Monte San Primo da Nesso (CO)


Publiziert von rambaldi , 29. Oktober 2015 um 11:14.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 1 Mai 2015
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1400 m

Ampio anello sui versanti sud - ovest del monte San Primo, con partenza da Nesso

Parcheggio nei pressi della chiesa parrocchiale del paese, prima di risalire i caratteristici vicoli del centro storico scendo verso il lago fino al porto vecchio.

Saluto il lago e risalgo i vicoli puntando verso il campanile della chiesa di Santa Maria, da cui parte la mulattiera verso il monte Colmenacco.

Raggiunta la piccola chiesa, che trovo chiusa, non ho dubbi su come proseguire visto che trovo un cartello con indicato 'via Monte Colmenacco'.

Vedo anche alcuni segnavia in vernice bianco rosso.

Seguo in direzione ovest il vicolo, superate le ultime case di Nesso incrocio la strada asfaltata che sale verso Veleso e il pian del Tivano. Attraversata la strada scendo per qualche decina di metri fino ad incontrare un pannello segnaletico in legno, posato in corrispondenza della prosecuzione della mulattiera che sale verso l'alpe di Colmenacco.

Da subito noto che la mulattiera è ormai abbandonata, comunque la si percorre agevolmente. Mi sorprende vedere i terrazzi ricavati anche su questo ripido versante, i muretti a secco e i ruderi delle baite. Ormai è tutto inghiottito dal bosco. Rimangono le tracce che testimoniano un passato di duro lavoro.

Superati gli ultimi terrazzi la mulattiera diventa più simile ad un sentiero, ancora ben incassato nel bosco e facilmente leggibile. In breve mi ritrovo ai bordi dei pascoli dell'alpe di Colmenacco.

A valle del pascolo si staglia un grande masso erratico. Poco sopra l'alpe si trova la strada casereccia che proviene dai monti di Erno.

Con una breve deviazione a sinistra, circa una decina di minuti, si arriva in leggera discesa alla pietra del Calvarone, altro masso erratico (attrezzato con una scala di legno) che merita la visita.

Dal sasso ci sarebbe la possibilità di risalire direttamente in cresta verso il monte Colmenacco da cui poi si parte verso la costa del San Primo.

Preferisco ritornare all'alpe e proseguire ancora un po' sulla casereccia, tornando verso l'alpe ed i monti di Erno fino a ritrovare il sentiero, che è ben visibile, grazie anche ad una palina segnavia posta in corrispondenza di un tornante.

Mi inerpico attraversando un fitto bosco di Betulla, particolarmente suggestivo grazie alle fioriture primaverili. Scollino sulla colma del monte Colmenacco e proseguo, ora in discesa, sempre in direzione est vesso la forcola.

Dalla forcola affronto l'ultimo tatto di salita veramente ripida per raggiungere il primo rilievo occidentale della costa: il pizzo del Luser. In questo tratto la pendenza, unita alla presenza di un fitto sottobosco di lamponi, per fortuna ancora secchi, rendono la salita decisamente faticosa.

Raggiunto il pizzo il panorama si apre a 360°, la pendenza finalmente cala e non rimane che affrontare la lunga 'cavalcata' sul crinale della costa del San Primo fino alla vetta.

Per la discesa scelgo il costone sud ovest, tanto per provare un nuovo itinerario. Il sentiero non è segnalato ma è evidente.

Cammino tra i pascoli fino ad attraversare un bosco di Faggio e mi ritrovo su una stradina secondaria all'altezza di una fattoria, al monte del Sertore.

Trovo anche un segnavia che mi conferma che per arrivare a Veleso devo proseguire in leggera discesa, a destra. Vedo anche un paio di sentieri che però mi ispirano poco. Proseguo quindi sulla strada, a tratti asfaltata a tratti sterrata. Supero i monti di Lai, una deviazione per i monti di Ciocche e mi ritrovo a monte di Veleso.

Da Veleso la discesa verso Nesso è ben segnalata. Si imbocca una mulattiera che prima costeggia a valle la strada del pian del Tivano. Attraversa con un ponte la valle Pozzavalle e supera le ultime case della frazione Gorla da dove piega decisamente verso il Lago.

Trovo dei cartelli di divieto di transito. La prima parte della mulattiera è cementata di recente. Scopro che si sta posando la fognatura che probabilmente raccoglierà gli scarichi di Veleso, Erno e Zelbio.

Il resto della mulattiera è ancora ben conservato, con caratteristiche scalinate in pietra.

Ci sarebbe anche una deviazione verso la cascata Budanchen, trovo un segnavia in legno che evidenzia l'imbocco di un sentiero secondario, in realtà un po' imboscato. Sono curioso ma anche un po' stanco e visto la scarsità d'acqua nei torrenti lascio l'esplorazione per la prossima volta.

La discesa è rapida, con scorci panoramici. Arrivato alle frazioni alte di Nesso, Tronno e Castello, prima di proseguire verso l'orrido risalgo per qualche decina di metri la val Noseè, fino all'originale ed imponente ponte in pietra: due arcate posate su un gigantesco masso erratico. Noto con piacere che è stato cancellato un murales che lo deturpava.

Il torrente è in secca, pozze meno suggestive ma sempre piacevoli per una pausa rigeneratrice.

Stesso discorso per la vista finale all'orrido, dove con il lago molto basso, affiorano le rocce.

In conclusione di giornata soddisfazione per un giro che offre tanti ambienti diversi. Decisamente più facile rispetto all'anello sul versante nord-ovest, da Lezzeno, che avevo provato la scorsa primavera.


Tourengänger: rambaldi
Communities: Hikr in italiano


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