluta affettuosamente in cerca di coccole, ci segue anche per un tratto di strada, insolito averlo come compagno di cammino…
Risaliamo la carrareccia che proviene dai monti di Erno, fino ad una curva dove le indicazioni ci ributtano nel bosco, un breve tratto ci porta al monte Colmenacco che sono le 10.45 , immerso piu’ che mai nella nebbia…..
Pausa banana, speravo di poter valutare le condizioni neve della cresta verso il S.Primo, facciamo pero’ quasi fatica a capire da che parte sia…………aspettiamo sperando che si apra un po, come nelle previsioni, ma niente. Scendiamo alla Forcoletta, e qui Mily si lascia scappare una frase traditrice…
”è presto, facciamo ancora 4 passi in la’….”
Fatto sta, che ci facciamo prendere la mano…o la gamba……. E complice anche una illusoria breve luce che sembrava presagire ad un’apertura imminente, 4 passi alla volta….su una “schiena del drago” in cui la neve la fa sempre piu’ da padrona, ci ritroviamo infine in vetta alle 13.00, grazie anche ad un signore che, precedendoci di poco, ci batte ben bene la traccia, in una quindicina di cm di neve pesante, variabile da 5 a 40 cm negli accumuli.
Visibilita’ zero, freschino, le spalle alla croce, decidiamo di buttarci giu subito x il ripidissimo pendio sud-ovest, i primi 100 metri su paglioni e neve sono un campionato mondiale di equilibrio…..un miracolo non scivolare. Poi la neve finisce, e piano piano la nebbia lascia spazio a qualche panorama, arriviamo ai monti di La’ e alla sterrata, troviamo subito un tavolo con panca che sembra aspettare noi, e visto che sono le 14 e la fame c’è, ci concediamo una sosta pranzo, scaldata anche da qualche raggio si sole, godereccia e abbondante….....
che sia un vizio di famiglia???
Riprendiamo il cammino sulla sterrata verso Veleso, poco prima delle 15.00, preavviso il cugino Carlo, che non vediamo da un po, quale migliore occasione x concedersi una bella pausa caffè chiaccherando insieme sulla splendida terrazza del Bellavista http://www.bellavistacomo.com/
Siamo venuti grandi insieme, io e lui, ne abbiamo fatte tante, passate tante, anche e proprio qui, in questi luoghi… e il rivedersi…l’inevitabile parlarne…scatena un fiume impetuoso di ricordi, allegri e nostalgici, che mi travolge, sempre, e ci fa tornar bambini, ragazzi, di nuovo…
Il suono delle campane e la vibrazione del telefono ci riporta alla realta’ , sono quasi le 16, è ora di avviarsi.
Poco sotto il cimitero, ignorando il taglio diretto verso Gorla che non avevo mai notato, imbocchiamo il sentiero verso Erno e la valle, tanti anche qui i ricordi di quando a piedi venivamo, dalla casa dei nonni a Erno, su a Veleso anche solo per prendere il pane…
E’ sempre un’emozione grande rivedere la monumentale fontana di Pusc, ripercorrere le strette viette di questo borgo incantato, saltiamo volutamente la casa dei nonni, sempre una pugnalata allo stomaco ripensare che sarebbe dovuta essere nostra e invece….va beh. Le campane suonano fragorosamente, richiamando i pochi abitanti alla messa, noi ci tratteniamo x la doverosa visita al cimitero …..
E anche qui, le emozioni e i ricordi ci invadono…siamo coinvolti…entrambi…..non c’è bisogno di molte parole…..
Un saluto ad alcuni vecchi conoscenti, che rafforza l'idea che quando torni in un luogo caro dopo tanto tempo, in fondo è come se fossi appena andato via....
scendiamo x la mulattiera che sfiora le ultime baite della frazione Gorla. Il cartello “cascata” con freccia che punta a sx nella valletta ci incuriosisce, siamo stati qui sopra x intere estati e non ne abbiamo mai sentito parlare...??? E scopriamo un angolo di paradiso…..la cascata del Budancan o della val Tarola e davvero spettacolare, una forza d’acqua impressionante, merita una visita.
Non c'è come esplorare a piedi x scoprire cio' che non avevi mai visto prima. Poi in breve si scende, ultimo pezzo su sentiero nel bosco, ancora una deviazione x una cascata minore poco sopra Onzanigo, e siamo in breve a Nesso poco dopo le 17. Rinviamo alla prossima la discesa a lago, e ci concediamo una fresca birretta sulla terrazza panoramica al bar La cascata.
Meteo davvero variabile. Giro vario e appagante da riproporre con bel tempo.
Grazie a Miky x averlo condiviso con me.
Soddisfattissimo. Alla prossima
Una nuova overdose di ricordi. Condivisi con chi, come me, poteva capirli. E viverli.
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