Monte San Primo, dall'orrido al cielo
|
||||||||||||||||||||
Dopo una rapida occhiata all'orrido che sta per ricevere i primi raggi di sole, mi incammino tra gli antichi viottoli e presto i miei scarponi si rincorrono, prima uno poi l'altro, sulla mulattiera che conduce all'alpe Colmenacco.
E' un'antica e pregevole via nel bosco, ho notato parecchi massi erratici, molti dei quali di notevoli dimensioni, a volte integrati nelle ormai diroccate malghe. Evidentemente il percorso non è molto battuto e la natura sta prendendo il sopravvento. Foglie, ricci di castagne e ramoscelli coprono a tratti con uno spesso strato e non rendono facile la progressione sui sassi che non si vedono. Manca la manutenzione, ma come comprensibile oggi nessuno fa fatica se non per divertimento, così non è facile trovare qualche volontario che si macina 800 metri di dislivello con la motosega e un soffiatore nello zaino.
A mio parere una soluzione ce l'avrei. Sarebbe sufficiente lasciare libere al transito le moto da trial e tutto si risolverebbe con estrema naturalezza. Ma purtroppo questo ecologico mezzo meccanico, l'unico in grado di salire senza causare danni, viene demonizzato come se non avesse fatto il vaccino e così quando un giorno le foglie si trasformeranno in terra... ciao ciao antica mulattiera.
Poco prima di quota mille raggiungo l'alpe Colmenacco, ora cambia l'ambiente che si apre al cielo e al panorama. Prati e pecore.
Ancora un ultimo tratto nel bosco, prima e dopo il Colmenacco, poi inizia l'incredibile costa del San Primo da seguire tutta fino in vetta. Le Grigne fanno da sfondo e rendono il tutto ancora più emozionante.
Bella salita. Fatta dal lago tutta d'un fiato senza una sosta è senz'altro appagante anche da un punto di vista fisico, del resto mi sono incamminato all'alba delle dieci e non potevo fare diversamente. Peccato la pesante foschia presente oggi che preclude la vista nei dettagli in bassa quota.
Rientro più tranquillo fra i paesi, per comode viuzze e sterrati. Merita una deviazione la cascata della Val Tarola, oggi purtroppo ai minimi termini come portata d'acqua per via della lunga siccità.
In ultimo mi concedo una visita alla riva e al gettonatissimo ponte in pietra, piccolo grande meraviglioso gioiello del nostro lago "pusè bel del mund".
Ormai stanco, lascio perdere la poesia che è un'inutile illusione della fantasia e torno all'auto.
E' un'antica e pregevole via nel bosco, ho notato parecchi massi erratici, molti dei quali di notevoli dimensioni, a volte integrati nelle ormai diroccate malghe. Evidentemente il percorso non è molto battuto e la natura sta prendendo il sopravvento. Foglie, ricci di castagne e ramoscelli coprono a tratti con uno spesso strato e non rendono facile la progressione sui sassi che non si vedono. Manca la manutenzione, ma come comprensibile oggi nessuno fa fatica se non per divertimento, così non è facile trovare qualche volontario che si macina 800 metri di dislivello con la motosega e un soffiatore nello zaino.
A mio parere una soluzione ce l'avrei. Sarebbe sufficiente lasciare libere al transito le moto da trial e tutto si risolverebbe con estrema naturalezza. Ma purtroppo questo ecologico mezzo meccanico, l'unico in grado di salire senza causare danni, viene demonizzato come se non avesse fatto il vaccino e così quando un giorno le foglie si trasformeranno in terra... ciao ciao antica mulattiera.
Poco prima di quota mille raggiungo l'alpe Colmenacco, ora cambia l'ambiente che si apre al cielo e al panorama. Prati e pecore.
Ancora un ultimo tratto nel bosco, prima e dopo il Colmenacco, poi inizia l'incredibile costa del San Primo da seguire tutta fino in vetta. Le Grigne fanno da sfondo e rendono il tutto ancora più emozionante.
Bella salita. Fatta dal lago tutta d'un fiato senza una sosta è senz'altro appagante anche da un punto di vista fisico, del resto mi sono incamminato all'alba delle dieci e non potevo fare diversamente. Peccato la pesante foschia presente oggi che preclude la vista nei dettagli in bassa quota.
Rientro più tranquillo fra i paesi, per comode viuzze e sterrati. Merita una deviazione la cascata della Val Tarola, oggi purtroppo ai minimi termini come portata d'acqua per via della lunga siccità.
In ultimo mi concedo una visita alla riva e al gettonatissimo ponte in pietra, piccolo grande meraviglioso gioiello del nostro lago "pusè bel del mund".
Ormai stanco, lascio perdere la poesia che è un'inutile illusione della fantasia e torno all'auto.
Tourengänger:
paolo aaeabe
Communities: Hikr in italiano, Mountain at lunchtime " nà par muntagn o par bricch in dal mument del mangià " , Ul Lâch püsè bel del mund
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (8)