Pizzo di Gino (2245 m)
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Da qualche mese, dopo averne casualmente parlato con un collega, questa cima che non avevo mai considerato più di tanto, era balzata ai primi posti delle cose da fare.
Non pensavo certo di poterla fare senza pestare neve così presto, e invece ecco che si presenta l'occasione.
La giornata a dire la verità è prevista nuvolosa, ma non mi lascio scoraggiare.
Lasciata l'auto nel piccolo spiazzo a bordo strada, percorro qualche metro sulla strada asfaltata, quindi trovo a sinistra il sentiero nel bosco con indicazione per il Rifugio Croce di Campo.
Ignoro un sentiero più ampio che prosegue in piano a sinistra e continuo invece in decisa salita, su sentiero esile ma ottimamente marcato.
Il bosco ben presto finisce e sbuco sul crinale erboso, che in pochi minuti mi conduce sulla cimetta denominata "Il Sasso".
Da qui perdo qualche metro di quota e torno sulla stradina che sale da Tecchio, che nel frattempo è diventata sterrata. Decido di proseguire sulla sterrata, mentre al ritorno taglierò per i prati.
Con un giro piuttosto ampio si arriva appena sotto al rifugio, che però non si raggiunge: ad un bivio, privo di indicazioni, anzichè svoltare a destra per il rifugio si prosegue dritti, sull'ampia sterrata pianeggiante verso l'Alpe Piazza Vacchera, ben visibile ai piedi del Pizzo di Gino.
Con un lungo tratto in piano, a dire la verità un pò monotono, raggiungo l'Alpe, dove si ricomincia a salire.
L'ambiente si fa ora decisamente più aspro ed interessante, le brulle distese erbose lasciano spazio a pendii più ripidi, sovrastati da imponenti formazione rocciose.
Passo accanto ad un'altra costruzione, quindi attraverso una lingua di neve (l'unica in tutta l'escursione), in leggera discesa, e riprendo il sentiero, che attacca il ripido pendio sotto alle bastionate rocciose della cima.
In questo tratto ci sono più tracce a terra, ed anche i segnavia non chiarificano molto quale sia il sentiero principale, comunque salgo a vista, fino a che il sentiero si fa decisamente più ampio e punta a sinistra con
un tratto pianeggiante.
Quindi con alcuni tornanti si sale senza troppa fatica il pendio, per puntare nuovamente a sinistra con un altro traverso pressochè pianeggiante, tagliando tutto il versante meridionale della montagna.
Nei pressi di un grosso ometto (che rimane a sinistra rispetto al sentiero), si svolta nettamente a destra e si attacca la dorsale erbosa. La pendenza, inizialmente non eccessiva, si fa più ripida nel tratto finale, ma non ci sono comunque difficoltà a parte la fatica.
Si arriva così in vista della croce, ma per raggiungerla occorre superare l'ultimo breve e divertente tratto, in cui la dorsale si fa un pò più stretta ed esposta e bisogna superare alcune roccette.
Niente di difficile in condizioni asciutte come oggi, comunque da percorrere con la dovuta attenzione.
Dopo 2 h 15 raggiungo così la vetta del Pizzo di Gino, con grande soddisfazione, nonostante la giornata sia davvero grigia e fredda ed il panorama pressochè inesistente.
Dopo una pausa di circa 25 minuti in vetta riparto, seguendo lo stesso percorso di salita. Ovviamente dopo alcuni minuti di discesa ecco che il cielo si apre, sopra la cima diventa tutto azzurro e la temperatura, finora decisamente fredda, improvvisamente si impenna!
Peccato, ma tutto sommato farsi la salita sotto il sole, considerato la totale mancanza di ombra sul percorso, sarebbe stata una tortura, quindi va benissimo così!
Dopo il bivio per il rifugio Croce di Campo, anzichè seguire la sterrata, scendo liberamente sul dolce pendio erboso, mentre nell'ultimissimo tratto evito la risalita a "Il Sasso" e seguo la stradina asfaltata (piuttosto noiosa a dire la verità), che transita dalla baite di Tecchio ed in breve mi riporta alla macchina (4h15).
Non pensavo certo di poterla fare senza pestare neve così presto, e invece ecco che si presenta l'occasione.
La giornata a dire la verità è prevista nuvolosa, ma non mi lascio scoraggiare.
Lasciata l'auto nel piccolo spiazzo a bordo strada, percorro qualche metro sulla strada asfaltata, quindi trovo a sinistra il sentiero nel bosco con indicazione per il Rifugio Croce di Campo.
Ignoro un sentiero più ampio che prosegue in piano a sinistra e continuo invece in decisa salita, su sentiero esile ma ottimamente marcato.
Il bosco ben presto finisce e sbuco sul crinale erboso, che in pochi minuti mi conduce sulla cimetta denominata "Il Sasso".
Da qui perdo qualche metro di quota e torno sulla stradina che sale da Tecchio, che nel frattempo è diventata sterrata. Decido di proseguire sulla sterrata, mentre al ritorno taglierò per i prati.
Con un giro piuttosto ampio si arriva appena sotto al rifugio, che però non si raggiunge: ad un bivio, privo di indicazioni, anzichè svoltare a destra per il rifugio si prosegue dritti, sull'ampia sterrata pianeggiante verso l'Alpe Piazza Vacchera, ben visibile ai piedi del Pizzo di Gino.
Con un lungo tratto in piano, a dire la verità un pò monotono, raggiungo l'Alpe, dove si ricomincia a salire.
L'ambiente si fa ora decisamente più aspro ed interessante, le brulle distese erbose lasciano spazio a pendii più ripidi, sovrastati da imponenti formazione rocciose.
Passo accanto ad un'altra costruzione, quindi attraverso una lingua di neve (l'unica in tutta l'escursione), in leggera discesa, e riprendo il sentiero, che attacca il ripido pendio sotto alle bastionate rocciose della cima.
In questo tratto ci sono più tracce a terra, ed anche i segnavia non chiarificano molto quale sia il sentiero principale, comunque salgo a vista, fino a che il sentiero si fa decisamente più ampio e punta a sinistra con
un tratto pianeggiante.
Quindi con alcuni tornanti si sale senza troppa fatica il pendio, per puntare nuovamente a sinistra con un altro traverso pressochè pianeggiante, tagliando tutto il versante meridionale della montagna.
Nei pressi di un grosso ometto (che rimane a sinistra rispetto al sentiero), si svolta nettamente a destra e si attacca la dorsale erbosa. La pendenza, inizialmente non eccessiva, si fa più ripida nel tratto finale, ma non ci sono comunque difficoltà a parte la fatica.
Si arriva così in vista della croce, ma per raggiungerla occorre superare l'ultimo breve e divertente tratto, in cui la dorsale si fa un pò più stretta ed esposta e bisogna superare alcune roccette.
Niente di difficile in condizioni asciutte come oggi, comunque da percorrere con la dovuta attenzione.
Dopo 2 h 15 raggiungo così la vetta del Pizzo di Gino, con grande soddisfazione, nonostante la giornata sia davvero grigia e fredda ed il panorama pressochè inesistente.
Dopo una pausa di circa 25 minuti in vetta riparto, seguendo lo stesso percorso di salita. Ovviamente dopo alcuni minuti di discesa ecco che il cielo si apre, sopra la cima diventa tutto azzurro e la temperatura, finora decisamente fredda, improvvisamente si impenna!
Peccato, ma tutto sommato farsi la salita sotto il sole, considerato la totale mancanza di ombra sul percorso, sarebbe stata una tortura, quindi va benissimo così!
Dopo il bivio per il rifugio Croce di Campo, anzichè seguire la sterrata, scendo liberamente sul dolce pendio erboso, mentre nell'ultimissimo tratto evito la risalita a "Il Sasso" e seguo la stradina asfaltata (piuttosto noiosa a dire la verità), che transita dalla baite di Tecchio ed in breve mi riporta alla macchina (4h15).
Tourengänger:
peter86

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Kommentare (8)