Pizzo Recastello 2886 m e Monte Verme 2004 m
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Lasciata l’auto a Valbondione saliamo al Rifugio Curò per il sentiero invernale. Una sosta a Maslana ci fa scambiare un po’ di chiacchiere con un local sull’apertura delle cascate, a settembre quasi duemila persone ma quest’estate ne sono arrivate anche quattromila…ci sembra impossibile…se fosse veramente così meglio stare alla larga in quel giorno!
Proseguiamo con comodo sentiero fino alla testata della valle dove ci aspetta una ripida salita su pietraia e un lungo traverso attrezzato prima di giungere al rifugio Curò.
Al rifugio chiediamo la tempistica per il Recastello e info sul Monte Verme cui tempo fa avevamo rinunciato. Dopo l’esclamazione. “Perché volete salire al Verme?!?!” – “Perché non ci siamo mai stati…” – “Andate sul Cimone…” – “Fatto…” a questo punto, anche se sempre un po’ perplesso, ci spiega come fare.
Salutiamo e ci dirigiamo verso la Val Cerviera. La risaliamo su buon sentiero fino al bivio per il Recastello. Abbandoniamo così il sentiero per il P.so Bondione e seguendo gli ometti e l’evidente traccia giungiamo al ripido ghiaione che risaliamo fino alla base del Recastello.
Come fatto da chi ci precede, lasciamo i bastoncini e indossiamo i caschi.
Con divertente arrampicata raggiungiamo il canalino attrezzato con catena che risaliamo senza farne uso tanto è ben appigliato, però sempre meglio controllare, vista la qualità della roccia…
Usciti dal canalino un breve traverso porta a un collettino, la traccia prosegue a mezza costa congiungendosi alla cresta nella parte finale, noi preferiamo proseguire da subito in cresta che, anche se un poco esposta, ci sembra più solida e stabile.
Il panorama anche se non perfetto, in valle si stanno addensando le classiche nebbie orobiche, è comunque ancora buono.
Mangiucchiamo qualcosa e poi giù per la vera salita della giornata…trovare il Verme!
Come suggeritoci al rifugio, attraversiamo il torrente poco prima del ponte di legno e cerchiamo di salire alla belle e meglio prima su pietraia poi su ripidissima erba. Un breve tratto in piano poi ancora su ripidament. Qui troviamo una sorte di traccia, pure un ometto…
Raggiungiamo così una bella conca, breve discesa e altra ripida salita fino a giungere sull’affilata cresta, siamo nella nebbia ma a naso la cresta sembra bella esposta…ci fermiamo a pochi metri dall’omettone, gli ultimi passi ci danno poca sicurezza sembrano pietre piuttosto scivolose e non vedendo nulla attorno…foto e dietrofront.
Con cautela scendiamo i ripidi prati e torniamo in Val Cerviera e quindi al rifugio Curò dove facciamo sosta pranzo/merenda.
Non ci resta ora che la lunga panoramica per tornare a Valbondione.
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