Un Cornetto quasi sciolto...
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Oggi altra camminata sui monti innevati del Trentino, nel classico e conosciuto comprensorio del Bondone, dove le piste da sci e da sci di fondo la fanno da padrone. Vi stupirete di questa mia assidua frequenza sui monti innevati, ma devo accontentare un amico che non può fare a meno della neve, ergo...
Quando partiamo dai Piani delle Viote ormai sono già le 9, e con un sole che sembra rubato ad una giornata di Luglio ci avviamo verso la conca dove è presente la pista di sci di fondo, la costeggiamo seguendo la spalla destra, innalzandoci sino ad una sorta di un'ampia cresta. A questo punto valutiamo il da farsi, la neve comincia ad avere un certo spessore e qua non ci sono tracce visibili se non quelle degli skialp. Senza sapere ne leggere e ne scrivere saliamo ripidi nel bosco, cercando la via migliore per portarci ai piedi del Cornetto, ma nulla, di qua non si passa se non si è ciaspole/muniti; nel breve tratto salito spesso sprofondavamo fin sopra le ginocchia.
Senza inventarci altre fantasiose vie ora consultiamo il Gps (magari averlo fatto prima,eh?), ed "ovviamente" ci segnala che il sentiero è spostato più a Est... ma allora Alex, perchè mi hai infognato in questa situazione? Se di qua ci passi in estate senza sentiero ufficiale in inverno sarà ben altra cosa, no?
Intercettato il 607 ora saliamo più tranquilli, su traccia battuta e ben evidente, sembra quasi di rinascere, senza faticare troppo ci portiamo sulla comoda cresta sin dove incocciamo con un traverso innevato poco simpatico che ferma il nostro cammino; qua valutiamo il da farsi, intanto fuori i ramponcini. Facciamo qualche passo sulla stretta traccia, il fondo sembra un po ghiacciato, scivolare in questo punto avrebbe conseguenze estreme, proseguiamo con prudenza, poi con un briciolo di coraggio abbiamo la meglio su questo ostacolo.
A questo punto l'unico problema rimane la pendenza, ma psicologicamente ora siamo gasati, passo dopo passo ci portiamo sulla spalla ad Ovest del Cornetto dove la neve ha lasciato ampi spazi all'evidente sentiero detritico. Abbandonati gli zaini, tempo dieci minuti siamo in cima dove godiamo di una visuale eccezionele, mentre il sole ci sta cuocendo per benino. 2h30 con il giro lungo.
Fatto la sosta banana e le dovute foto ora cominciamo la discesa, nel giro preparato in origine dovevamo salire sia al Dos d'Abramo che alla Cima Verde, ma il tempo perso nel cazzeggiare nella neve e l'orario di partenza non proprio da escursionisti hard ci hanno fatto optare per un avanti e indietro dal Cornetto neanche troppo disonorevole, anzi... ma poi diciamolo chiaro, il nostro vero obiettivo ora è il Rif. Viote, la fame è ai massimi livelli.
La discesa è per la stessa via fatta all'andata, ma senza la deviazione, ovvio; il problema ora è la neve che è diventata completamente marcia e piena d'insidie, e infatti nella discesa mi sono giocato una bacchetta che si è incastrata tra le radici nascoste dall'infame materia bianca!
Nota 1): Questa prima postilla la "dedico" alla Capanna Rif. Viote, un posto molto carino ma anche mooolto "carino"! Due miseri primi piatti, due insalate, un formaggio fuso, due birre e due caffè= 53 € !!! Fate voi...
Nota 2): Cazzeggi vari...
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A' la prochaine! Menek

Concordo su tutto, ma con vena polemica aggiungo che il buon Menego bisogna tenerlo per le briglie, infatti arrivati alla bocca di Vaiona, ha preso ed è partito in quarta, alzo la testa dalla foto che stavo scattando e te lo ritrovo 100 metri avanti sul "Dos dei Cavai" a pestar neve.
Ma caxxo! Datte pace e fai il punto ogni tanto! :)
Ma "perdona loro perchè non sanno quello che fanno". cit Vangelo....
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