Monte Cimone 2530 m
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Ho voglia di andare nella bergamasca e finalmente il tempo ci assiste.
A differenza di ieri che abbiamo trovato neve a 1700 m qui, la troveremo molto più in alto, oltre i 2200, da giovedì piove e se n’è sciolta parecchia.
Lasciata l’auto nell’ampio posteggio di Valbondione decidiamo di salire al rifugio Curò per il sentiero invernale, sicuramente meno frequentato. Dal fondo del paese seguiamo le indicazioni per Maslana. Raggiunto il paesino, perdiamo un po’ di quota, passiamo su un bel ponte in pietra e tramite sterrata raggiungiamo l’Osservatorio Faunistico del Parco delle Orobie nonchè ristoro, di cui ignoravamo l’esistenza. Una caratteristica costruzione sotto un gigantesco masso con un bellissimo panorama sul fondovalle e le cascate del Serio. Proseguiamo nel bosco fino a raggiungere la ripida pietraia ai piedi della fascia rocciosa che racchiude la valle. La salita anche se a zig-zag è sempre molto ripida. Raggiunta la fascia rocciosa, il sentiero ora attrezzato, utile in caso di neve o ghiaccio, prosegue verso dx per arrivare al rifugio Consoli e quindi al rifugio Curò.
Breve sosta dopo di che continuiamo per la Val Cerviera. La risaliamo fino al bivio per il Laghi. Indicazione su un sasso. Svoltiamo quindi a dx. Il sentiero ora si perde un poco ma basta seguire gli ometti. Arriviamo così al lago più grande dei vari laghetti e pozze. Posto magnifico e nel lago si specchia il Pizzo Coca, splendido!
Individuiamo la nostra cima ma non ci sono né tracce né indicazioni su come arrivarci. La cosa più semplice e logica a noi sembra rimanere nel vallone, dove potremmo anche evitare, almeno ancora per un poco la neve, e raggiunto il termine del vallone spostarci a sx. Vediamo una coppia che sta sistemando i ramponi e immaginando che arrivino dalla cima chiediamo info. Non sono stati in cima ma hanno raggiunto solamente un colletto all’inizio della cresta che, secondo loro, è la via di salita. La breve relazione che ho non parlava di creste, cresta che vista la neve potrebbe non essere nelle condizioni ideali per essere percorsa, almeno da noi…
Quindi ci affidiamo all’istinto ed entriamo nel vallone. Cerchiamo di evitare ancora per un poco la neve, molto scivolosa qui in basso e salendo cominciamo a notare degli ometti. La consistenza della neve migliora e velocemente raggiungiamo un colletto, sul versante opposto un ripido e stretto canale, impressionante! Svoltiamo a sx, da qui bisogna fare molta attenzione, rimaniamo ancora un poco nella neve poi ci spostiamo più a dx, traccia, ma si sa come sono le Orobie, sfasciumi…il tratto è breve ma piuttosto ripido ed esposto, forse se fosse stato asciutto avrebbe fatto meno impressione…a pochissimi metri dalla cima superiamo un saltino con pochi appigli e poi neve, per fortuna ottima da scalinare e siamo in cima. Foto al panorama, la cresta sembra percorribile ma non con la neve, almeno per noi…I primi metri di discesa m’impressionano un poco e anche il traversino più in basso fatto in discesa non penso mi piacerà molto, per cui metto i ramponi. Raggiungiamo così il colletto, via i ramponi e, tanto che ci siamo saliamo anche alla punta dall’altra parte.
Con la mia proverbiale capacità di discesa su neve, facendo attenzione a non farla tutta di sedere, torniamo verso i laghi, ci spostiamo per prati fino a risalire un altro panettone dove facciamo una bella sosta. Andiamo quindi a riprendere il sentiero per i laghi e riscendiamo la valle fino a tornare al Rifugio Curò. Sosta panini, con la speranza di asciugare almeno un poco le calze. E quindi ritorno a Valbondione lungo l’interminabile sentiero estivo!
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